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Arzo, arriva la notte ed è ‘inarrestabile’

Presentata la 24esima edizione del Festival internazionale di narrazione, dal 22 al 25 agosto in orario serale

‘Inarrestabile è la notte’ è lo slogan di quest’anno. L’edizione si terrà interamente ad Arzo
25 giugno 2024
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C’è tutto il comitato artistico alla Filanda di Mendrisio, per presentare quella che – chilometricamente poco più in là – sarà la 24esima edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo, dal 22 al 25 agosto, stavolta solo ed esclusivamente ad Arzo e solo ed esclusivamente in orario serale, tendente al notturno. ‘Inarrestabile è la notte’ recita lo slogan di quest’anno, “titolo talismano”, dice la comunicazione ufficiale, ma anche scelta obbligata, come traspare dalle parole di Marco Mona, nell’intervento che anticipa i contenuti artistici dell’incontro di presentazione: “Spettatori e spettatrici, e i bambini non di meno – dice il presidente del festival – hanno sofferto il caldo, e l’affluenza è diminuita”, ecco spiegata la necessità di collocare la proposta quando il sole è più basso. La notte si spera inarrestabile anche per fronteggiare il calo di sponsor dell’edizione 2023, che ha generato “un deficit che ci preoccupa, ma non ci scoraggia”, rassicura Mona, che non si accontenta di definizioni lusinghiere: “Qualcuno mi ha detto che questo festival è un fiore nell’ambra. È una bella immagine, ma il fiorellino nell’ambra è immobile, mentre noi sappiamo cambiare”.

Nelle parole di Natalia Lepori, altri dettagli sulla collocazione serale: “Una decisione sofferta, discussa presa a fatica, ma inevitabile per le temperature che hanno contraddistinto la scorsa edizione, la più faticosa per tutti”. Il comitato è anche consapevole che “il cambiamento climatico è una realtà, non si può continuare nelle abitudini consolidate”. Il cambio di orario, comunque, non snatura i principi fondativi della manifestazione: “Dare spazio a una forma teatrale legata alla narrazione”, “evocare mondi e realtà attraverso le parole” e “raccogliere una comunità di spettatrici e spettatori in carne e ossa”, tutto questo in corti, giardini e altri luoghi “lontani dai consueti posti di richiamo, per un contatto personale che i grandi centri non riescono più a sperimentare, in quest’epoca di connessioni nella quale, al contrario, siamo soli e distanti”.

Per sommi capi

Il festival di Arzo è, spettacolo per spettacolo, giorno per giorno, nel programma ufficiale ospitato da www.festivaldinarrazione.ch, luogo in cui reperire i biglietti e consultare forme di abbonamento ad hoc. Inquadrato per categorie tematiche, il festival segna il ritorno di Mario Perrotta con una ricerca sulla libertà e l’autodeterminazione intitolata ‘Come una specie di vertigine. Il nano, Calvino, la libertà’ (22 agosto). L’attore porta in scena il Nano de ‘la giornata d’uno scrutatore’, estraendo dall’unica pagina in cui esso compare l’intera sua ipotetica esistenza.

La narrazione come operazione di recupero e resistenza è affidata a ‘Umanità Nova. Cronaca di una mancata rivoluzione’ della compagnia Carullo-Minasi (23 agosto), dove la rivoluzione è quella dei Moti di Reggio, raccontata attraverso la storia dei cinque ragazzi anarchici morti sulla strada, tra cui Angelo Casile. Altra resistenza viene da ‘Kakuma. Fishing in the desert’ di Laura Sicignano, Irene Serini e Susanna Iheme (24 agosto), un lavoro ispirato al campo profughi di Kakuma, uno dei più grandi al mondo, sito tra il Kenya e il sud del Sudan. Altra attualità va in scena in ‘Ilva football club’ di Usine Baug & Fratelli Maniglio (23 agosto), storia di una piccola squadra di calcio nata sotto l’acciaieria tarantina. L’importanza della narrazione è anche nel valore delle piccole storie, incarnate da ‘Je suisse (or not)’ di Camilla Parini (23 agosto) e da ‘#bassa velocità. Vite in viaggio sui treni regionali’ del Teatro dell’Orsa (25 agosto), spettacolo costruito raccogliendo le storie di persone incontrate sui treni regionali di tutta Italia.

‘Conta fino a... cinque’

È questo, un campione di quanto si vedrà ad Arzo, al quale va ad aggiungersi ‘Conta fino a... cinque’, il rinominato ma consueto spazio per i più piccoli, che quest’anno si avvale della collaborazione della compagnia bolognese Baracca Testoni ragazzi, dalla storia 40ennale. Il programma consta di due spettacoli – ‘Spot’ di Andrea Buzzetti e Valeria Frabetti, e ‘Oltre’, con Irina Lorandi e Riccardo Colombini – due laboratori e una tavola rotonda intitolata ‘Minimondi’ (23 agosto), in collaborazione con Charlot di Rsi Rete Due, con la partecipazione della compagnia, di Schedìa Teatro, dello psicologo dell’età evolutiva Dieter Schürch e Isabella Lenzo, responsabile della mediazione culturale del Lac (modera Monica Bonetti).

Approfondimenti e una ‘Fabbrica’

‘Minimondi’ si terrà alla Corte di Miracoli di Arzo, spazio dedicato agli approfondimenti. Sempre qui, il giorno prima, Mario Perrotta introduce il suo spettacolo nell’incontro ‘Raccontare la libertà con Calvino’, moderato da Natalia Proserpi. Il 24 agosto, la compagnia Carullo-Minasi fa la stessa cosa parlando di ‘Teatro e anarchia’ con Cristina Valenti (Università di Bologna), Massimo Ortalli (A/Rivista Anarchica) ed Edy Zarro. In serata, ‘Narrare le migrazioni’ è la tavola rotonda con Laura Sicignano insieme a Monica Morini e Bernardo Bonzani del Teatro dell’Orsa, accomunati da lavori su migranti e rifugiati (modera Sofia Perissinotto).

Per finire. Ursula Rampoldi, Ufficio stampa del festival, a presentare la ‘Fabbrica di Ospitalità’, associazione indipendente creata dagli studenti dell’Accademia di Architettura di Mendrisio la cui finalità è quella di “combattere le ingiustizie e promuovere un ’architettura dell’ospitalità” coinvolgendo gli abitanti del Ticino e non solo, attraverso un network di più attività. Ad Arzo tra le iniziative più forti, è prevista l’installazione di una stanza in scala 1:1 di uno dei centri di accoglienza analizzati.

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