Scienze

Più dolci, meno sport: tra i bimbi cresce la Covibesity

I pediatri lanciano l’allarme: in Italia quattro bambini su dieci hanno peggiorato l’alimentazione. Sette consigli per ripristinare sani stili di vita

La pandemia ha modificato le abitudini alimentari dei bambini
(Keystone)
22 ottobre 2021
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Roma – L’aumento di peso è andato di pari passo con la pandemia. Negli Usa è raddoppiato l’incremento dell’indice di massa corporea rispetto al periodo pre-Covid, mentre in Italia circa 4 bambini su 10 hanno modificato le proprie abitudini alimentari. A lanciare l’allarme nei confronti della ‘Covibesity’, termine comparso in letteratura scientifica per descrivere l’aggravamento dei tassi di obesità dovuto al confinamento causato dal Covid, è la Società Italiana di pediatria (Sip). E proprio dai pediatri arriva un manifesto con sette consigli per ripristinare sani stili di vita messi a dura prova in quasi due anni di pandemia.

A confermare quello che più esperti nei mesi scorsi avevano già segnalato sono i numeri. Secondo uno studio dei Cdc (Centers for Disease Control and Prevention) statunitensi, condotto su oltre 432mila bambini e ragazzi tra 2 e 19 anni, il tasso di incremento dell’indice di massa corporea (che misura il rapporto tra peso e altezza) è raddoppiato rispetto al periodo pre-pandemico, mentre la percentuale di bambini e ragazzi obesi in un anno è passata dal 19,3% al 22,4%. E chi era già in sovrappeso lo è diventato ancora di più, ‘guadagnando’ oltre mezzo kg al mese, un ritmo di crescita che in 6 mesi significa 3-4 kg in più, più del doppio di quello che dovrebbe essere il giusto aumento di peso.

Abitudini alimentari modificate

Per i bambini e gli adolescenti italiani, che già prima della pandemia registravano tassi di sovrappeso pari al 20,4% e di obesità pari al 9,4%, il quadro non cambia. Studi hanno dimostrato come il 40% dei bambini ha modificato le proprie abitudini alimentari durante la pandemia, il 27% ha mangiato di più, incrementando il consumo di snack (60,3%) e succhi di frutta (14%). Di contro, complice la didattica a distanza, è aumentato di circa 5 ore al giorno il tempo passato davanti a uno schermo nei bambini tra 6 e 18 anni. A essere peggiorati con la pandemia anche i disturbi dell’alimentazione, cresciuti del 30%.

“Alla luce di questo scenario diventa ancora più importante promuovere una corretta alimentazione. Perché l’epidemia dilagante di obesità infantile, aggravata dalla pandemia, è più silenziosa ma altrettanto pericolosa di quella generata dal Covid-19”, afferma Annamaria Staiano, presidente Sip e professoressa ordinaria di pediatria all’Università Federico II di Napoli.

I sette consigli

Per contrastare questa tendenza la Sip aderisce al progetto “Non siete soli” di Eni Foundation, distribuendo agli 11’000 pediatri che aderiscono alla società scientifica un poster con sette consigli da tenere a mente. Innanzitutto, consumare cinque pasti al giorno, ovvero due spuntini oltre ai tre pasti principali, e consumare almeno cinque pasti alla settimana in famiglia per promuovere l’adozione di sane abitudini. Non saltare la prima colazione: farlo porta a un consumo di alimenti eccessivo nelle ore successive. Limitare alimenti da fast food, snack a elevato contenuto energetico, ricchi in grassi saturi, zuccheri raffinati e sale. Limitare le bevande zuccherate e attenzione, inoltre, alle porzioni degli alimenti, che devono essere corrette in base all’età.

Infine, incoraggiare un’attività fisica giornaliera di intensità moderata-vigorosa per almeno 60 minuti e limitare il tempo speso davanti agli schermi, specialmente durante i pasti. Ultimo ma non ultimo, non sottovalutare il ruolo della dieta mediterranea: ricca di frutta verdura e legumi, caratterizzata da un consumo moderato di pesce, uova, pollame e prodotti caseari abbinato a un ridotto consumo di carne rossa.