Dopo Locarno 2014, ora tocca alla Mostra d'Arte Cinematografica fare i conti con le polemiche sul regista polacco condannato per stupro
La presenza di Roman Polanski è scomoda. Lo sanno bene a Locarno, dove doveva presenziare nel 2014 al Festival, salvo poi rinunciare a causa delle polemiche che il suo arrivo aveva suscitato. Questa volta tocca alla Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia fare i conti con il controverso registra polacco. Il suo "J'Accuse" sul caso Dreyfuss (il capitano alsaziano di origine ebraica accusato a fine Ottocento di essere spia della Germania e condannato all'ergastolo) sembra sia un quasi capolavoro, ma l'eventuale presenza al Lido del regista sta già provocando polemiche in America dove si sottolinea che la Mostra darebbe ospitalità ad un condannato per stupro di una minorenne, con un mandato di cattura internazionale ancora pendente, per giunta contumace e espulso dall'Academy degli Oscar.
A complicare le relazioni con gli Stati Uniti per la Mostra ci sono anche altri due fattori: Nate Parker, il regista e attore di The Birth of a Nation, incluso in Sconfini con il nuovo film American Skin (avrà Spike Lee come padrino) ha un'accusa di stupro risalente al 2001 quando era studente di college e per la vicenda fu già boicottato e poi la questione gender gap con due sole registe donne in concorso (Haifaa Al-Mansour con The Perfect Candidate e Shannon Murphy con Babyteeth) mentre altri festival, come Cannes, hanno fatto passi avanti.