Il rapper sardo ha organizzato il concerto sotto falso nome e ne va fiero: mentre Fedez s'infuria, Francesco De Gregori la pensa diversamente...
Volano stracci tra rapper e ancora ne voleranno perché i rapper hanno nomi importanti. Di venerdì 13 agosto, Salmo – all’anagrafe Maurizio Pisciottu, campione di vendite e di streaming transitato da Locarno nel giugno 2019 – ha riunito quattromila persone per un concerto no-mask e, in generale, contro ogni regola vigente in materia sanitaria al molo Brin, che a Olbia è l’equivalente del Circo Massimo di Roma quando si tratta di concerti. Le immagini dei giovani accalcati sotto il palco per un evento nato come sostegno alle famiglie colpite dagli incendi in Sardegna, hanno fatto il giro dei social e il locale Comune, di lunedì mattina, ha cominciato la ricerca dei responsabili, dopo aver preferito che l’evento si svolgesse sino al termine “per non produrre problemi di sicurezza e di ordine pubblico”. Il caso, con tutta probabilità, approderà alla Procura di Tempio Pausania; è certo anche il rapper aveva manifestato pubblicamente la volontà di organizzare un concerto a sorpresa in Sardegna e, si dice in ambienti investigativi, gli era stato intimato di non farlo. Certo è anche che Salmo, per saltare tutti gli ostacoli, ha organizzato il suo live “sotto il falso nome di Dj Triplo”, e quindi ”in Comune non sapevano di trovarsi davanti 4mila persone”, ha dichiarato lo stesso rapper su Instagram. “Sapevo a cosa andavo incontro – ha specificato – ma non me ne frega”. In aggiunta: “Che io abbia fatto una cazzata è discutibile. Ho fatto un live sotto la ruota panoramica, a dieci metri dal corso, dove ci saranno minimo 10mila persone al giorno ammassate senza mascherina, perché non è più obbligatoria in pubblico“.
Le reazioni dei colleghi, diluite nel weekend, dicono del post di Alessandra Amoroso che “nel rispetto di tante persone” crede “sia opportuna una tua spiegazione”; per Gemitaiz – stufo “di vedere i concerti pieni con la gente in piedi mentre io e molti miei colleghi aspettiamo da due anni di poter fare il nostro lavoro” – un invito ad andarsene dall’Italia “se avete modo”, in quanto “Paese di furbetti e ipocriti”. Da Ghali, invece, un invito ad abbassare i toni: è inutile “scannarci in momenti come questi”, dice l’autore di ‘Good Times’, da cui l’invito a un tavolo di discussione; per Shade, ancor più dalla parte di Salmo, “chi s’indigna per l’assembramento a Olbia si è forse perso quelli per lo scudo dell’Inter e per l’europeo dell’Italia”.
Abbiamo scritto che volano stracci, e gli stracci sono di Salmo e di Fedez, che di sabato mattina scriveva: “Sfruttare la nostra condizione di privilegio, aggirare le regole per soddisfare capricci personali. Questo non aiuta nessuno. Avete sputato in faccia a migliaia di onesti lavoratori dello spettacolo che quest’anno cercano di tirare avanti con immensi sacrifici rispettando le regole per andare alla pari con i conti (quando va bene)”. Salmo ha risposto in questi termini: “Non ho aderito alle tue iniziative perché mi stai sul c**** (…) Sei un politico? Fammi capire se quando parlo con te sto parlando con un artista o con un politico”. E Fedez ha chiuso il giro (per ora) in questi: “Ora che ci hai spiegato come hai preso per il c*** la tua città e la tua isola, ora finalmente ti va di dirci cosa farai per sostenerla? Contribuire ad alzare il livello di rischio sanitario di una regione sostenendo pure di farlo pure per aiutarla non fa di te un artista, fa di te un narcisista e anche del tipo più pericoloso perché evidenzia che in te mancano l'empatia e la maturità necessarie per proteggere la collettività”. E “visto che ti chiedi se stai discutendo con un artista o un politico ti rispondo: stai discutendo con un adulto”.
In arrivo ad Alghero per due concerti, ha detto la sua anche Francesco De Gregori, su facebook: “Su Salmo dobbiamo riflettere e non semplicemente condannare la sua trasgressione alle regole. Io gli sono comunque grato per aver richiamato l'attenzione sul fatto che per una partita di calcio si possa stare in 15mila in uno stadio mentre per i concerti all'aperto c'è un limite di mille persone sedute e distanziate”, una limitazione “profondamente ingiusta” che “mortifica la nostra dignità professionale”. Chiedendosi “a cosa serve allora il green pass”, De Gregori conclude così: "Ancora una volta che chi è chiamato a decidere non ha nessun rispetto e nessuna attenzione per la musica leggera e per il nostro pubblico”.