Premio del pubblico alle ultime Giornate di Soletta, di e con Bernard Campan e Alexandre Jollien: non la solita “commedia drammatica con handicap”
Ci sono due cose che possono affossare la voglia di vedere ‘Presque’ di e con Bernard Campan e Alexandre Jollien; purtroppo entrambe vanno fatte, in una recensione. La prima è citare il titolo internazionale, quello con cui lo si trova nelle locandine dei cinema della Svizzera italiana: ‘Beautiful Minds’, con giusto una "s" finale a distinguerlo dal blockbuster di Ron Howard pur non avendo nulla in comune con quel film. La seconda è raccontarne la trama che, per quanto ci si possa sbizzarrire, avrà comunque quel retrogusto di "già visto".
Louis, impresario di pompe funebre rigoroso e professionale, incontra – o meglio si scontra, visto che come capita in fin troppi film è un incidente stradale a farli conoscere – Igor, un disabile con paralisi cerebrale. Un disabile con paralisi cerebrale appassionato di filosofia. Avanti veloce, Louis deve portare un corpo in Francia per il funerale e si ritrova, sul carro funebre, un imprevisto passeggero vivente: Igor. Impossibile farlo tornare a Losanna, l’unica è andare fino Montpellier con lui. Come è giusto che sia, il formale Louis prima sopporta la presenza di Igor, poi la accetta e alla fine impara da Igor quello che davvero conta nella vita e Igor a sua volta scopre il mondo superando la protezione materna.
"Il film ripercorre il viaggio della gioia, ma anche della tragedia, dell’esistenza, che lega morte e handicap, dove tutto diventa un trampolino di lancio, una chiamata alla gioia della solidarietà" si legge nella sinossi di questo film che ha vinto il premio del pubblico alle ultime Giornate di Soletta. Per fortuna c’è altro da dire, iniziando dal fatto che quello che vediamo sullo schermo è una trasposizione del vero incontro tra i due registi/protagonisti: Bernard Campan non è un impresario di pompe funebri ma un attore comico (faceva parte del trio francese Les Inconnus) e regista, Alexandre Jollien non è un fattorino che si intrufola nei carri funebri ma è filosofo e scrittore con paralisi cerebrale, non si sono incontrati dopo un incidente ma con una telefonata dopo una trasmissione tv, ma i due sono effettivamente molto legati e hanno portato su schermo la loro intesa.
L’idea di realizzare un film vagamente ispirato alle loro vite è stata del produttore Philippe Godeau, ma il merito di aver trasfigurato in maniera convincente e interessante le proprie vite va tutta a Campan e Jollien che hanno anche inventato tutta una serie di situazioni divertenti, introdotto personaggi di contorno curiosi e ben interpretati, come la madre di Igor, già ricordata, o la ragazza alla quale Igor e Louis danno un passaggio in auto. Il film tocca anche temi delicati come la sessualità: lo fa con rispetto ma, appunto, si limita a toccarli senza affrontarli e alla fine lo spettatore resta solo con il ricordo di una bella storia d’amicizia. Anche la filosofia antica, di cui Jollien è esperto e Igor appassionato, rimane una curiosità, lo spaesamento nel vedere una persona semiparalizzata citare Epicuro e gli Stoici.
Perché vederlo: perché non è la solita "commedia drammatica con handicap"; perché è una storia reale, anche se non vera.
Che cosa funziona: le ottime interpretazioni di Campan, Jollien e degli altri attori.
Che cosa non funziona: la storia un po’ scontata; il film intrattiene ma non osa fare di più.