Ottobre 2023 il più caldo da sempre a livello mondiale, settembre quello più rovente in Svizzera: i fenomeni ‘letti’ dal meteorologo di MeteoSvizzera
Prima, in estate, il grande caldo. Caldo che poi, anziché scemare gradatamente, è proseguito per gran parte di settembre, per successivamente perdere qualche grado, ma nemmeno troppi, in ottobre. Solo ora, con l'inizio di novembre, le temperature sembrano aver... fatto pace, almeno parzialmente, col calendario. Così, quasi da una settimana all'altra, si è passati da maniche corte e bermuda, a giacche già un po‘ imbottite e pantaloni lunghi.
E immancabilmente c‘è chi ha rispolverato il più classico dei detti: ’Non ci sono più le mezze stagioni‘. La conferma arriva dai dati: con una media globale di 15,38 gradi, ottobre è stato il mese più caldo mai registrato al mondo. Il campanello d'allarme sui cambiamenti climatici, e in particolare sul riscaldamento globale, lo lancia l’Osservatorio europeo sui cambiamenti climatici Copernicus, secondo cui con ogni probabilità l'intero 2023 si avvia a superare il record annuale stabilito nel 2016.
E in Svizzera, come stanno andando le cose? Abbiamo girato la domanda a Lorenzo Di Marco, meteorologo previsore di MeteoSvizzera a Locarno Monti. «A livello nazionale non c‘è stato il record assoluto: quello appena passato è infatti stato ‘solo’ il secondo mese di ottobre più caldo dall'inizio del rilevamento delle temperature, ossia dal 1864. Che arrivava però in scia a un mese di settembre che aveva sì fatto segnare il primato a livello nazionale».
Entriamo però nel dettaglio del decimo mese dell'anno: «La prima metà è stata caratterizzata da un periodo particolarmente soleggiato. Con l'alzarsi dello Scirocco, il vento da caldo proveniente da sud-est, la seconda parte di ottobre è stata caratterizzata da precipitazioni intense, sia all'ovest del Paese (Vallese e Alpi occidentali in particolare), sia al sud».
Il record mondiale di ottobre e quello nazionale di settembre non lasciano però spazio a grandi dubbi: stiamo andando verso un sostanziale e generalizzato innalzamento delle temperature. Un record dovrebbe insomma tirare l'altro... «Occorre considerare che, in un contesto di cambiamenti climatici, le temperature stanno aumentando rispetto alla norma di riferimento 1991-2020, ragion per cui è molto più probabile che ogni ’tot‘ mesi ci si ritrovi alle prese con nuovi riscontri superiori alla norma, quando non con veri e propri primati».
Cosa si può invece dire circa i fenomeni atmosferici estremi: anche per quelli c’è da attendersi un sensibile aumento della frequenza con cui si possono verificare? «Per quel che concerne gli scenari climatici c‘è un po’ più di incertezza. Ciò che si può comunque affermare è che stiamo riscontrando una certa tendenza verso gli estremi della distribuzione di questi fenomeni atmosferici. In altre parole, se prendo ad esempio le precipitazioni, possiamo avere sia estremi in negativo (cioè periodi siccitosi come quelli che abbiamo avuto negli anni scorsi), sia in positivo (piogge abbondanti ed eventi più violenti in breve tempo, come è stato il caso della grandinata nel Locarnese a fine agosto). Ecco, questo tipo di eventi, tendenzialmente, si dovrebbero potenzialmente verificare con maggiore frequenza».
Un po‘ come nel 2022, anno che caratterizzato da diversi primati in fatto di meteorologia, pare di capire... «La tendenza è ormai quella. L'anno scorso a livello di nevicate, in Ticino ce n'era stata una particolarmente copiosa a inizio dicembre e poi praticamente più niente fino a fine stagione, quando ce se ne era verificata un'altra, sorta di beffa per gli amanti dello sci... In termini assoluti, l'autunno 2022 è stato il terzo più torrido in Svizzera dall'inizio delle misurazioni. Gennaio è invece stato il mese più caldo da sempre; ricordo in particolare le temperature record che avevamo rilevato tra il 31 dicembre e il 2 gennaio. Se a ciò aggiungiamo un'estate 2022 seconda nella classifica delle estati più roventi del nostro Paese, ne ricaviamo un anno, il 2022, che era stato il più caldo in assoluto, con una media di 1,6 gradi sopra la norma pluriennale 1991-2020».
Quale sarà lo scenario meteorologico che ci dovremo attendere per le prossime settimane? «Sul breve termine, i prossimi giorni saranno ancora caratterizzati da correnti provenienti da ovest, con venti sostenuti in montagna, e con tante perturbazioni che vengono trasportate velocemente attraverso il nostro Paese. Ciò, ad ogni buon conto, dovrebbe condizionare maggiormente il tempo a nord delle Alpi, mentre il sud (e dunque il Ticino) dovrebbe essere riparato dalla catena alpina. Già lo scorso fine settimana è ad esempio caduto più di un metro di neve in Vallese, e anche nei prossimi giorni, in particolare tra venerdì e sabato, sono da attendersi altre abbondanti precipitazioni, in parte pure di carattere nevoso. Ora come ora non vediamo profilarsi un anticiclone di blocco, ragion per cui la tendenza indica uno scenario simile anche peri primi giorni di settimana prossima. Le temperature, generalmente, dovrebbero alzarsi di qualche grado, pure in montagna. Il limite delle nevicate, ad esempio, per il sud dovrebbe risalire dagli 800-1'200 metri di giovedì, 9 novembre, ai 2'000 metri di settimana prossima».
Ci sarà la caratteristica ’cartolina’ imbiancata per le festività? «Così in là le previsioni ovviamente non vanno: per un lasso di tempo simile possiamo unicamente parlare di tendenze, stimando se precipitazioni e temperature saranno tendenzialmente superiori o inferiori alla norma, oppure ancora in sintonia con essa... Per le prime, restando al sud delle Alpi, dovremmo essere suppergiù nella media stagionale pluriennale, con un dicembre meno bagnato rispetto a novembre. Le temperature dovrebbero invece ricalcare la tendenza degli ultimi anni, ossia più alte (anche se non in maniera particolarmente esagerata) rispetto ai valori di riferimento 1991-2020. Di conseguenza la probabilità di un bianco Natale è piuttosto contenuta».