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Festival, la direzione artistica secondo Nadia Dresti

Nominata direttrice ad interim, l’ex responsabile di Locarno Pro spiega il profilo ideale per guidare il festival: conoscere il cinema e avere i contatti giusti

Nadia Dresti (Locarno film festival)
5 ottobre 2020
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Chi dirigerà il Locarno film festival? Dopo la brusca partenza di Lili Hinstin, annunciata a fine settembre, il Consiglio direttivo ha condotto una “prima e approfondita analisi”, come si legge nel comunicato stampa. Ma se in questa analisi è contenuto un nome, lo si saprà nelle prossime settimane, quando si riunirà il Consiglio d’amministrazione del festival. Nel frattempo, una nomina c’è stata: quella di Nadia Dresti a direttrice artistica ad interim.

Un incarico, specifica la diretta interessata, volto unicamente a garantire la continuità operativa. E non c’è dubbio che Dresti la conosca bene, la realtà del festival: nel 2000 ha dato vita al settore Industry, oggi Locarno Pro (anch’esso in attesa di un nuovo responsabile dopo la partenza di Valentina Merli), ricoprendo il ruolo di International Advisor dopo la nomina a direttrice della Ticino film commission (incarico che, tornando momentaneamente a tempo pieno al festival, lascia: a breve si aprirà un concorso pubblico per il successore).

Sempre nel segno della continuità, sono state annunciate nuove nomine: la vicedirettrice operativa Simona Gamba avrà il compito di espandere le attività digitali del festival oltre i tradizionali confini temporali e geografici dell’evento, mentre Giada Peter sarà responsabile della comunicazione.

Da Locarno Pro, che ha creato e diretto per anni, a International Advisor e adesso alla direzione artistica ad interim.

Sono anche già stata vicedirettrice artistica, per cui conosco bene il funzionamento dell’ufficio programmazione. Ma il mio ruolo sarà garantire la continuità, mi occuperò della quotidianità della direzione artistica: di sicuro non inizierò a selezionare film, cosa che spetta al futuro direttore artistico, o alla futura direttrice artistica. Non è il mio ruolo e sarebbe ingiusto verso chi arriverà: mi occuperò della continuità sia della parte artistica, sia di Locarno Pro, perché a livello internazionale le richieste continuano ad arrivare, bisogna rispondere agli inviti.

Non sarà quindi una direzione artistica completa.

No, e non è mia intenzione diventare direttrice artistica: non è mia ambizione perché non è il mio profilo, io sono vicina all’industry, la mia forza non è l’artistico ma più legata all’economia, al mercato cinematografico. E sono sicura che con un direttore o una direttrice con competenze artistiche come tutti quelli che abbiamo avuto, e con una persona che farà quello che facevo io a Locarno Pro, il Festival di Locarno potrà solo continuare a crescere.

Un interim di “gestione corrente”, quindi. 

Esattamente: un lavoro per il quale servono determinate competenze. Per questo motivo hanno chiamato me: per assicurare la continuità, per chiarire che il Festival non è in balia degli eventi.

Quanto tempo pensa di restare come direttrice ad interim?

Della nomina si occupa il Consiglio direttivo, del quale non faccio parte. Ma penso che in un mese o due la nuova direzione sarà nominata e che per gennaio la persona scelta sarà operativa. Poi tutto è possibile e se avranno bisogno di me, con il ruolo di direttrice a interim, un mese in più io ci sono. Poi tornerò a essere International Advisor come prima.

Però lascia il posto di direttrice della Ticino Film Commission.

Continuerò la collaborazione anche con loro, come consulente. La richiesta di Marco Solari mi ha un po’ dato la scossa per dire: “Ecco, sono riuscita a dare alla Film Commission una dimensione internazionale, posso tranquillamente lasciare la direzione a un’altra persona”. Restando, ripeto, vicina, come advisor: penso che le mie competenze siano più utili così.

Si aprono adesso tre posizioni: direzione artistica del Festival e di Locarno Pro; direzione della Ticino Film Commission. Secondo lei quali sono i profili ideali?

Il direttore, o la direttrice, di Locarno deve essere innanzitutto una persona che conosce il cinema: cinefilo, o cinefila, ma anche con una sensibilità per il pubblico perché non dobbiamo dimenticare Piazza Grande. Diciamo un amante del cinema a 360 gradi e che abbia già un ‘carnet d'adresses’, che disponga di buoni contatti a livello internazionale.

Per la Ticino Film Commission, invece, occorre una persona che abbia contatti con il resto della Svizzera e con l’Europa, per portare le riprese nel nostro territorio. Era questa la mia forza: convincere le varie produzioni che è meglio girare in Ticino che non in un altro posto.

Contatti principalmente europei, per la Film Commission?

Sì: il Festival è molto internazionale per cui lì serve anche Asia, America Latina. Ma per la Ticino Film Commission è difficile che uno venga dall’America a girare in Ticino, a parte il James Bond sulla diga della Verzasca…

Per Locarno Pro?

Sicuramente una conoscenza dell’industria internazionale, dei mercati. Locarno ha un livello troppo alto per non avere dei professionisti in queste posizioni chiave: si tratta di specializzazioni del mestiere del cinema che è difficile trovare in Ticino o in Svizzera.

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