Il direttore Etienne Reymond racconta la nuova stagione musicale del Lac, tra “il grande repertorio e brani inaspettati”
Valerij Gergiev con l’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, Paavo Järvi e Maria João Pires con l’Orchestra della Tonhalle di Zurigo, Sir András Schiff, l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam, l’Orchestra Mozart con Daniele Gatti, i Barocchisti, l’Orchestra Mozart a Pasqua. E il concerto, in programma il 22 novembre, con due giganti: il pianista Maurizio Pollini Riccardo Muti alla guida dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini. «Sono molto orgoglioso che uno di questi rari concerti di Pollini e Muti sia a Lugano» ci spiega Etienne Reymond dopo aver presentato la stagione 2020-21 di LuganoMusica della quale qui abbiamo dato un breve assaggio dei nomi (tutti i dettagli si possono trovare su luganomusica.ch), senza dimenticare gli altri appuntamenti della stagione, come i concerti di Electro Acoustic Room e Early Night Modern, le conferenze pre-concerti, la serie Un quadro una musica.
Presentazione in video, perché la situazione sanitaria ha fatto preferire un annuncio online dei concerti – oltre ovviamente a gravare sulla stagione appena annunciata che potrebbe subire modifiche, anche se la speranza è di dover al massimo ritoccare i programmi in caso si debbano fare concerti senza pausa.
Ma la stagione per ora è lì, ricca di grandi interpreti e importanti orchestre come sempre. «Nel mondo della classica lavoriamo anche con tre anni di anticipo» ci spiega Etienne Reymond. «La stagione era pronta, salvo alcuni dettagli, già a gennaio-febbraio; poi a marzo si è fermato tutto». Per il momento «abbiamo cambiato solo la programmazione per due delle orchestre ospiti, per avere un organico più ridotto».
Una stagione fatta di “opere del grande repertorio e di brani inaspettati”. E tanto Novecento, forse un po’ trascurato nelle passate edizioni.
Direi che fin dall’inizio abbiamo avuto aperture, magari più verso il contemporaneo che verso il Novecento. Già nella prima stagione un brano di Nadir Vassena, poi due composizione di Jörg Widmann, una di Wolfgang Rihm, una serata dedicata a Francesco Hoch…
Lo spunto per il fil rouge di quest’anno è il recital del pianista Daniil Trifonov, previsto il 1º marzo: il suo concerto si intitola “Decades”, decenni. Per ogni decennio del Novecento Trifonov presenta un brano che gli pare emblematico. Ne ho quindi approfittato per chiedere ad artisti e orchestre di includere, nei limiti del possibile, un brano del periodo che ho esteso fino a oggi.
Per il fine settimana dei quartetti (29-31 gennaio 2021) ho ad esempio invitato il Jack Quartet, specializzato nella musica di oggi e suonerà Heinz Holliger e Wolfgang Rihm. Poi da un po’ di tempo Nadir Vassena mi parlava del suo desiderio di scrivere delle melodie su testi di Fabio Pusterla e quindi avremo questa prima assoluta alla fine della stagione.
Altro appuntamento “inaspettato” è probabilmente la serata che abbina il Quartetto Energie Nove a letture dai romanzi di Dostoevskij.
Sì. Non vorrei svelare la stagione teatrale del Lac, ma abbiamo visto con il direttore Carmelo Rifici che io riuscirò ad avere l’Orchestra
del Teatro Mariinskij con Gergiev, mentre lui – se andrà tutto bene – avrà un’importante compagnia russa… non voglio svelare di più, ma abbiamo voluto fare uno spettacolo incrociato, con musica e parola sul tema della Russia. Ecco lo spettacolo con il Quartetto Energie Nove, Igor Horvat e Anahì Traversi.
Altro concerto inaspettato, quello dei King’s Singers.
Sì, sono sei cantanti, sei solisti che partono dalla tradizione dei madrigali del Rinascimento arrivando fino a oggi, tra composizioni vocali originali e trascrizioni. È un concerto che considero di musica classica, con musicisti classici, ma che esce dall’ordinario. Per concludere la stagione, a maggio, ho pensato di provare un programma più aperto, impegnativo ma più aperto.
Programma impegnativo: non teme di ‘spaventare’ il pubblico di LuganoMusica?
Lo dico in piena sincerità: trovo che il nostro pubblico sia aperto. Anche quando abbiamo avuto dei brani impegnativi, come il Quintetto di Jörg Widmann o anche il suo concerto per violino: certamente è rimasto un po’ sorpreso ma ha accolto la novità.
Con questo fil rouge “Panorama dal Novecento a noi” volevo far vedere tutte le sfaccettature del Novecento, perché di solito si pensa subito al filone dodecafonico – che sarà presente, con Schönberg, Stockhausen… – ma abbiamo voluto dare spazio alla corrente oserei dire un po’ più melodica: Thomas Adès, Arvo Pärt, Francis Poulenc, Sergej Rachmaninov che è sempre parte del Novecento. Per la parte neoclassica degli anni Trenta abbiamo Prokof’ev e Stravinskij. Ho voluto far vedere la ricchezza estetica del Novecento, perché pochi altri secoli hanno avuto una varietà di estetiche così grande.
Pubblico aperto e solidale con LuganoMusica: in molti hanno rinunciato al rimborso per i concerti annullati.
Sì. Siamo stati molto commossi da questo gesto. So che è successo ad altri colleghi, in Svizzera e all’estero: noi organizzatori vediamo che buona parte del pubblico è affezionata, capisce le difficoltà e ci aiuta. Come hanno già detto molti miei colleghi, i tempi difficili per noi organizzatori cominciano adesso. Perché chiudere i teatri e annullare i concerti, come ordinato dalle autorità, era abbastanza facile, pur con il peso sul cuore per gli artisti che si sono trovati senza lavoro. Adesso invece si tratta di riaprire, e distruggere è sempre più facile che costruire. Ma siamo fiduciosi.