La recensione

Lazza, un principe a castello

Forte dell'esca sanremese ‘Cenere’ (ma il pubblico non è a Bellinzona per quella), Jacopo Lazzarini gestisce al meglio la sua avventura a Castle on Air

Lazza a Bellinzona, sabato 24 giugno
(Ti-Press, Alessandro Crinari)
25 giugno 2023
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Diciamola onestamente, la serata non era partita con i migliori auspici. Più di 70 franchi di biglietto senza riduzioni per infanti a partire dai 5 anni sembrava un’esagerazione. Ma volendo toccare con mano e apprezzando da anni Lazza, Jacopo Lazzarini, rapper milanese già autore di quattro album in sei anni, si sfida la sorte.

Il parterre del Castelgrande di Bellinzona inizia ad affollarsi di giovani che cantano partecipi i brani presentati dalla cricca di Radio 3iii e mixati da Maxi B (che passa con disinvoltura fra pezzi rap a cose più dance e caciarone con cognizione di causa e ottima mano, visti i suoi trascorsi nell’ambito) e per le 20.45, quando il pubblico inizia a rumoreggiare per l’entrata dell’artista, è ben gremito (pur non riuscendo a carpire informazioni precise sul numero dei paganti la serata sembra essere molto ben riuscita da quel punto di vista).

Disinvoltura e savoir faire

Prima sorpresa, Lazza si presenta sul palco con una band completa: batteria, chitarra, basso e tastiere guidate rispettivamente da Eugenio Cattini, Luca Marchi, Joe Cilio e Claudio Guarcello. Band solida anche se a tratti un’asciugatura a certe moine rock e alcune santanate sarebbe stata gradita (ma è un problema che spesso succede al rap italiano in questo senso). Si muove sul palco con disinvoltura e savoir faire, chiedendo la partecipazione attiva del pubblico e promettendo un paio d’ore di show. Saranno infatti una trentina i brani che andranno a intervallarsi nella serata, fra grandi classici e novità. Le scelte soddisfano la platea, una decina sono tratte dall’ultimo album ‘Sirio’ (la tripletta di partenza, con ‘Ouverture’, ‘Molotov’ e ‘Bugie’ delineano una bella compattezza e una risposta del pubblico, che canta e segue), poi si passa a brani di ‘Re Mida’, tra i quali alcuni dei più classici del rapper milanese come ‘Re Mida’ e ‘Porto Cervo’. La bravura si sente, oltre che nella sicurezza e nella potenza dell’esibizione, nella peculiarità dei brani che, se risuonano freschi e definiti, presi singolarmente riescono a mantenere questo appeal anche dal vivo, con dei ganci melodici sembra molto ben calibrati e la giusta dose di tecnica e melodia.


Ti-Press, Alessandro Crinari
Lazza a Bellinzona, sabato 24 giugno

Aspettando il finimondo

Con ‘Zonda’, uscita versante dance subito dopo la partecipazione con ‘Cenere’ al Festival di Sanremo, si entra in territori quasi aggressivamente dance ed è lo stesso Lazza a chiedere cerchi di ballo, quasi aspettandosi un finimondo che però non arriva, rimanendo nella bontà del brano. Così anche una ‘Panico’ dove viene richiesta una partecipazione canora del pubblico un po’ macchinosa (ma si farà perdonare poco dopo). Sono un paio di minuti dove la tensione sembra calare ma basta sentirlo sedere dietro alle tastiere per percepirne l’impegno e la voglia di creare un flusso fra lui e il pubblico.

Poi ‘Chiagne’, bellissima anche in assenza di Geollier e Sogni d’oro: a questo punto la band viene fatta accomodare e a piazzarsi dietro i giradischi è niente di meno che Drillionaire, alias di Diego Vettraino, ex calciatore professionista e rinomato produttore (uscirà a breve il suo disco d’esordio che si suppone farcito dalle migliori presenze della scena italiana). Il ritmo cambia, si sente il calore e i Caraibi, sullo sfondo dei mirini rossi che riecheggiano i Public Enemy e Lazza, solo, un MC e un DJ, la cosa più naturale del mondo, sciorina sei/sette pezzi uno in fila all’altro, dimostrando la sua bravura nel flow e nella delivery (brutalmente, il contenuto e lo stile dei pezzi rap). Riprende anche la sua ‘64 Bars’ registrata per Red Bull (format dove tutta la scena passa per lasciare brevemente il meglio di me, alzando il livello in una continua sfida asciutta e diretta).

La band rientra e dopo un paio di brani c’è un momento stupendo, in cui girandomi si vedono almeno quattro generazioni di donne cantare a squarciagola il ritornello di ‘Uscito di galera’: “… Parlerei con te tutta la sera / So che non ti scorderai di me / Che vorrei scoparti come appena uscito di galera / Vali molto più dei soldi miei…”, che suona molto più onesto e spendibile di molte canzoni d’amore pop degli ultimi anni. Fra il pubblico si crea una chimica per nulla evidente, con un’infinità di telefoni a filmare l’inverosimile (basterebbe una telecamera a filmare l’evento e a condividerlo al proprio termine con quanti ne volessero per evitare queste luminarie, ma tant’è) ma anche carichi di ragazze sulle spalle, cinque alti e brani sbraitati in comunione, cerchi di danze traballanti e tribali, comunione e dedizione allo show.


Ti-Press, Alessandro Crinari
A filmare l’inverosimile

Sembrano veramente pochi quelli intervenuti solo grazie all’esca sanremese di ‘Cenere’, lasciata attendere fino alla fine del concerto e seguita soltanto dall’ultimissimo singolo, prodotto proprio da Drillionaire con Lazza, Sfera Ebbasta e Blanco e uscito giusto un paio di giorni fa, ‘Bon Ton’. Prima tappa di un tour che porterà Jacopo in Italia da nord a sud e ritorno, diciotto tappe che andranno a terminare nella sua Milano l’8 settembre, al Milano Summer Festival sembra poter lanciare l’idea di un artista affermato e cosciente dei propri mezzi, che con qualche piccolo aggiustamento potrebbe ben pensare anche a platee maggiori o internazionali (discreta l’affluenza di pubblico germanofono in questo caso) mantenendo la solidità promessa e la freschezza, l’abilità e l’acume dimostrato, gestendo nella maniera migliore la sua avventura a castello.

Castle on Air prosegue mercoledì 28 giugno con Antonello Venditti e sabato primo luglio con gli Articolo 31.


Ti-Press, Alessandro Crinari
Castelgrande