Locarno 74

‘Monte Verità’, in Piazza Grande una grande delusione

Scontato e banale, il film di Stefan Jäger è più un'operazione di marketing territoriale che vero cinema

8 agosto 2021
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Piazza Grande ha avuto il primo inciampo di questa 74ª edizione, sabato sera, con ‘Monte Verità’ di Stefan Jäger. Capita, di avere un film deludente e va anche riconosciuto che il giudizio è in parte soggettivo. Il problema non è che ‘Monte Verità’ è un brutto film; il problema è che risponde a una logica che – forse ingenuamente – si sperava di non vedere applicata alla programmazione del Festival.

‘Monte Verità’ è lungo, noioso – a tenerci svegli, durante l’anteprima per la stampa, i colleghi che alla spicciolata abbandonavano la sala –, con una sceneggiatura scontata, una regia piatta, un montaggio tedioso; di buono, o comunque discreto, le interpretazioni degli attori e alcune idee interessanti come il rapporto della protagonista con la fotografia. Il resto è un’operazione di promozione del territorio, in pratica un lungo spot in cui si dice quanto è bella la regione, che importante passato ha avuto. E scriviamo “passato” invece di “storia” perché seguendo la rassicurante logica del marketing si tacciono i fermenti politici e rivoluzionari che animarono la regione, riducendo il Monte Verità a un terapeuta un po’ donnaiolo e alla innocua storia di liberazione di una donna della borghesia viennese, un tema importante ma che nel 2021 poteva e doveva avere altre letture meno scontate.

Viene da chiedersi perché un film insipido come ‘Monte Verità’ sia arrivato al Locarno film festival e soprattutto in Piazza Grande. La risposta è banalmente nei pochi chilometri che separano la piazza dal monte. C’è sempre stata, ed è giusto che ci sia, nella programmazione della piazza un’attenzione verso il pubblico locale (ticinese e dei turisti della svizzera interna), ma questa attenzione va unita, e di solito lo è, con proposte che abbiano un minimo di dignità cinematografica.

Concludiamo con un consiglio: se si vuole promuovere il territorio si possono realizzare, partendo dal materiale del film, alcuni brevi filmati da condividere online. Una clip con Hermann Hesse che racconta il suo ‘Siddharta’ mentre si toglie, in maniera visivamente innocua per non dire rassicurante, i vestiti un po’ di like se li merita tutti.