Non solo le trecento canzoni incise, ma anche il suo lavoro da autore. È un record assoluto, una somma più alta della transazione Dylan-Universal
Ben oltre i 400 milioni incassati da Bob Dylan, che lo scorso anno portò a termine un simile accordo con la Universal: Bruce Springsteen avrà dalla Sony oltre mezzo miliardo di dollari per la cessione del suo intero catalogo musicale (300 canzoni incise) e per il suo lavoro di autore. Le fonti della notizia sono Billboard e il New York Times, che riferiscono di come fosse stato l’insieme dei testi, passato ora a Sony Music Publishing, che nelle ultime fasi aveva tenuto ferma la trattativa. Springsteen lavora con la Columbia Records (ora di proprietà della Sony) dal 1972 e nel corso della revisione di un contratto, avvenuta negli anni 90, aveva acquistato tutti i diritti sulla propria musica.
A questa corsa alla monetizzazione, amplificata dalla pandemia che ha bloccato tour e singoli concerti, si sono ‘iscritti’ anche Neil Young, con la vendita del 50% del proprio catalogo a Hipgnosis per 150 milioni di dollari, ma con l’impegno da parte del fondo britannico a tenere lontane ‘Heart Of Gold’ e il resto delle canzoni dalla pubblicità. Hanno venduto le proprie opere anche Paul Simon, sessant’anni di diritti alla Sony, Tina Turner e Mick Fleetwood, questi ultimi alla Bmg, Dolly Parton ci sta pensando, gli eredi di David Bowie invece già ci hanno pensato (con Warner).
Nel 2020, secondo Variety, il catalogo degli album di Springsteen ha generato profitti per 15 milioni, cui si aggiungono 7,5 milioni l’anno per il catalogo editoriale. Prima della pandemia, i tour avevano fruttato 840 milioni solo tra il 2010 e il 2019.