Misurazioni effettuate in Austria, nei pressi dell’Osservatorio del Sonnenblick, parlano di 42 chili di particelle al chilometro quadrato
Misurazioni effettuate in Austria, nei pressi dell’Osservatorio del Sonnenblick, situato a 3106 metri sopra il livello del mare, evidenziano che ogni anno a quell’altitudine si depositano circa 42 chili di nanoplastiche al chilometro quadrato. Prima di finire lassù, alcune particelle hanno percorso fino a duemila chilometri. Lo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Pollution, è stato condotto da Dominik Brunner, ricercatore presso il Laboratorio federale di prova dei materiali e di ricerca (Empa), insieme a colleghi dell’università di Utrecht, in Olanda, e del Servizio meteorologico e geofisico austriaco. Secondo le loro stime, ogni anno finirebbero sui suoli svizzeri fino a tremila tonnellate di questi materiali.
I ricercatori si sono concentrati su una piccola area di alta montagna, situata nel Parco nazionale Alti Tauri, dove dal 1886 sorge un osservatorio dell’Istituto centrale di meteorologia e geodinamica, riferisce l’Empa in una nota odierna. Ogni giorno alle 8 del mattino, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, hanno rimosso parte dello strato superiore di neve in una zona delimitata, raccogliendo minuscole particelle di plastica. Hanno in seguito potuto risalire alla loro origine, facendo capo ai dati meteorologici, in particolare quelli relativi al vento. Circa il 30% delle nanoplastiche proveniva da un raggio di 200 chilometri, principalmente dalle città. Ma ci sono indicazioni che sono arrivate fino lassù anche particelle provenienti dall’Atlantico e finite nell’aria attraverso gli spruzzi delle onde. Il 10% sarebbe stata trasportata dal vento per oltre 2000 chilometri.
Le nanoplastiche sono il risultato dell’abrasione dei rifiuti e sono così minuscole e leggere che il loro movimento nell’aria può essere paragonato a quello di un gas, rileva l’Empa. Brunner e i suoi colleghi hanno sviluppato un metodo chimico che determina la contaminazione dei campioni utilizzando uno spettrometro di massa. Secondo l’Empa, con questo studio è stata realizzata la misurazione più accurata di sempre dell’inquinamento dell’aria da parte di nanoplastiche. Brunner ha precisato che i risultati devono essere confermati ed estesi, aggiungendo che 42 chilogrammi di nanoplastica per chilometro quadrato all’anno possono sembrare alti per un picco alpino, ma in realtà i dati raccolti si situano in una forchetta che va da 17 a 74 chilogrammi.
Secondo gli autori della rilevazione, mentre si moltiplicano i risultati di studi sulle microplastiche, quelli sulle nanoplastiche sono ancora molto carenti. Si stima che finora nel mondo siano state prodotte oltre 8’300 milioni di tonnellate di plastica, il 60% delle quali è oggi un rifiuto.