Negli ultimi quarant'anni, chi parla italiano o dialetto ticinese o grigionese, è calato dall'11 all'8%. In aumento il francese, ma anche le lingue non nazionali
In Svizzera la ripartizione delle lingue nazionali ha subito importanti cambiamenti negli ultimi 40 anni. Fra il 1970 e il 2016 il numero di persone che ha indicato l’italiano (o il dialetto ticinese o grigionese) come idioma principale è calato in Svizzera, passando dall’11 all’8%. Lo indica oggi l’Ufficio federale di statistica (UST).
Diminuisce anche la quota del tedesco, passata dal 66 al 63%, e del romancio, dallo 0,8 allo 0,5%, mentre il francese è in crescita, dal 18 al 23%. La progressione più marcata è rappresentata dalle persone che hanno menzionato una lingua non nazionale (dal 4 al 22%), anche perché dal 2010 nelle rilevazioni è possibile indicare due lingue principali. Fra queste le più citate sono l’inglese e il portoghese.
Sul posto di lavoro lo svizzero tedesco è la lingua più usata (65% delle persone attive occupate), davanti al tedesco standard (35%), al francese (29%), all’inglese (19%) e all’italiano (9%).
A casa o in famiglia, il 59% delle persone parla abitualmente svizzero tedesco, il 24% francese, l’11% tedesco standard, l’8% italiano. Seguono l’inglese (5%) e il portoghese (4%).
Fra le persone di oltre 25 anni, una su cinque impara una lingua. La preferita è l’inglese (35%), davanti al francese (15%), al tedesco (13%) e all’italiano (11%).
In valore assoluto le persone che parlavano la lingua di Dante nel 2016 erano 673’000. A livello di città, erano oltre 20’000 quelli che a Zurigo usavano l’italiano come lingua principale, a Ginevra poco meno di 12’000 e a Basilea circa 10’000. Per quanto riguarda i cantoni, dopo il Ticino (267’600) quello con più italofoni era Zurigo (72’200), davanti a Vaud (33’800), Argovia (28’500), Berna (28’000) e Ginevra (25’600). Seguono i Grigioni con 22’100.