Lo ha individuato il telescopio spaziale Cheops, grazie al lavoro di un team internazionale con partecipazione svizzera
Grazie al telescopio spaziale Cheops, un team internazionale con partecipazione svizzera ha individuato un esopianeta a forma di pallone da rugby. Secondo il lavoro pubblicato sulla rivista ‘Astronomy & Astrophysics’, la causa di questa particolare conformazione è da ricercarsi nelle intense forze di marea. Sulla Terra, le maree sono principalmente generate dalla Luna e dalla sua forza gravitazionale. Essa provoca deformazioni nelle masse d’acqua e differenze di livello notevoli in numerosi luoghi, che però sono appena visibili dallo spazio. Lo stesso non si può dire per il pianeta WASP-103b, dove il fenomeno delle maree è estremo vista la prossimità con la stella attorno alla quale orbita. Questo esopianeta ci mette un solo giorno per ruotare intorno alla sua stella e le maree sono così potenti che lo deformano fino a farlo sembrare un pallone da rugby, scrivono in un comunicato congiunto le università di Ginevra e Berna.
Situato nella costellazione di Ercole, la quinta più grande del cielo, WASP-103b ha una taglia quasi doppia rispetto a Giove, il pianeta più grande del nostro sistema solare. La distanza dalla sua stella è circa 50 volte inferiore a quella Terra-Sole.
I telescopi Hubble e Spitzer avevano già osservato in passato il pianeta. Tuttavia, è l’alta precisione di Cheops (CHaracterising ExOPlanets Satellite) che ha permesso agli scienziati di misurare il minuscolo segnale della deformazione dovuta alle maree, alla distanza siderale di oltre 2’800 anni luce. Gli esperti sono riusciti a trarre conclusioni non solo sulla forma del pianeta, ma anche sulla composizione. L’équipe internazionale è in effetti stata in grado di dedurre il cosiddetto “numero di Love” (dal nome del matematico britannico Augustus E.H. Love), che indica la ripartizione della massa e dà indizi sulla struttura interna.
Tale parametro è simile a quello di Giove, che è un gigante gassoso. Questo suggerisce che le strutture interne dei due pianeti siano comparabili, nonostante WASP-103b sia due volte più grande. Si può quindi immaginare, afferma, citata nella nota, Monika Lendl, professoressa del Dipartimento di astronomia dell’Università di Ginevra e co-autrice dello studio, che questo esopianeta sia “altamente gonfiato a causa del riscaldamento emanato dalla sua stella molto vicina e forse di altri meccanismi”.
L’incertezza riguardo al numero di Love resta comunque piuttosto alta, rendendo necessarie altre future osservazioni tramite Cheops – una missione congiunta dell’Agenzia spaziale europea e della Svizzera – e il telescopio spaziale James Webb, lanciato lo scorso 25 dicembre, per risolvere i misteri che attorniano WASP-103b.