Spettacoli

900presente: ‘Sentinella, quando finisce la notte?’

L’Ensemble900 diretto da Arturo Tamayo ha proposto, in streaming, un Concerto italiano

16 marzo 2021
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Cinque musiche apparse dal 1956 al 1979, opere di quattro compositori italiani così diversi, che a trovare una loro comune peculiarità mi aiuta un libello di Indro Montanelli apparso in quegli anni: “l’Italia ha un nuovo dittatore! È un uomo che ha vinto in contemporanea il Festival di San Remo e la classifica dei cannonieri nel campionato di calcio, è stato portato in trionfo a Roma e ha preso i pieni poteri.”

Luigi Dallapiccola (1904-1975), Luciano Berio (1925-2003), Niccolò Castiglioni (1932-1996), Salvatore Sciarrino (*1947) coprono un arco di tempo di tre generazioni, le loro biografie mostrano percorsi umani e artistici diversi, ma con una scelta di campo assolutamente in comune: la distinzione netta fra la musica seria e quella di intrattenimento, che peraltro ha sempre contraddistinto i programmi di 900presente.

Dallapiccola nasce in Istria, territorio dell’Impero austro-ungarico, ma poi va a scuola nella musicalissima Graz, dove il padre, patriota italiano, è stato confinato. Dopo il crollo dell’impero, puòiniziare a Firenze gli studi al conservatorio, ma l’attendono il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale. A Berio e Castiglioni sono riservati solo i disagi del fascismo e della guerra, manca loro l’esperienza diretta del mondo di ieri, quello descritto da Stefan Zweig, che si dissolve. Dallapiccola precede Berio e Castiglioni anche nell’approccio ad Arnold Schönberg: a vent’anni lo sente dirigere il suo “Pierrot lunaire”, ne è affascinato e così si interessa alle sue nuove teorie dodecafoniche. È l’inizio di un rapporto conflittuale, e forse per questo proficuo, con la musica atonale, sempre dominato dalla convinzione che la tonalità esiste e esisterà ancora a lungo.

Nel 1945 finisce la guerra. Per l’Europa occidentale, per l’Italia in particolare è l’anno zero, l’inizio di un lungo periodo di pace e prosperità, nonostante la guerra fredda, forse proprio grazie ad essa. Dallapiccola vi arriva con alcune opere importanti già presentate al pubblico, Berio e Castiglioni ancora sconosciuti. Ma tutti tre acquisteranno rapidamente fama internazionale. Saranno a Darmstadt in Germania, a Taglewood negli Stati Uniti, in tanti altri posti importanti per la musica contemporanea. Ma non si lasceranno travolgere dall’euforia delle avanguardie che nascono e si scavalcano, dei linguaggi che si reinventano di anno in anno; la dodecafonia che diventa serialismo integrale, ma vien spiazzato via dalla musica aleatoria, a sua volta travolta dagli happening di un dadaismo riscoperto con mezzo secolo di ritardo….

Tra le opere eseguite domenica a 900presente, le due di Dallapiccola, “Tartiniana Seconda” per violino e ensemble , “Piccola musica notturna” per ensemble, che contrastano per la loro forte tonalità con “Tropi” per ensemble di Castiglioni e ”Chemin IV” per oboe e 11 archi di Berio, invece completamente atonali, dovettero sembrare in quel contesto ricerche poco significative di nuovi linguaggi.

Come fu giudicata nel 1979 l’opera del trentaduenne Salvatore Sciarrino “Che sai guardiano della notte?” per clarinetto e ensemble, che riecheggia il testo biblico “Sentinella, quando finisce la notte?” (Isaia 21, 11-12). Sciarrino sembrava possedere allora l’intuizione dell’artista che anticipa l’evoluzione del mondo, in questo caso l’evoluzione delle neuroscienze, della percezione uditiva che gli scienziati distingueranno in “bottom up” e “top down”. Fra i molti riconoscimenti che ha ricevuto mi sembra che il “Musikpreis Salzburg” del 2006, che ha un po’ il sapore di un Nobel per la musica, sia il più significativo anche perché lo colloca tra i compositori del XXI secolo.

La sua musica notturna eseguita nel concerto di domenica, dev’essere uno scambio di emozioni sensuali fra esecutori e ascoltatori. È penalizzante doverla eseguire senza la presenza del pubblico. Ma siamo comunque grati per la trasmissione in streaming che ci è stata offerta e che ci consente di esprimere ogni elogio ai magnifici strumentisti dell’Ensemble 900, ai tre solisti – l’oboista Anna Štrbová, il clarinettista Jonas Morkunas e la violinista Irenè Fiorito –, diretti questa volta da Arturo Tamayo.