Swiss Jazz Award un anno fa, torna in una nuova veste: a colloquio con uno dei programmatori della dieci giorni di musica che inizia il 22 giugno
Suonerà con Andi Appignani (organo Hammond), Mirko Roccato (sax) e Dario Milan (batteria), ma in forma meno ‘ufficiale’ dello scorso anno, quando ritirò lo Swiss Jazz Award. Il JazzAscona di Nolan Quinn – trombettista, compositore e produttore nato e cresciuto a Lugano – ha un diverso significato in questa 39esima edizione che comincerà domani sulle rive del Verbano, per durare sino al primo di luglio, un arco di tempo che è anche quello durante il quale si potrà ascoltare il trombettista con l’Hammond Connection 4tet, in aggiunta al terzetto di cui sopra. Quest’anno, infatti, Quinn ricopre il ruolo di programmatore musicale, calato insieme al fratello Matt e al team di JazzAscona su dieci giorni ininterrotti di proposta musicale estesa fino al Borgo, ben oltre il lungolago.
Quinn inizia a suonare la tromba all’età di nove anni, fa gli studi classici e nel 2014 ottiene a Berna il Master of Arts in Music Performance Jazz. A oggi, ha suonato in oltre seicento spettacoli dal vivo, anche in radio e tv, tra l’Europa e gli Stati Uniti. Paul Anka, DJ Bobo, Tony Momrelle, Frank Dellé, Rick Margitza, Lutz Häfner, Guillermo Klein, Bobby Watson e Olivier Ker Ourio sono alcuni dei nomi con i quali ha collaborato, e in ambito di ensemble si citano Swiss Jazz Orchestra e Swiss Army Big Band. È stato prima tromba nelle produzioni musical presso Theater St. Gallen e Thunerseespiele. Tre gli album all’attivo – ‘Dreaming of a Place Unseen’ (2014), ‘Soothin’ (2017) e ‘Dusty West’ (2019), due dei quali in collaborazione con la Rsi – e un’etichetta discografica, la sua Rhinoceros Jazz Records, fondata nel 2017. E una popolarità accresciuta – ce lo conferma lui – dopo l’Award dello scorso anno...
Com’è il jazz da programmatore?
Ciò che mi ha aiutato a entrare in questo nuovo ruolo è stato l’essere l’artista che viene ingaggiato, un punto di vista dal quale si può immaginare in modo molto vivido cosa piaccia ricevere a un musicista, come preferisca essere trattato e agevolato in tutte le questioni tecniche. Senz’altro, anche i contatti che sono riuscito a costruire negli ultimi decenni hanno portato quest’anno a qualche frutto. Premetto che tutto il festival è coinvolto nella scelta degli ospiti: ovviamente, la scena svizzera jazz non è grandissima, molti sono gli artisti con i quali ho potuto lavorare ed è solo per l’estrema qualità della loro proposta che hanno trovato spazio nel programma.
Il programmatore avrà però anche un suo spazio strumentistico: parliamo dell’Hammond Connection 4tet?
Questa formazione è costruita su di un incontro spontaneo, verificatosi quando Andi, Mirko e Dario erano ancora in forma di trio. Accade sempre che girando per le strade di Ascona si incontrino tanti musicisti; lo scorso anno sono stato con loro spontaneamente sul palco, la scintilla è scattata e ora torniamo a suonare insieme, su loro richiesta. Naturalmente, come programmatore non mi sono potuto mettere direttamente in cartellone, qui si tratta di puro ‘good will’.
Swiss Jazz Award a parte: come si sono incontrati Nolan Quinn e JazzAscona?
Il rapporto con JazzAscona è diventato intimo soltanto lo scorso anno. Ormai, da specialisti del jazz, può capitare di incentrare il proprio stile nel mondo che si è abituati a frequentare. Certo, era un festival a me noto, in quanto noto a livello europeo. La scelta di JazzAscona di aprire le porte ad altri generi mi ha consentito di avvicinarmi con la musica che faccio io, un jazz dai contenuti più moderni. Da lì a essere nel mezzo, il passo è stato breve. Posso dire che di JazzAscona si scorgono tanti nuovi dettagli da dietro le quinte, il festival mi risulta un apparato molto più familiare e benevolo di quel che pensassi. In molti posti l’artista fa il suo viaggio, arriva al concerto e trova quello che trova, e invece qui ho scoperto un team che tira gli stessi fili e mi sono trovato bene, il mio obiettivo primario. Non dico che questo sentirmi bene sia stato una sorpresa, ma ho accolto la cosa molto volentieri.
Pensando da programmatore, c’è già nella tua testa un futuro di JazzAscona, o la manifestazione va bene così com’è?
Premetto che, come sempre, la testa non è solo la mia, dunque per il futuro ci si troverà insieme, per decidere molto organicamente su come e dove il festival vorrà svilupparsi. Intanto, anche quest’anno cerchiamo di coinvolgere tutto il Borgo, ci sarà musica già a partire dall’orario di pranzo, con entrata gratuita. Insomma, una festa di dieci giorni. Visto il successo dello scorso anno, arrivato su questa linea, immagino proseguiremo in questa direzione.
Parlando da artista, invece: il futuro di Nolan Quinn? Lo Swiss Jazz Award ha cambiato qualcosa in te?
Senza svelare troppo, dopo il prossimo lavoro di repertorio mi muoverò verso altri territori, non puramente legati al quintetto jazz avuto sino a ora, che propone l’aspetto più classico di questa formazione, quello dell’era cool del jazz, o modernizzato. Mi muoverò in stile forse più latino, spagnoleggiante. E se il mio contributo qui al festival sarà sempre il benvenuto, anche questa sarà una bella posizione da curare. Quanto allo Swiss Jazz Award, più che cambiare me ha cambiato il pubblico, perché molte persone appassionate al mio stile hanno reagito positivamente alla consegna del premio, c’è stata una eco che mi ha aiutato, e che ha anche portato a nuovi concerti e contatti.
Le ‘Sister Cities’ Ascona e New Orleans, le due sorelle della musica, consolidano il gemellaggio. JazzAscona 2023 prenderà il via il 22 giugno alle 18.30 con la brass band Treme’Lafitte, prima della cerimonia d’apertura fissata per le 19. Tra i grandi nomi della 39esima edizione, da qui alla fine dell’evento, si segnalano China Moses, figlia di Dee Dee Bridgewater (29 e 30.6), John Boutté, fratello del celebre Lillian (24.6), Wes ¨Warmdaddy’ Anderson (22-24.6), già al fianco di Wynton Marsalis, e Stefano Di Battista (27.6), ad Ascona con il suo tributo a Morricone. Christoph Grab raccoglierà da Nolan Quinn lo scettro dello Swiss Jazz Award, presentandosi in tre distinte proposte musicali.
Le luci del lungolago e del Borgo si accenderanno anche sulla musica svizzera e ticinese, da Manon Mullener ai Low Fve, dai suddetti Hammond Conncetion 4tet agli Hotlanta di Lombardi e Bertini, al blues di Freddie & the Cannonballs a quello di Marco Marchi con i suoi Mojo Workers, a Sandro Schneebeli con Stella Cruz. Il programma completo è su www.jazzascona.ch.