laR+ L’intervista

Le Donne, la musica e Ornella Vanoni

Superato l’incidente che ha fermato il tour, l’artista italiana sarà a Lugano venerdì 3 febbraio, con band tutta al femminile (galeotto fu Paolo Fresu)

‘Dietro un sipario, quanto lavoro si fa! Si nasce e si cresce, cambiando ogni volta città’
(Stefano Guindani Sgp Italia)
31 gennaio 2023
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‘Le Donne e la musica’ è il suo ritorno nei teatri. Risolto un incidente di percorso, Ornella Vanoni fa tappa a Lugano con Sade Mangiaracina (piano e arrangiamenti), Eleonora Strino (chitarra), Federica Michisanti (contrabbasso), Laura Klain (batteria) e Leila Shirvani (violoncello), formazione tutta al femminile. L’appuntamento (la citazione è casuale) con l’interprete della musica italiana e internazionale – 112 lavori tra album e lp, 55 milioni di dischi venduti, tre volte ‘Tenco’ – è per venerdì 3 febbraio alle 20.45 al Palacongressi (www.biglietteria.ch).

Buongiorno Ornella, come sta?

Me la cavo.

Ma le interviste le piacciono ancora?

Relativamente. Io sono sempre io, mi conosco a memoria.

Com’è tornare a teatro?

Bello. Era molto che non facevo tour. O meglio, ho ricominciato quest’anno e non avrei mai pensato di rompermi il femore. Riesco comunque a stare in piedi, anche se non posso camminare e usare il palco come vorrei. A volte mi piacerebbe allungare il passo e andare a sedermi al piano, ma non so cosa potrebbe succedere in quei due metri. Ma va bene lo stesso.

La note che accompagnano lo spettacolo dicono ‘Canzoni, musica e ironia’, qualità, quest’ultima, che presuppone l’essere a proprio agio sul palco. Si fa fatica a credere che lei sia stata timida…

Era così, forse non si vedeva, forse lo nascondevo bene. Più che altro sembravo stronza, ecco. In verità stavo soltanto mascherando un’insicurezza.

"Suonare con lei è un’opportunità umana e artistica molto grande", ha detto Eleonora Strino, sua chitarrista, che ha appena suonato ad Ascona. Ci parla di questa band?

È stato Paulo Fresu a parlarmi di queste soliste, viste al festival jazz di Barchidda (in Sardegna, ndr). Era fine agosto: avevo deciso che avrei voluto suonare con loro, io pazza e il mio agente più pazzo di me, perché era già tardi per trovare le date, i teatri sono sempre pieni; ero contentissima e mi sono rotta il femore: sono stata operata con addosso l’ansia di dover mandare a monte tutto, ma con coraggio sono voluta salire sul palco e il concerto l’abbiamo fatto. Le date sono una decina, lo dico sempre, soprattutto a Mangiaracina: "Stiamo provando adesso". È un gruppo con il quale non ci eravamo mai viste né incontrate, nemmeno le musiciste tra di loro. Abbiamo provato un giorno e mezzo, è stato un salto nell’acqua gelida.

Lei ci tiene a specificare: una formazione di sole donne non porta con sé alcun significato recondito...

Infatti, che differenza c’è? Se sono brave sono brave. In Italia non mi risultano formazioni di questo tipo, e nel loro caso non si tratta di un gruppo di musiciste, ma di soliste, come dimostra il fatto che Eleonora faccia concerti da sé.

Tutti le chiedono dei suoi amori, io vorrei chiederle dei suoi dischi.

Proviamo.

L’ultimo è ‘Unica’. Dentro c’è ‘Ornella si nasce’, scritta per lei da Renato Zero. Per scrivere una canzone così, lui deve conoscerla davvero bene.

Sì, con Renato siamo amici da tanto tempo.

"Dietro un sipario, quanto lavoro si fa! Si nasce e si cresce, cambiando ogni volta città". È l’essenza del suo lavoro?

…"maschere nuove, la faccia è pur sempre la tua". Sì, questo è il lavoro che tutti facciamo, chi più a lungo chi meno, come Renato e tutti questi personaggi che in questo momento possono permettersi di restare una settimana al Circo Massimo. È una cosa che posso paragonare ai miei dieci giorni al Teatro Smeraldo. Ora nei teatri si resta un giorno, o due come Elisa, ma nel suo caso c’entravano le riprese televisive (la data milanese di ‘An Intimate Night’, trasmessa nel gennaio scorso da Canale 5, ndr). Oggi, tenere i teatri per lungo tempo è diventato impossibile. Forse solo Checco Zalone ci riesce.

Mi permetto di dire che ‘Un sorriso dentro al pianto’ è stata una grande scelta: come seleziona gli autori?

‘Un sorriso dentro al pianto’ è una canzone meravigliosa, difficile trovarne un’altra così. È stata la Bmg a presentarmi Gabbani, che mi è piaciuto subito, simpaticissimo, molto carino. Io ci ho aggiunto una parola, poi Pacifico, l’ultimo dei poeti liberi che scrivono poesie anche per gli altri, ci ha messo altro di suo.

‘Ornella Vanoni – Live @Rsi 1982’, anche in dvd, registrato a Lugano...

Me lo ricordo quel concerto. Amo moltissimo la Svizzera. Mio papà costruì una casa a Paradiso, moltissimi anni fa, io avrò avuto 23, 25 anni. Mia madre non volle andare ad abitarci, l’avrei ammazzata…

Anno 1976: ‘La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria’...

Quello è il disco più bello, fa parte dei capolavori, ma dei capolavori mondiali. È stata un’esperienza meravigliosa: mangiavamo, ridevamo, piangevamo, ci s’innamorava e ci si lasciava. È stato un momento molto intenso, di un’intensità che forse oggi riescono a vivere soltanto i giovani artisti. Come i rapper, che hanno il proprio entourage che li sostiene. Gente come Marracash, Fabio mi piace tanto. E mi piace tanto anche Mahmood. Achille Lauro, invece, non l’ho mai sentito tanto. Ma canta?...

… è una domanda?

Sì, è una domanda. Ho visto un suo passaggio televisivo, o forse sul telefonino. Era un concerto, quindi vuol dire che canta. Il fatto è che oggi è talmente tutto focalizzato sull’immagine che a un certo punto basterebbe quella. Le immagini ormai sono più forti dello stesso personaggio, parlo in generale. Salvo per quelli che hanno una forte personalità, come Marracash, appunto, che canta ma scrive anche. Non a caso gli hanno dato la Targa Tenco.

Un ultimo disco: ‘Argilla’, 1997…

È un album stupendo, è talmente bello che forse è questo il più bel disco che ho fatto, tutto in diretta, con i jazzisti, a partire da Paolo Fresu.

Anni fa, Joni Mitchell ebbe parole lusinghiere su di lei. E lei, quali cantanti ha amato?

A partire da Billie Holiday, ne ho amate tante. Anche Joni Mitchell. A un certo punto è sparita, dev’essersi ammalata e per tanto tempo non l’ho più vista. È riapparsa di recente. E poi c’è Barbra Streisand, che è la cantante assoluta.

Per finire: guarderà il Festival?

Sì che lo guarderò. Vado sempre dai Lavezzi a commentare.

Date i voti?

Sì, diamo i voti.