Siamo onesti: chi da giovane non ha mai sfasciato un palco? E quante bottiglie avrà spaccato Morandi prima di diventare famoso?
Quanta ipocrisia, quanto dileggio, quanto odio per la musica gggiovane. Siamo onesti: chi, da teenager, non ha mai sfasciato un palco come Blanco martedì sera? Quale giovane metallaro di provincia, alla domanda "scusa, mi fai un pezzo di Al Bano?", non ha dato fuoco alla chitarra elettrica? (anche senza suonare l’inno americano). Quale pianobarista seduto al pianoforte acustico non ha fatto a pezzi il bancone del bar alla domanda "scusa, mi fai un pezzo dei Nirvana?" (è successo davvero, ma solo la domanda).
«Tutti abbiamo fatto stupidate a vent’anni», dice Amadeus. «Io ho fatto di peggio», dice Gianni Morandi, insinuando un dubbio: quante bottiglie del latte avrà spaccato in terra, Gianni Morandi, prima di diventare famoso? E i Nomadi? Quanti vagabondi avranno menato quand’erano giovani, solo per vedere che effetto si prova a menare un clochard? E Antonello Venditti? Quante bombe avrà fabbricato Venditti prima di arrivare a Roma? E quel simpaticone di De Gregori? In quale stato avrà lasciato le cabine del Titanic per farlo affondare? (questa è un tantino ridondante, ma c’è chi a Locarno ha spalmato la cacca sulle pareti dell’hotel. Il nome è meglio non dirlo, perché querelano).
Vogliamo parlare di Michele Zarrillo? Quante rose blu avrà calpestato perché il fonico non aveva compreso che il cantante avesse problemi di ascolto? E Orietta Berti? Quanti ciclamini avrà ribaltato in via dei Ciclamini al 123? Quante ne avrà fatte Orietta Berti da giovane, che nel 1967 in ‘Io, tu e le rose’ cantava: "Per me c’è troppa gente / Gente che vuol sapere / Perché viviamo così", un sintomo del disagio giovanile, col punk ancora di là da venire. E Claudio Baglioni? Quante ne avrà fatte Baglioni da giovane in nome del fatto che ‘La vita è adesso’? A quanti pianoforti avrà dato fuoco per "non lasciare andare un giorno"? Quante chitarre avrà sfasciato Baglioni, una volta constatato – è in gioco la vita, mica la finale di calcetto – che "per morire ti basterà un tramonto"?
A proposito di morire: a quanto andava la motocicletta di Lucio Battisti quando scrisse ‘Il tempo di morire’? Siamo davvero sicuri che da giovane Lucio Battisti rispettasse i limiti di velocità? E Fabio Concato? Un signorino, sempre vestito bene, conosciuto perché guida piano e magari da ragazzo faceva le corse clandestine in Viale Zara. Non lo sappiamo perché Concato è noto per essere persona riservata, che le multe se le paga in silenzio e senza contestarle. Non so voi, ma uno con la fronte spaziosa e lo sguardo da furbetto come Fabio Concato è un attimo immaginarselo in sala prove mentre sfascia la sua Telecaster color pastello contro la batteria, gridando: "F*** the system, f*** Rosalina! F*** bignè, olé".