Sogno o son Festival

Due ‘Brividi’ e a tutti un bel ‘Ciao ciao’ (Sanremo, le pagelle)

Achille col ciclostile, Morandi col cuore e Ranieri al largo (ma che canzone). È l’anno di Mahmood e Blanco, e pure quello della Rappresentante di Lista

Mahmood e Blanco (Keystone)
2 febbraio 2022
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Ieri, in ordine di apparizione, le abbiamo ascoltate così:

Achille Lauro, ‘Domenica – ★✩✩✩✩– A Brescia dicono ‘l’è ac chèla’ (è la stessa). Lauro si autocita come nemmeno Zucchero con Joe Cocker e con l’Harlem Gospel Choir ridotto a macchietta, andava bene pure il playback. Se di martedì l’Achille si battezza, forse giovedì si darà l’eucaristia; sabato, l’ascesa al cielo. Giudizio: voglio una canzone così, piena di ‘Rolls Royce’

Yuman, ‘Ora e qui – ★★★✩✩ – Strofa pinkfloydiana per corde vocali di ferro. È il momento fighetto della scaletta, per un brano che tanto starebbe bene in bocca a quell’elegantone di Tony Hadley. Giudizio: Yesman

Noemi, ‘Ti amo non lo so dire – ★★✩✩✩ – Noemi canta bene anche le istruzioni del tostapane, eppure c’è qualcosa che non quadra. "Su misura per Nek. Lei con la canzone non c’entra nulla” (grazie Laura). Giudizio: Noemi non c’è, è andata via

Gianni Morandi, ‘Apri tutte le porte – ★★★★✩ – Scrive Jovanotti: “A forza di credere che il male passerà / Sto passando io e lui resta”. È l’incipit che dà vita alla Motown, a Tom Jones, allo yé-yé, a ‘Stasera mi butto’ e tutti i favolosi anni Sessanta coi tamburi da ombelico del mondo. La gara ai riferimenti è aperta in questo pregevole inno di liberazione dall’inerzia al quale mancano solo citazioni da ‘Sei forte papà’. Dirige il maestro Mousse T., canta La Storia d’Italia. Giudizio: l’ombelico del Gianni

La Rappresentante di Lista, ‘Ciao Ciao – ★★★★✩ – “La fine del mondo è una giostra perfetta / Mi scoppia nel cuore la voglia di festa”. Se in ‘Don’t Look Up’, mentre il meteorite sta colpendo la terra, l’ultimo desiderio di Brie Evantee (Cate Blanchett) è defecare sull’umanità, Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina vivono l’Apocalisse con allegria e rivalutando la parola ‘culo’, da sempre oscurata dagli asterischi (c***). Giudizio: voglio morire con voi

Michele Bravi, ‘Inverno dei fiori – ★★✩✩✩ – “Se fossimo dei suoni, sarebbero canzoni / E se fossimo stagioni, verrebbe l’inverno” è un chiaro omaggio al poeta Brunello Robertetti (“Se fossi foco, bruciare / Se fossi acqua, bagnare / Se fossi saponetta, strofinare / Se fossi acqua, un’altra volta, sciacquare”). Guzzanti a parte, il bel testo di un Mogol (Alfredo Rapetti, il figlio, in arte Cheope) e la bella interpretazione meritavano un trattamento musicale migliore. Giudizio: Michele comunque bravo

Massimo Ranieri, ‘Lettera di là del mare – ★★★✩✩ – Scrive il Fabio Ilacqua di ‘Occidentali’s Karma’ e ‘Amen’ con Gabbani. Un valzerone sull’America dall’altra parte, una qualsiasi America di salvezza e futuro, tra gli Avion Travel e la lirica, tra canzone napoletana e world music. La voce non regge e l’artista pare, a un certo punto, affogare. La sala stampa lo assolve per troppa grandezza. Giudizio: neapolitani’s karma

Mahmood e Blanco, ‘Brividi – ★★★★✩ – Dall’alto del suo ‘Ghettolimpo’, Mahmood ha scritto una cosa tanto bella da farci dimenticare ‘Tu mi fai impazzire’, l’estate cacofonica del giovane Blanco. I bookmakers li danno favoriti e d’altra parte, se si parla di ‘Soldi’… Giudizio: ovvio, da brividi.

Ana Mena, ‘Duecentomila ore – ★✩✩✩✩ – “Quando la notte arriva / M’ama non m’ama un fiore / America Latina / Un Cuba libre amore”. Col mood tipico della festa della luganighetta e un testo da Lamborghini (Elettra), sono duecentomila ore ma anche tre minuti sono troppi. Voto: 4 mena

Rkomi, ‘Insuperabile – ★★✩✩✩ – Andavo a cento (centoventi) all’ora per trovar la bimba mia, che ha le lentiggini. La chitarra è tamarra, il resto non abbastanza. Giudizio: ciunga ciunga ciù

Dargen D’Amico, ‘Dove si balla – ★★★✩✩ – "Mi piace la musica dance” e si sente, “che brutta fine le mascherine” ed è vero. Per quel certo fastidio da positività rasenta Lo Stato Sociale di ‘Una vita in vacanza’, ma alla fine si capisce che D’Amico è realmente, disperatamente sincero. Giudizio: portami a ballare

Giusy Ferreri, ‘Miele – ★★★✩✩ – Elegantissima, col nulla cosmico del testo funzionale al ritmo, è la meglio Ferreri dai tempi di… (adesso, così su due piedi, non ci viene il titolo). Sentimentalmente reggae, pare un singolo di Zaz. Giudizio: could you be loved