Scienze

Rischio di demenza legato all’insufficienza di vitamina D

Sono le conclusioni a cui è giunta una ricerca genetica condotta in Australia. Relazioni anche con l’ictus

Meglio prevenire...
(Keystone)
16 giugno 2022
|

Una ricerca genetica condotta in Australia ha messo in luce un legame diretto tra la demenza e l’insufficienza di vitamina D.

Lo studio della Università dell’Australia meridionale ha esaminato i legami fra la vitamina D, le funzioni di neuro-imaging e il rischio di demenza e di ictus. E indica che bassi livelli di vitamina D erano associati con minori volumi cerebrali e con un rischio accresciuto di demenza, la sindrome cronica o progressiva che porta a un deterioramento nella funzione cognitiva, e che è spesso causata dal morbo di Alzheimer.

La ricerca guidata dalla responsabile del Centre for Precision Health dell’University of South Australia, Elina Hypponen, ha esaminato l’impatto di bassi livelli della vitamina (25nmol/L) e il rischio di demenza e di ictus, analizzando i dati di quasi 300’000 soggetti ottenuti dalla Biobank del Regno Unito, che registra i contributi della predisposizione genetica e dell’esposizione ambientale allo sviluppo della malattia.

Nella ricerca pubblicata sulla rivista Original Research Communications, gli studiosi hanno condotto analisi genetiche e individuato un effetto causale tra deficienza di vitamina D e demenza. E hanno ipotizzato che in alcune popolazioni fino al 17% dei casi di demenza potrebbero essere prevenuti, aumentando per tutti l’assunzione di vitamina D fino a 50 nmol/L.

La maniera più efficace di assorbire vitamina D è l’esposizione al sole, ricordano, ma molte persone trascorrono periodi di tempo eccessivi al chiuso e all’aperto si coprono o usano crema solare, come peraltro raccomandato. Gli autori raccomandano di esporsi al sole con le braccia e il viso esposti 15 minuti al giorno, più a lungo se si ha la pelle più scura.