La poesia di Fabio Pusterla letta nei pressi delle macerie e definita dallo stesso autore 'sbagliata, perché scritta sulla scia di sdegno e rabbia'
Sulle macerie e nei pressi delle macerie rimaste dopo la distruzione dell'ex Macello di Lugano, ordinata dalla maggioranza del Municipio di Lugano e perpetrata nella notte di domenica; tre giorni dopo, mercoledì sera, decine di autogestiti e sostenitori dell'autogestione si sono radunati pacificamente per leggere lettere, declamare poesie. Fra i poeti intervenuti, Fabio Pusterla, il quale ha letto 'Un sabato a Lugano', un testo che l'autore ha scritto «in un momento di sdegno e di rabbia» e che sin dall'esordio ha chiarito trattarsi di una «poesia sbagliata».
laRegione, autorizzata dall'autore, ne pubblica qui l'audio, riportandolo al giusto contesto precisato dallo stesso poeta, il quale ha evidenziato, tra gli applausi dei presenti: «È una poesia sbagliata perché l'ho scritta sulla scia dello sdegno e della rabbia e non è questa la strada che io penso si debba seguire. Tutti abbiamo, credo, in questi giorni, e voi molto più di me, sentito lo sdegno, la rabbia, l'ingiustizia di cui molti hanno parlato. Ma io credo che appunto questa sia una strada che vada superata con altro, con qualcosa di positivo. Quello che ho sentito in tutte le cose che abbiamo ascoltato questa sera sono io quello che ha detto le cose più brutte. E credo che questa sia davvero una cosa su cui riflettere per non cadere nella trappola che attende tutti noi. La rabbia e la violenza farebbero il gioco di chi la rabbia e la violenza l'ha usata qui dietro in tutt'altro modo».