Teatro

Scienza e umanità, il ‘Processo Galileo’

Il nuovo spettacolo teatrale per la regia di Andrea De Rosa e Carmelo Rifici debutterà in prima assoluta il 7 novembre sul Palco Sala Teatro, al Lac

Luca Lazzareschi, in primo piano, e Milvia Marigliano
(Masiar Pasquali)
28 ottobre 2022
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Cosa sappiamo del rapporto fra scienza e umanità? A partire da questo interrogativo di fondo è stato concepito e costruito lo spettacolo ‘Processo Galileo’ (presentato questa mattina in conferenza stampa a Lugano), perché proprio prendendo come fonte di ispirazione la storia del fisico, astronomo, filosofo, matematico, scrittore e accademico vissuto a cavallo fra XVI e XVII secolo, è possibile farsi un’idea della questione e capire i meccanismi di questa mai facile relazione.

Proemio

Seppur questo articolo sia dedicato alla produzione dello spettacolo – scritto a quattro mani da Angela Dematté e Fabrizio Sinisi, per la doppia regia di Andrea De Rosa e Carmelo Rifici – e alle sue rappresentazioni, non possiamo prescindere da un paio di annotazioni sulla figura di Galileo Galilei. Saltiamo dalla sua nascita nel 1564 a Pisa al 1604, quando lo studioso inizia a sostenere il sistema eliocentrico e copernicano, per cui la Terra non è al centro dell’universo, ma vagabonda intorno al Sole, benché segua un’orbita fissa. Tesi sostenuta dalle osservazioni empiriche permesse da uno strumento fondamentale che vede la luce in quell’epoca: il cannocchiale. Galileo ne costruirà uno nel 1609. Sette anni dopo, viene denunciato alla Santa Inquisizione. Nel 1632 pubblica il ‘Dialogo sopra i due massimi sistemi’ che lo condannerà, l’anno successivo, al processo al Sant’Uffizio (papa Urbano VIII aveva perso la pazienza). Nonostante l’abiura, vivrà gli ultimi anni della sua vita agli "arresti domiciliari" ad Arcetri, dove morirà nel 1642 (non prima di aver pubblicato in Olanda i fondamentali ‘Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze’).

Sulla scena

‘Processo Galileo’ – una produzione di Lac, Teatro Piemonte Europa, Emilia Romagna Teatro / Teatro Nazionale – verrà rappresentato in prima assoluta il 7 novembre al Lac di Lugano (alle 20.30), con repliche l’8 e il 9 novembre (alla stessa ora). La tournée dello spettacolo valicherà quindi i confini nelle settimane successive, per approdare in alcuni teatri del Norditalia.

Ispirato alla vita e all’opera del padre della scienza moderna (ma lo abbiamo già scritto) lo spettacolo – fra gli altri con Luca Lazzareschi e Milvia Marigliano – è diviso in tre atti, o meglio tre storie, come illustrato in conferenza stampa. La prima, un prologo ambientato nel passato, è costruita sulla filologia e ha alla sua origine documenti storici di Galilei (materiali dal processo, il carteggio col cardinale Bellarmino, il testo dell’abiura…), un primo atto che mette sul piatto diversi temi: il rapporto tra scienza e potere, tradizione e coscienza, ma pure la questione dell’inscindibilità dell’apparato tecnico-scientifico. La seconda storia è ambientata nel presente, la sua protagonista è una giovane donna, madre e intellettuale (scrivono nelle note di regia), che "è chiamata a raccontare in una rivista divulgativa" un nuovo paradigma posto dalla scienza. Nell’ultimo atto, si guarda al futuro e si mette in scena un tribunale… "Tre sequenze che corrispondono ad altrettanti processi che – con diversi linguaggi e modalità espressive – indagano i destini e gli interrogativi del mondo contemporaneo e di quella che oggi chiamiamo modernità", stralcio tratto dalle note di regia.

Aneddoto: la genesi

Procediamo a ritroso e torniamo alla genesi di questo lavoro («difficile e complesso da raccontare») che apre la stagione dedicata al rapporto fra scienza e arti sceniche, declinato in una decina di appuntamenti sotto il cappello del focus ‘La luce dell’ombra’ (titolo dell’intera stagione). De Rosa e Rifici durante la presentazione lo hanno detto subito: un duo di registi, a teatro, è un fatto inconsueto. Ma questo duo è nato dal caso. Entrambi stavano lavorando – in maniera distaccata – a uno spettacolo sul rapporto fra uomo e scienziato, insomma a progetti molto simili fra loro. Entrati in contatto, si rendono conto del "doppione": uno di loro avrebbe quindi dovuto rinunciare. Ma c’era una seconda opzione: lavorare insieme. Così è stato e da lì si è instaurata un’inedita «forma di fratellanza».

Infine, ecco le proposte della mediazione culturale sempre sotto il tema cardine ella stagione, che intendono rispondere all’esigenza d’indagare e raccontare il rapporto fra umanità e scienza. Dei tredici appuntamenti dal prossimo novembre a marzo 2023, segnaliamo un paio, rimandando per queste e altre informazioni, così come per la prevendita dei biglietti dello spettacolo, al sito www.luganolac.ch. Martedì 8 novembre, alle 18.30, il Palco Sala Teatro ospiterà un incontro con i registi di ‘Processo Galileo’, che illustreranno le novità nella modalità produttiva e creativa all’interno del panorama teatrale odierno. E ancora, mercoledì 9, il laboratorio ‘Il racconto disegnato. Storie da raccontare e animare’ dedicato ai bambini (4-7 anni; alle 14.30) e ai ragazzi (8-11 anni, alle 1615) nell’Atelier.