Il cineasta messicano riceverà, l’11 agosto in Piazza Grande, il Lifetime Achievement Award del Festival di Locarno. Con un omaggio ad Alain Tanner
Alfonso Cuarón è quello del sorprendente ‘Roma’, l’intenso ritratto di una famiglia di Città del Messico negli anni Settanta, vincitore del Leone d’oro a Venezia e di tre Premi Oscar, ma anche di ‘Harry Potter e il prigioniero di Azkaban’, del fantascientifico ‘I figli degli uomini’ e di ‘Gravity’, oltre che del coraggioso ‘Y tu mamá también - Anche tua madre’. Il Lifetime Achievement Award della 77ª edizione del Locarno Film Festival sarà consegnato, domenica 11 agosto, a «un autore che sfugge alle classificazioni» ha spiegato, da noi raggiunto, il direttore artistico Giona A. Nazzaro. È stata proprio questa sua trasversalità a convincere Nazzaro, la sua capacità di «piacere agli amanti del cinema d’essai e allo stesso tempo portare in sala il grande pubblico». Cuarón sa «toccare l’immaginario del pubblico più ampio possibile e allo stesso tempo essere colto, raffinato come i registi che identifichiamo con il cinema d’autore».
La filmografia di Cuarón, ha proseguito Nazzaro, evoca «i professional hollywoodiani di una volta, quelli che avevano sempre uno sguardo e uno stile immediatamente riconoscibili, che trasmettevano sempre il piacere di fare il cinema e di essere sempre in grado di reinventarsi». E qui Giona Nazzaro ha citato, dei tanti film realizzati da Cuarón, ‘Harry Potter e il prigioniero di Azkaban’ – «uno dei film più amati della saga, anche da coloro che non sono appassionati di Harry Potter» – che ben sintetizza non solo il lavoro di Cuarón, ma anche quello del Festival di Locarno che con le sue proposte invita a mettere un po’ da parte le categorie cinematografiche che inevitabilmente gli amanti del cinema tendono a considerare immutabili e inviolabili nel loro elitarismo.
Con una filmografia così ampia e variegata, quale film porterà Cuarón al Locarno Film Festival? ‘Jonas qui aura 25 ans en l’an 2000’ (Jonas che avrà vent’anni nel 2000) di Alain Tanner. «Porterà anche un suo film» ci ha assicurato Nazzaro, «ma è stata una sua richiesta specifica di avere l'opportunità di mostrare un film di Tanner e di poterlo presentare». Una scelta che il direttore del festival definisce «molto importante perché in genere continuiamo a immaginare il cinema svizzero come isolato». Il cinema di Alain Tanner, invece, è non solo «un patrimonio nazionale ma anche un patrimonio e un valore per cineasti che non immediatamente immaginiamo in dialogo con esso: ci piace, in maniera se vuoi un po’ godardiana, creare queste connessioni tra elementi apparentemente lontani fra loro».