Lo spettacolo della giovane compagnia Agemò Teatro verrà rappresentato in prima svizzera sabato 21 gennaio al Teatro Foce di Lugano
Lo spettacolo ‘Giostra’ della compagnia Agemò Teatro è il lavoro vincitore del bando testinscena® 2022, concorso di testi teatrali inediti in lingua italiana rivolto alle giovani compagnie della Svizzera italiana e della Lombardia, ideato e sostenuto dalla Fondazione Claudia Lombardi per il teatro.
La giuria – composta da Francesca Sangalli, drammaturga, autrice e sceneggiatrice; Claudio Chiapparino, direttore Divisione eventi e congressi della Città di Lugano; Ermanno Nardi, project manager di Industria Scenica; Gianfranco Helbling, direttore del Teatro Sociale di Bellinzona; Sabrina Faller, giornalista culturale di Rete Due (Rsi) – ha voluto premiare il lavoro di Agemò Teatro che dimostra di voler approfondire temi dal forte impatto esistenziale e di scavare nella natura più intima dell’essere umano. Il testo, di Michele Ruol, è messo in scena da Gerardo Benedetti, giovane attore alla sua prima regia. Con lui sul palco Monica Buzoianu e Francesca Santamaria Amato. La scenografia è affidata a Greta Gasparini, il disegno luci ad Alessandro Benedetti e il suono a Fabrizio Calfapietra. Ad accompagnarli nel lavoro, in qualità di tutor, è stata Simona Gonella.
Lo spettacolo verrà rappresentato in prima svizzera sabato 21 gennaio 2023 al Teatro Foce di Lugano alle 20.30 (con replica domenica 22, alle 16). Ad abitare la scena sono un marito e una moglie, con una casa, due figli e una routine che giorno dopo giorno fa dimenticare sé stessi, fino a quando un nuovo inaspettato amore giunge a sancire la rottura definitiva di questo matrimonio/inganno. Il testo presenta la struttura di un classico triangolo amoroso che, inserito all’interno di una trama dalla semplicità disarmante, diviene il pretesto per indagare rapporti umani basati su una ferocia endemica. Michele Ruol fornisce un bestiario di cliché relazionali e psicologici che si snodano abbandonando la diacronia tipica di un testo drammatico, per sostituirla con l’asfissiante ripetitività delle scene che, ripartendo sempre dall’inizio, portano la vicenda a esasperarsi e avvelenarsi. Il campione umano analizzato è quello di una famiglia borghese, al cui interno si consumano perversioni e brutalità, indice di storture emotive profonde e intricate, che riversandosi nelle relazioni le fanno deflagrare. Lo spettacolo diviene così una lucida e spietata metafora della vita.
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