laR+ L’intervista

Vladimir Luxuria: ‘Maurizio Costanzo ha migliorato la mia vita’

L’attivista, scrittrice ed ex politica alla Regione: ‘Ci ha insegnato che anche se i tempi non sembrano maturi, puoi sempre fare in modo che lo diventino’

Correva l’anno 1998
(Facebook Vladimir Luxuria)
24 febbraio 2023
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"Abbiamo cominciato insieme. Eravamo una categoria forte e giovane che ha rivoluzionato la radio negli anni più belli anche insieme a Boncompagni. Poi, le nostre strade si sono divise ma siamo sempre rimasti amici. Ci mancherà" (Renzo Arbore); "Credo che il Maurizio Costanzo Show sia ancora, in questo momento, la forma più moderna di televisione, perché è essenziale, non ha bisogno di null’altro, è la messa in scena della vita delle persone in cui persone e personaggi si confondono" (Fabio Fazio); "Appena arrivai a Roma, la prima intervista importante me l’ha fatta Maurizio: era il 1960, l’anno delle Olimpiadi a Roma, lui scriveva allora sul settimanale Grazia. È il primo personaggio che ho conosciuto, da lì è nata una relazione di grande amicizia e rispetto" (Pippo Baudo).

Nel ricordo di Maurizio Costanzo, morto oggi a Roma all’età di 84 anni, tra le dichiarazioni degli omologhi i social ne regalano una assai umana. "Hai migliorato la mia vita. La mia gratitudine sarà eterna". Viene da Vladimir Luxuria, ex politica italiana, attivista, scrittrice, e personaggio televisivo che sulle assi del Teatro Parioli, dove andava in scena il ‘Maurizio Costanzo Show’, fu protagonista di una delle puntate da ricordare. «È successo nel 1998, al tempo vivevo a Roma», dice Vladi, da noi raggiunta telefonicamente. «Me n’ero andata via da Foggia, mia città d’origine, e nonostante non avessi mai realmente litigato con i miei genitori, c’era tra di noi un rapporto gelido e un po’ ipocrita, nel senso che non si affrontavano mai certe situazioni legate alla mia identità sessuale. Si parlava del tempo, degli studi universitari, ci si chiedeva "Come va?" e "Come stai?"».

La felicità

Di quel rapporto asettico, e di quel malessere interiore, Costanzo si accorse: «Lo intercettò, da persona sensibile quale era. Nello studio del Parioli dove mi riceveva prima che si andasse sul palco, dove parlavamo degli argomenti che avremmo affrontato, mi chiese ‘abruptly’, come dicono gli inglesi, come andassero le cose con mia madre: io mi aprii, gli raccontai, e lui mi propose di invitarla nel suo show. Io acconsentii, perché ero sicuro che mia madre non avrebbe mai accettato un invito di questo tipo, essendo persona abbastanza riservata. E invece, forse per il fatto che a chiamarla fosse stato il Costanzo del Maurizio Costanzo Show, persona autorevole per la quale lei aveva sempre avuto stima, mia madre accettò l’invito, con mia grande sorpresa. Ricordo che mi tremarono le gambe perché sapevo di cosa si sarebbe parlato».

E infatti: «Si parlò della mia identità di genere, con Costanzo molto attento, anche dopo, quando volle sapere da me come avessi vissuto la puntata. Per la prima volta, a fine trasmissione mia madre mi declinò al femminile e disse: "Auguro a mia figlia solo una cosa: la felicità". Ecco perché dico che mi ha cambiato la vita». Al termine di quel momento di televisione utile, il lungo applauso da parte del pubblico, la commozione di tutti, anche dell’intervistatore. Oggi, nella consueta schiettezza, Vladi aggiunge: «Costanzo l’ha migliorata anche dal punto di vista lavorativo, la mia vita, perché invitarmi al suo show, che era ‘il’ talk show, mi ha resa famosa, e sdoganata al grande pubblico».

Bigotti e mafiosi

Che televisione era, Vladi, che show era? «Io guardavo il Maurizio Costanzo Show rapita già da prima che lui m’invitasse. Ricordo questi ‘Uno contro tutti’ di cui si parlava tutta la settimana. Era una televisione che faceva opinione, anche perché al tempo c’erano molte meno trasmissioni televisive. C’era quel talk show e poi ce ne furono tanti altri, ma nati dopo e sulla scia di quello». Non che non si alzasse già la voce: «Qualche lite c’era. Chi non ricorda Sgarbi, Aldo Busi, ma si litigava in modo molto sincero. Lì non si chiamavano gli applausi, c’era un pubblico che decideva chi applaudire e chi meno». Altri flashback: «Nei giorni di Muccassassina (circolo di cultura omosessuale, nei primi Novanta artisticamente diretto da Vladimir Luxuria, ndr), venivo ospitata al Maurizio Costanzo Show senza alcun problema con abiti decisamente eccentrici, fantasiosi. E poi Costanzo mi ha dato grandi soddisfazioni, ho avuto la possibilità di conoscere Franco Califano, di duettare con Gabriella Ferri e Orietta Berti. Quella trasmissione è un album di memorie sul quale non calerà mai il sipario. Ho ancora le Vhs delle registrazioni di quando ero ospite. Le custodisco gelosamente».

Quanto a Maurizio Costanzo, per finire: «Era il giornalista coraggioso, uno che non temeva le reazioni dei bigotti se doveva parlare di sessualità o transessualità, o nemmeno temeva la reazione dei mafiosi quando doveva parlare di mafia. Il più grande insegnamento che ha dato a tutti è che se sei convinto delle tue idee, le devi portare avanti. Anche se i tempi non ti sembrano maturi, puoi sempre fare in modo che lo diventino».

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