MEDIA

Giù le tv, su i social

I risultati del monitoraggio annuale dell'Ufficio federale delle comunicazioni

‘E tutti intorno seduti a guardare...’
(Keystone)
1 dicembre 2023
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L'anno scorso diversi grandi media hanno perso terreno in termini di potere sull'opinione, in particolare la SSR, ma anche giornali molto popolari quali ‘Blick’ e ‘20 minuti’. Lo evidenzia il Monitoraggio media Svizzera per il 2022, secondo il quale invece i social, Facebook a parte, sono in avanzata. Nel raffronto annuale, si legge nello studio, il potere sull'opinione cumulativo di tutti i 176 ‘media brand’ analizzati è diminuito di quasi il 7% su scala nazionale. Le maggiori perdite sono state accusate soprattutto dalla TV, ma anche dai programmi radio. Il calo ha riguardato pure marchi con ampio potere sull'opinione, quali i già citati ‘20 minuti’ (inteso a livello svizzero), Facebook o ‘Blick’, e portali come Watson. Poiché sono stati soprattutto i pesci grossi a soffrire, il divario tra i media più grandi e quelli più piccoli è generalmente diminuito, il che, secondo gli autori della ricerca, è di buon auspicio per la diversità di opinione.

Riguardo alla tv, il canale svizzero-tedesco SRF 1 ha perso il 19% della sua influenza nel giro di dodici mesi. Un ribasso percentuale a due cifre è stato accusato anche da RTS 1. Tra i media tradizionali, nella top 20 ha guadagnato solo la ‘Neue Zürcher Zeitung’ (+10%). Per quel che concerne i social, Facebook ha ceduto il 13%, mentre Instagram e YouTube sono cresciuti rispettivamente del 7 e del 3%. Clamoroso, perlomeno in valori percentuali, il boom di TikTok (+69%): l'app per video brevi resta però lontana dai marchi più potenti. In Ticino, fra i media locali ‘Corriere del Ticino’, RSI LA 1, ticinonews.ch e TeleTicino hanno subito i cali più consistenti, nell'ordine del 20% o più. Il CdT è comunque quello con più potere sul pubblico, davanti a tio.ch, RSI LA 1, ‘laRegione’ e Rete Uno.

Il Monitoraggio media Svizzera è giunto alla sua sesta edizione ed è realizzato dalla società Publicom per conto dell'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM). L'anno scorso, lo studio aveva riferito per la prima volta che i media online avevano superato la televisione come categoria più influente.