A 25 anni dalla riapertura del Teatro Sociale, che fu all'insegna di Fellini, la Civica Filarmonica ‘diretta’ da Marie-Caroline Hominal, il 28 e 29 aprile
“Il palco del Teatro Sociale di Bellinzona si è di nuovo animato di luci, musiche e sensazioni grazie alla prima mondiale dello spettacolo ‘Snaporaz Fellini’. La pièce, messa in scena dalla Compagnia Teatro dell’Archivolto di Genova e diretta da Giorgio Gallione, ripercorre i ricordi, i sogni e i fantasmi del grande regista Federico Fellini, scomparso quattro anni or sono”.
Sì, c’è un errore. Federico Fellini non è morto quattro anni fa; saranno trent’anni a ottobre. È che il pezzo dal quale l’incipit è tratto inizia con “Dopo ventisei anni di attesa”, e apparve sulla RegioneTicino del 10 ottobre 1997, giusto un giorno dopo la riapertura del teatro bellinzonese. Si parla della prima del 9 ottobre, con foto del pubblico in sala e locandina dello spettacolo. Su questa scia spazio-temporale, venerdì 28 e sabato 29 aprile, sempre alle 20.45, il Teatro Sociale proverà a riprodurre quell’emozione lontana, per ricordare i 25 anni dalla riapertura della struttura e attingendo dallo spirito onirico del mondo creato dal grande regista italiano, suoni e visioni che ancora aleggiano nella struttura (ne sono convinti gli organizzatori, e dopo la prova generale vista mercoledì sera – per quanto la location già faccia tanto di suo – si può dire che non parlano a vanvera…).
Nel 1997 fu una compagnia teatrale; oggi è una filarmonica, la Civica Filarmonica di Bellinzona; venticinque anni fa fu Giorgio Gallione, oggi (domani e dopodomani) è Marie-Caroline Hominal, prestigiosa artista associata del Teatro Sociale di Bellinzona, che ha allentato le ‘rigidità’ delle filarmoniche e rimestato il rapporto palcoscenico-platea, quello palcoscenico-galleria e ogni altro luogo possibile. Compreso il direttore d’orchestra, coinvolto anch’egli nella teatralità del tutto. Franco Arrigoni, restando per un attimo alla sola musica, dirige la Civica Filarmonica sulle composizioni scritte da Nino Rota, chi altri, musicista che fu un tutt’uno con Fellini da ‘Lo sceicco bianco’ (1952) a ‘Prova d’orchestra’ (1978), colonna sonora registrata poco prima di morire, il 10 aprile di 44 anni fa. Rota che fu da Oscar per la miglior colonna sonora nel 1975, non felliniana ma che la Civica omaggia, riproponendo dal ‘Padrino’ il celebre ‘Tema d’amore’. Felliniana è invece la suite da ‘La strada’, che ogni volta prende allo stomaco; felliniani sono gli estratti da ‘Otto e mezzo’, ‘Giulietta degli spiriti’, ‘La Dolce vita’, ‘Amarcord’ e tanto altro.
Teatro Sociale
In prova
In ‘Fanfara Favolosa’, Hominal cura regia e coreografia. Al suo fianco, Rocco Schira. Senza entrare troppo nei dettagli, il palco – inizialmente ‘allo stato brado’ – è allestito in diretta dai musicisti, alcuni di essi simpaticamente felliniani nel doversi presentare al pubblico, e felliniani in pieno in quel che vien chiesto loro di fare sin dall’inizio. Il resto lo fanno il Sociale, la musica e l’onirico di cui sopra. Ed è vero quanto dice Hominal sul fatto che “immaginare questo progetto in un magnifico teatro all’italiana ha la grandiosità di un intero corpo di ballo”, perché la filarmonica a modo suo danza, sulle note che hanno “nutrito la mia infanzia”, l’infanzia di Hominal ma anche l’infanzia di tutti, o almeno di molti. Di tutto l’onirico annunciato, spicca un momento/citazione di ‘elevazione’ strumentistica reso particolarmente suggestivo dal disegno luminoso di Marzio Picchetti.
“Per rendere omaggio ad un monumento della cultura cinematografica mondiale come Fellini ci sono solo due strade: o si è totalmente altro, oppure si è felliniani fino in fondo. Ogni via di mezzo è necessariamente un’operazione incompiuta”, scriveva nel 1997, dopo la ‘prima’ di Gallione, un giovane Gianfranco Helbling (che adesso vecchio non è; sono quelle cose che si dicono quando si spulciano gli archivi). Lo scriveva in veste puramente giornalistica e sempre su queste pagine, un tempo in un compostissimo bianco e nero alla ‘Otto e mezzo’. E questa ‘Fanfara Favolosa’, che si appropria del teatro e lo fa suo (fa suo il teatro e non soltanto quello, ma bisogna aspettare la fine…), è felliniana quanto basta. Basta e avanza. Avanza in tutti i sensi, anche in quello prettamente motorio. Buona visione a chi ci sarà, dunque. E se non fossimo stati abbastanza chiari, “nulla si sa, tutto s’immagina” (ipse dixit).
La ‘Fanfara Favolosa’ è inserita nella rassegna ‘Classica’ del cartellone del Teatro Sociale. I biglietti sono ottenibili presso l’InfoPoint Bellinzona (Piazza Collegiata 12, tel. 091 825 48 18), sul sito www.ticketcorner.ch e in tutti i relativi punti vendita.
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