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Piccola flora del sentiero di Gandria

È il titolo della guida botanica di Nicola Schoenenberger, in coedizione Casagrande e Città di Lugano. Sarà presentata il prossimo 18 luglio in loco

Autore e volume

In quello stretto nastro di territorio che copre la superficie situata qualche metro al di sopra e al di sotto del Sentiero di Gandria si possono osservare facilmente circa 400 specie di piante selvatiche, ovvero più o meno il 12% della flora spontanea svizzera, oltre che un gran numero di specie ornamentali piantate nei parchi e nei giardini. Secondo la Lista rossa svizzera, una sessantina fra le specie del Sentiero di Gandria è minacciata o potenzialmente minacciata. Una quindicina è protette a livello federale o cantonale. Circa ottanta delle specie che crescono spontanee lungo il sentiero è di origine esotica.

Cosa determina l’elevata ricchezza e diversità floristica di questo luogo così speciale, percorso turistico per eccellenza, nel pieno cuore dell’area insubrica? Il sentiero, situato tra i 280 e i 300 m s.l.m., si snoda lungo un percorso esposto a sud, ai piedi di ripide pendici o di falesie a strapiombo sul lago, in posizione riparata dai venti. Il comparto gode dunque di un microclima fra i più caldi di tutta la Svizzera, infatti a Gandria si dice che «il sole viene dal cielo e dal lago». Molte fra le specie più termofile della Svizzera crescono in questo luogo, che è al contempo l’unico dove la coltura dell’ulivo era redditizia ancora all’inizio del Novecento.

La roccia madre è interamente costituita dal calcare di Moltrasio, di colore grigio scuro e composto da strati regolari spessi qualche decina di centimetri. A queste latitudini, la flora su substrato calcareo, con suoli generalmente neutri o leggermente basici, è più diversificata di quella delle rocce silicee, caratterizzata da suoli generalmente acidi. Molte piante non riescono a gestire, dal punto di vista fisiologico, l’eccesso di calcio e sono costrette a fuggirlo (si parla di piante calcifughe). I suoli poveri in calcio sono dunque in generale più ambiti, la competizione è maggiore e spesso poche specie finiscono per dominare. Le pretese verso il suolo calcareo sono inferiori, si sviluppa una flora più differenziata, raramente una specie domina sulle altre. Semmai le piante si specializzano mettendo in atto disparate strategie per sopravvivere e sfruttare le risorse al meglio, e si installa un quieto e diversificato convivere.

Versione umida del clima mediterraneo

Il paesaggio vegetale dell’Insubria è anche il frutto delle magnifiche ville di nobili e borghesi e dei loro lussureggianti giardini. Alcune di esse risalgono al Cinquecento e al Seicento, ma buona parte delle ville fu costruita tra la seconda metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, periodo che coincide con la nascita dell’industria turistica del Ticino, volta a fornire ai raffinati visitatori provenienti dal Nord delle Alpi lussuosi alberghi con i loro giardini gremiti di piante esotiche. Centinaia di specie legnose, spesso sempreverdi, in provenienza dall’Asia orientale, dal Nord e dal Sud America e dall’Australia erano state acclimatate e potevano crescere in piena terra all’esterno, grazie a quella versione umida del clima mediterraneo che regna nell’area dei grandi laghi cisalpini. Molte di esse cominciarono ad apparire spontanee in natura già nella prima metà del Novecento, ma fu l’esplosione delle ville monofamiliari del dopoguerra, con i loro giardinetti e il cambio antropogenico del clima, a provocare la loro massiccia presenza nei boschi nei pressi degli insediamenti a partire dagli ultimi decenni del Novecento. Le giornate di inverno senza gelo permettono alle sempreverdi di compiere la fotosintesi quando le loro consorelle caducifoglie dormono e conferiscono loro un vantaggio competitivo, la presenza nei giardinetti a ridosso dei boschi fornisce la via di fuga.

Infine la sponda tra Castagnola e Gandria era anche storicamente costellata di terreni e terrazzamenti dedicati all’agricoltura. Vecchie e nuove malerbe agricole, ortaggi inselvatichiti e piante ruderali si trovano ancora oggi lungo il sentiero di Gandria. Sono dunque la stratificazione, la somma di queste componenti, la geografia, la geologia, il clima e la storia umana a rendere il sentiero di Gandria un luogo unico in tutta la Svizzera dal punto di vista botanico.

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Il 18 luglio alle 18.30 alla Bottega di Gandria, Nicola Schoenenberger presenterà ‘Piccola flora del sentiero di Gandria’ (sua questa introduzione) alla presenza del sindaco di Lugano Michele Foletti e dell’editore Fabio Casagrande. Un battello della Società Navigazione Lago di Lugano partirà alle 18 dal Pontile centrale per tornare a Lugano alle 20.30 (contattare luganoalverde@lugano.ch, 058 866 70 99/74 entro il 14 luglio).

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