laR+ L'intervista

Carlos Valcárcel, l’interlingua è social

Linguista e insegnante di Francese all’Università di Vigo, i suoi video nella lingua artificiale nata a metà del secolo scorso spopolano su TikTok

Spagnolo, classe 1972, popolarissimo sui social dal maggio del 2021
(Wikipedia/Diego Silva)
23 luglio 2023
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Salute! Mi nomine hic in TikTok es Orlophe, sed in realitate io me appella Carlos Valcárcel e io es profesor de inseniamento de linguas in le Universidad de Vigo, in Gallecia. In mi profilo io parla del linguas romanic, del apprentissage de linguas o de lingua que io usa in mi videos, interlingua.

Avete appena letto e capito queste poche frasi? Complimenti: anche voi figurate tra le persone in grado di comprendere l’interlingua senza averla mai studiata. Seguendo su TikTok i video in interlingua di Carlos Valcárcel, linguista e insegnante di Francese presso l’Università di Vigo in Spagna, si capisce in modo divertente e intuitivo quanto questa lingua artificiale, nata a metà del secolo scorso, sia in grado di facilitare la comunicazione tra i popoli neolatini.

Nei suoi video Carlos, che dell’interlingua in forma scritta si interessa da diversi anni, ma che solo recentemente ha iniziato a usarla anche in forma parlata, intrattiene il pubblico riportando un sacco di fatti curiosi e interessantissimi sulle lingue romanze e non, ovviamente parlando sempre rigorosamente in interlingua. Seguendolo si impara, fra le tante cose, che al mondo vi sono circa 7'000 lingue, il 43% delle quali è a rischio d’estinzione; che le cinque lingue più imparate al mondo sono, in ordine di importanza, l’inglese, il francese, il cinese, lo spagnolo e il tedesco; che la lingua europea più antica secondo gli scienziati è il basco, la cui è origine rimane ancora un mistero; che i parlanti nativi delle lingue neolatine sono circa 900 milioni, più o meno l’11% della popolazione mondiale; che in Francia ci sono 75 lingue regionali riconosciute; che per parlare correntemente una lingua basta sapere 3'000 parole.

È affascinante il mondo della linguistica spiegato da Carlos, al quale ho voluto porre alcune domande, continuando anche in questo caso l’esperimento legato all’interlingua: io ponendo le domande in italiano, lui rispondendo in interlingua. Qui di seguito il risultato della nostra chiacchierata.

Quante lingue parli?

Sette, però non tutte allo stesso livello. Bisogna inoltre tener presente che sono un linguista e che dunque questa è la mia materia. Le lingue che parlo, poi, appartengono a famiglie simili: da un lato il tedesco e l’inglese e dall’altro il francese, l’italiano, il catalano, il galiziano-portoghese e lo spagnolo.

Quante sono invece le persone che parlano interlingua nel mondo?

È molto difficile calcolare il numero esatto. L’interlingua costituisce un caso davvero particolare: io per esempio ora ti sto parlando in interlingua e tu mi capisci. Puoi essere dunque annoverata anche tu tra i parlanti?

Beh, forse sì, ma solo in modo passivo…

A me sembra invece che tu sia molto attiva: io parlo e tu parli. Come vedi, le frontiere tra parlanti di interlingua sono molto flessibili. Circa cinque anni fa si è cercato di fare una statistica, arrivando a un numero approssimativo di duemila persone, con conoscenze di diverso livello. Immaginiamo dei cerchi concentrici: tu al momento ti trovi su un cerchio esterno perché capisci ma non sai parlare. Chi ha studiato e sa esprimersi a un livello di base si troverà su un cerchio un po’ più vicino al centro e così via fino ad arrivare nel mezzo, dove si trova chi sa parlare e scrivere correntemente.

Sentendoti parlare, noto che spesso usi avverbi presi direttamente in prestito dal latino…

L’interlingua è una lingua semplice e al contempo complessa. È formata da cinque lingue di base: portoghese, spagnolo, italiano, francese e inglese. Se una parola fa parte di almeno tre di esse, entrerà automaticamente a far parte del vocabolario. In interlingua abbiamo per esempio “avion”, che in spagnolo si dice “avión” e in portoghese “avião” in italiano si usa “aereo” però ci sono derivati come “aviazione” o “aviatore”, quindi la regola è rispettata. Quando invece non ci sono soluzioni comuni si prende il termine latino, come nel caso di “anche”: in francese abbiamo “aussi”, in spagnolo “también”, in portoghese “também” e in inglese “also”, quindi si è deciso di usare “etiam”.

Guardando un video che spiega la grammatica dell’interlingua mi sono accorta che l’accento che veniva usato lì è diverso dal tuo. Non c’è un’unità linguistica in questo senso?

Vi sono regole di base per la pronuncia delle parole, ma dal momento che non esistono parlanti madrelingua, ognuno può usare l’intonazione che preferisce. C’è quindi una grande libertà, che rende questa lingua davvero piacevole da imparare. È inoltre bellissimo sentire dietro ogni accento una provenienza diversa.

Ciò succede anche quando si usa l’inglese come lingua franca: ognuno lo “colora” a modo proprio. Cosa pensi del ruolo assunto dall’inglese negli ultimi decenni? Fra cento anni sarà ancora la lingua numero uno?

Non credo che in un prossimo futuro l’inglese verrà soppiantato da altre lingue, soprattutto perché nel mondo occidentale si sono fatti grandissimi investimenti affinché milioni di persone lo imparassero. Per il momento non sembra inoltre che altre potenze mondiali siano interessate a spingere le proprie lingue. Di sicuro non i cinesi, che stanno al contrario attuando una certa politica protezionistica.

Ti aspettavi il grande successo riscosso su TikTok?

Assolutamente no. Tutto è iniziato per caso. Nel maggio del 2021 ho pensato di affidare ai miei studenti un nuovo compito: creare brevi video in francese. Per capire quanto tempo questo lavoro richiedesse e per mostrare agli studenti esempi di ciò che volevo che facessero, ho iniziato a registrare io stesso video su TikTok in interlingua, per mettermi al loro livello, visto che in francese ero già un esperto mentre in interlingua non avevo ancora grande pratica. Anche se sapevo che l’interlingua aveva grandi potenzialità, pensavo che nessuno si sarebbe davvero interessato. Invece dopo cinque video i numeri di visualizzazioni sono esplosi.

Chi sono le persone che ti seguono?

All’inizio mi sono posto anch’io questa domanda. Vedevo che a commentare erano soprattutto persone dell’area neolatina o che conoscevano lingue romanze, l’inglese e/o il latino. I profili sociologici erano e sono invece molto variati. Al momento mi seguono mezzo milione di utenti, di ogni età e di ogni orientamento politico, anche molti bambini. Spesso queste persone mi dicono che ascoltarmi parlare in interlingua è un modo molto bello per stimolare il cervello e perfino per rilassarsi. Ovviamente ricevo anche commenti negativi, non tanto sull’uso dell’interlingua, ma piuttosto su alcune delle idee che trasmetto, come il rispetto nei confronti di tutte le varietà linguistiche. Purtroppo a causa di certi nazionalismi vi sono lingue minoritarie che vengono ancora giudicate come “inferiori”, come nel caso dei dialetti in Italia. Continuerò comunque a trattare questi argomenti poiché fanno parte del mio obiettivo, che è quello di sensibilizzare il grande pubblico sulla ricchezza e sulla bellezza di tutte le lingue.

Il tuo scopo non è dunque quello di diffondere la conoscenza dell’interlingua?

No, ciò che nei miei video voglio fare è parlare di linguistica e di lingue romanze, non esortare le persone a studiare l’interlingua. Certo, al momento sono quasi certamente il parlante più conosciuto e anche quello che ha girato più video (quasi uno al giorno da due anni), ma non sono il portavoce del movimento. Per me l’interlingua è uno strumento di comunicazione che permette di raggiungere tantissime persone diverse.

In un video dici che lo scopo dell’interlingua non dovrebbe essere quello di rimpiazzare altre lingue, ma di fungere da ausilio. Ciononostante, se tutti i milioni di parlanti delle lingue romanze conoscessero l’interlingua potrebbero comprendersi senza fatica. La vita non si semplificherebbe?

In molti mi chiedono questo. Io rispondo sempre che l’interlingua è una lingua che si capisce istintivamente anche senza averla studiata, il che è qualcosa di eccezionale. Se vuoi capire l’inglese, prima devi impararlo, no? Con l’interlingua non è necessario. L’interlingua non è stata creata per essere parlata da tutti come lingua unica, ma per funzionare come un complemento, come un aiuto per apprendere altre lingue o per comunicare informazioni in modo semplice a un vasto numero di persone. Non è quindi necessario formare un gran numero di parlanti attivi. Questa lingua è infatti stata creata principalmente pensando ai professionisti e ai tecnici, in modo che possano utilizzarla a livello internazionale in trattative, mediazioni o conferenze, o anche come guide turistiche.

È vero, gli usi sarebbero davvero vasti: si potrebbe scrivere in interlingua anche nella cartellonistica stradale, negli uffici pubblici, nelle stazioni, negli aeroporti, negli ospedali o addirittura sui menù dei ristoranti.

Esatto. Usando l’interlingua per questi tipi di comunicazione non sarebbero nemmeno necessari grandi investimenti finanziari, visto che solo un ristretto numero di persone dovrebbe apprenderla attivamente.

E la letteratura? È traducibile in interlingua? È possibile riprodurre tutte le sottili sfumature di significato e tutti i giochi fonici e verbali tipici delle lingue naturali?

Sì, certo, vi sono già diverse opere tradotte in interlingua. Ricorda la regola di cui parlavamo prima: se una parola o un’espressione esiste almeno in tre delle lingue di base, allora esiste anche in interlingua poiché può essere compresa dalla maggior parte dei parlanti. In una traduzione non si inventa nulla, ci si limita a prendere in prestito, con tutti gli strati di significato propri di ogni lingua. Se si inventassero termini, l’interlingua smetterebbe di essere compresa in modo naturale.

Cosa pensi delle macchine di traduzione e di Chat Gpt? Assistendo a ciò che sanno fare ci si potrebbe chiedere: ha ancora senso imparare le lingue?

Si tratta di progetti molto interessanti, che contribuiscono anche al mantenimento di lingue minoritarie in pericolo di estinzione, visto che alcuni di questi servizi sono in grado di generare testi anche in veneto o in napoletano. E sì, imparare lingue continuerà a essere utile: già oggigiorno possiamo usare congegni che ci permettono di avere la traduzione simultanea di una frase in coreano. Un servizio sicuramente utile per un turista, ma non per qualcuno che decide di andare ad abitare in Corea e che alla fine dovrà per forza apprendere la lingua. Non credo dunque che questa tecnologia ci toglierà la voglia di conoscere nuove culture. Anche nell’insegnamento si potranno usare chatbot, ma la presenza umana sarà sempre necessaria per stimolare gli allievi.

Breve storia dell’interlingua

L'interlingua è una lingua ausiliaria internazionale sviluppata da un gruppo di linguisti e appassionati di lingue noto come International Auxiliary Language Association a metà del 20° secolo su iniziativa della statunitense Alice Vanderbilt Morris. L'obiettivo dell’interlingua era quello di creare una lingua che fosse facile da imparare e da capire per i parlanti di varie lingue romanze. Il primo dizionario e la prima grammatica sono stati pubblicati nel 1951. La morte della fondatrice nel 1950, la conseguente mancanza di fondi e il successo sempre maggiore dell’inglese come lingua franca hanno impedito all’interlingua di diffondersi su larga scala. La sua struttura semplice, regolare e logica la rende una lingua paneuropea, scientifica, naturale, pratica e pedagogica.

A differenza dell’esperanto, nato alla fine dell’Ottocento con lo scopo di unire i popoli nella fratellanza e che per essere capito va prima studiato, l’interlingua è stata pensata come una lingua tecnica, in grado di sostenere la naturale comprensione interlinguistica.

Chi volesse approfondire il tema può andare su interlingua.com o entrare a far parte dei gruppi di dialogo su Facebook, Telegram e/o Reddit.