Domani, alle 15.30, l’Orchestra, diretta da Béran, inaugura la 75esima edizione del Locarno Film Festival con la proiezione del regista Griffith
Anche quest’anno, grazie all’Orchestra della Svizzera italiana (Osi), il Locarno Film Festival inizierà la nuova edizione con un salto nel passato per portarlo nel presente. Un salto lungo oltre un secolo, giusto il tempo di tornare al 1919 e ritrovare ‘Broken Blossoms’, lungometraggio del pioniere e grande maestro del cinema David Wark Griffith. A dargli suoni e musica 103 anni dopo saranno le musiciste e i musicisti dell’Osi diretti da Philippe Béran che, domani (mercoledì 3 agosto) al Palexpo (Fevi) alle 15.30, inaugureranno l’edizione eseguendo dal vivo le musiche del film composte da Carl Davis.
Sullo schermo tornerà a vivere con una nuova voce uno dei capolavori del cinema muto americano, interpretato da una delle prime e più grandi star del cinema mondiale: Lillian Gish. Musa di Griffith, a ventisei anni Gish – che nel 1971 sarebbe stata insignita di un Oscar onorario – riuscì in un’interpretazione indimenticabile nei panni di una ragazzina tredicenne, Lucy Burrows. Al suo fianco, nel ruolo di Cheng Huan, l’attore newyorkese Richard Barthelmess. In ‘Broken Blossoms’ il regista di ‘Intolerance’ e ‘The Birth of a Nation’ continuò il suo inesauribile processo di sperimentazione, con controcampi e soggettive capaci di ipnotizzare il pubblico; talento e gesti che saranno mossi e sottolineati dalle musiche eseguite dall’Osi.
«Broken Blossoms è un film incredibile, incredibilmente moderno e addirittura contemporaneo, sia per il linguaggio, sia per i temi che tratta – racconta Philippe Béran –. È tecnicamente meraviglioso e per me sarà un onore essere il primo al mondo a dirigerlo dopo Carl Davis. Mi ha mandato una partitura scritta appositamente per questo film: farla ascoltare al pubblico di Locarno sarà una vera gioia ed emozione». Spiega ancora il direttore d’orchestra: «Nel 1919, il film era accompagnato da musiche scritte da Louis F. Gottschalk, che Davis ha ripreso e ri-arrangiato negli anni Ottanta. La musica segue fedelmente il movimento cinematografico, il "touch" di questo melodramma e passa da momenti che ti trasportano in Cina, quando in scena c’è Yellow Man, sottolineati da uno strumento particolare come il cimbalom, alla potenza di Wagner, quando la camera passa al padre di Lucy (Lillian Gish, ndr) e alla sua violenza. Le musiciste e i musicisti dell’Orchestra che avrò il piacere di dirigere saranno 48 e insieme ricostruiremo un’atmosfera veramente particolare, unica, lontana un secolo ma fortemente attuale».
La proiezione è resa possibile grazie all’Osi, all’Associazione Amici dell’Orchestra della Svizzera italiana (Aosi) e con il sostegno della Fondazione per la cultura.