Con l'addio di Solari, niente più presidenti onnipresenti. Ma a mutare è anche la struttura stessa del Festival. Finisce un'epoca (ne inizia una nuova)
Non cambia solo il presidente del festival, è la fine di un’epoca! Per la prima volta nella storia del festival il presidente non è ticinese, ma soprattutto è sparita la figura di PDG, Presidente Direttore Generale, e il ruolo di presidente cambierà radicalmente con la scelta di Maja Hoffmann. Come ha detto Mario Timbal, responsabile della commissione cerca, dopo aver esaminato le possibilità di avere un presidente ticinese, la commissione ha deciso di ampliare la ricerca, e per Timbal è stato facile pensare a una personalità come la Hoffmann, presidente della fondazione Luma di Arles, dove Timbal ha lavorato per alcuni anni dopo aver lasciato la funzione di direttore operativo di Locarno.
Dicevamo la fine di un’epoca, perché con la partenza di Solari sparirà la figura di presidente onnipresente, responsabile di tutte o quasi le decisioni, salvo quelle artistiche, un ruolo inaugurato dal mitico Raimondo Rezzonico, e cambierà anche la struttura stessa del festival, a cominciare dal ruolo del consiglio di amministrazione, cambiamenti già annunciati ma rinviati al dopo festival, anche per lasciare la possibilità alla nuova presidenza di poter scegliere la struttura organizzativa.
La scelta di Maja Hoffmann è sicuramente di alto livello, la sua storia di impegno culturale è prestigiosa, oltre alla fondazione Luma di Arles è attiva a New York, Londra e Zurigo, e soprattutto i suoi interessi toccano tutte le forme artistiche, dal cinema all’arte. Senza dimenticare che grazie alla sua famiglia può vantare un rapporto privilegiato con il mondo economico svizzero.
Forse adesso il festival sarà un po’ meno ticinese e un po’ più internazionale, ma è la strada giusta! Adesso sarà importante capire la futura struttura che nascerà, il ruolo del nuovo consiglio di amministrazione e quello degli “advisor”, ma toccherà a Maja Hoffmann creare la nuova struttura.