laR+ Locarno Film Festival

‘Maratona, non gara veloce’: è il Festival delle sale piene

Il direttore artistico Giona A. Nazzaro, dall’augurio ai cineasti nel nome di Rossellini al ‘day after’ del Locarno77 dal segno ‘più’

Giona A. Nazzaro
(Ti-Press)
19 agosto 2024
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“La domanda molto seria sul mondo in cui vogliamo vivere” e il relativo invito a porcela, prodotti lo scorso anno dalla cerimonia di premiazione che incoronò ‘Critical Zone’, film iraniano girato di nascosto nella notte di Teheran, è diventato l’invito ad ascoltarsi. “Cosa resta se non ci ascoltiamo, se non riusciamo a pensare che esista un modo migliore per essere umani”.

È con il medesimo carico emozionale dell’ultimo atto ufficiale di Locarno76 che Giona A. Nazzaro ha chiuso, sabato scorso, un Locarno77 non meno denso di significati e – nel GranRex che all’inizio della scorsa settimana era stato di Shah Rukh Khan – preso da commozione, come sempre controllata a fatica e tutt’altro che bollywoodiana. Citando Rossellini e ‘Lavorare per l’umanità’, quello che sarebbe dovuto essere il suo ultimo film, il direttore artistico ha ringraziato tutti i cineasti di questa edizione, pardati e non, invitandoli a “rilanciare una scintilla della grande anima” del regista italiano.

Valore

Questi i titoli di coda dell’edizione 2024, seguiti a distanza di poche ore dai numeri ufficiali, che davanti portano tutti un ‘più’. «La riuscita di questa edizione, e lo dico senza alcuna retorica – ci dice Nazzaro il giorno dopo e nei momenti successivi all’annuncio della morte di Alain Delon –, si deve anche al nostro pubblico. Ho presentato tutti i film e ho potuto constatare che le sale erano tutte piene. E più i film si annunciavano come impegnativi, più le sale erano popolate. Lo scorso 15 agosto, quando abbiamo presentato ‘Toxic’, il film lituano di una regista sconosciuta, il Fevi era pieno. All’ultima proiezione dei Cineasti del Presente ho chiesto alle persone in sala se avessi potuto fotografarli, chiedendo un’alzata di mani. E non potevo credere che il giorno dopo alle 11 del mattino il PalaCinema fosse pieno per il film kazaco di un regista esordiente (‘Joqtau’ di Aruan Anartay, ndr). A mio giudizio, tutto ciò è il valore di questo Festival».

‘Spostamento? Piano con le aspettative’

Sull’onda di questa affluenza – +3,5% l’incremento del numero di spettatori, +2 quello degli abbonamenti, soprattutto fra gli studenti (+7%) – non vuole essere una stoccata la constatazione che «rispetto a qualche polemica relativa alla mancanza di blockbuster, posso dire non è vero: ogni volta in cui li ho potuti portare, da ‘Free Guy’ a ‘Bullet Train’ a ‘When The Crowdads Sing’, i blockbuster ci sono sempre stati». E un eventuale spostamento del Locarno Film Festival ad altra e meno ferragostana data non sarebbe la presunta soluzione: «Non vorrei che si creasse un’aspettativa irrealistica, non vorrei nei prossimi anni, nel caso in cui non ci fosse Tom Cruise, ci chiedano a cosa sia servito lo spostamento. Il Locarno Film Festival è diventato quello che è in quanto festival cinematografico, che non è una gara di velocità ma una maratona di fondo in cui si cammina, si cammina e dopo un po’ si raggiunge l’arrivo. Io sono contento del dialogo che progressivamente s’instaura e si rafforza con le persone, che a Locarno sono gentili e precise, e se m’incontrano per strada mi dicono esattamente ciò che pensano sui film, anche in negativo, perché Locarno è questa». E sulla bontà o meno delle scelte artistiche, «credo di avere una percezione leggermente diversa da quella generale che mi viene dal giudizio di queste persone, che per me è interessante, forte, utile».

Vallemaggia by la Rotonda

Con Locarno77 sono cresciute anche le presenze degli accreditati, dei rappresentanti dell’industria cinematografica e di giornalisti, critici e fotografi. Crescita record quella che ha riguardato le pubblicazioni editoriali, i video e i social media: +265% di visualizzazioni su YouTube, +105% di iscritti, +6% i follower su Instagram. Più gente anche alla Rotonda by la Mobiliare (115mila persone, +19,5% rispetto al 2023), all’interno della quale sono stati raccolti 33mila franchi da girarsi al fondo ‘Bavona-Lavizzara: ricostruiamo insieme», in favore delle vittime delle alluvioni che a fine giugno hanno colpito l’Alta Vallemaggia.


Ti-Press
Giona A. Nazzaro con Jane Campion