All’autrice monzese, finalista del Premio Strega, spetta l’apertura di stagione della programmazione della Casa della letteratura di Lugano
"L’anima del libro è proprio questa: la volontà di resistere, la tensione desiderante verso una casa che ormai si è trasferita dalla realtà nel ricordo. Resistenza è la parola che più mi viene in mente quando penso a ‘E poi saremo salvi’: la speranza di una salvezza che resta viva nonostante le difficoltà. In queste pagine i personaggi resistono continuamente all’urto delle onde: non c’è un adattarsi lento e dolce, ma una spinta violenta che tentano di contrastare per mantenersi saldi". In un’intervista pubblicata dal magazine ‘Chiasmo’, sul sito www.treccani.it, la scrittrice Alessandra Carati parla del suo libro di narrativa d’esordio ‘E poi saremo salvi’ (Mondadori, 2021), romanzo che le è valso il premio Opera prima di Viareggio-Rèpaci e fra i testi selezionati per la finale del Premio Strega 2022.
E proprio a Carati è affidata l’apertura della stagione 2023 della Casa della letteratura di Lugano. La scrittrice prenderà infatti parte a un incontro a Villa Saroli giovedì 9 marzo, alle 18, che sarà moderato dal giornalista Rsi Massimo Zenari. Il romanzo, elogiato da critica e pubblico, è protagonista di una tournée di presentazioni pubbliche e sarà per la prima volta in Svizzera. La stagione 2023 della Casa della letteratura ha per filo conduttore "Ancora luce". La storia di Alessandra Carati è non solo una luce, ma anche la pace di chi riesce a salvarsi pagando il debito di scelte inevitabili destinate a diventare cicatrice dell’anima.
Ci attardiamo su un paio di notizie biografiche: l’autrice del libro al centro dell’incontro luganese è nata a Monza e vive e lavora a Milano, fino a tredici anni fa ha svolto attività formativa e autoriale per il cinema e il teatro. Ha lavorato anche come ghost writer dando alle stampe ‘Bestie da vittoria’ scritto con Danilo Di Luca e uscito nel 2016 per Piemme edizioni, e ‘La via perfetta’ (Einaudi Stile Libero, 2017) redatto in collaborazione con Daniele Nardi.
Torniamo quindi a ‘E poi saremo salvi’. "Il romanzo è una piccola storia nella Grande storia – si legge nella presentazione dell’evento –. Non è solo la vicenda di Aida, profuga bosniaca che giunge in Italia appena in tempo per sfuggire agli orrori dei massacri. È anche quella di un padre a volte padrone e a volte bambino; di una madre che comprime il profondo e a tratti disperato amore per i figli al punto di dare talvolta l’impressione di essere assente. E infine è anche la storia di due schizofrenie entrambe vere: quella che ha lacerato i Balcani e l’altra, quella che affligge Ibro, il fratello di Aida, un crudo quadro di realtà che in alcuni passaggi diventa un commosso inno alle fragilità dell’essere umano. È la storia di un percorso, di un approdo, di un riscatto e della luce possibile che talvolta non riusciamo a vedere".
Il romanzo è stato presentato al Premio Strega dallo scrittore Andrea Vitali che ha definito la storia paragonandola a "un rosario laico dove ciascun grano va tenuto tra le dita il tempo necessario per meditare ciò che gli spazi bianchi lasciano intendere", raccontando "il bello e il brutto della vita, i ricatti dei sentimenti, la necessità dell’egoismo quando si sta per affogare". Prima di dare alle stampe la versione che tutti possiamo leggere, Carati ha svolto un lungo lavoro di ricerca, raccogliendo tutto il materiale possibile, frequentando anche una comunità bosniaca in Italia. La prima stesura del romanzo è stata conclusa nel 2016, ma è solo dopo alcune riscritture che l’autrice arriva alla versione definitiva. Una ricerca che l’ha portata a immergersi "nell’esperienza di persone che vivono in Italia dal ’92 (…) Credo che questo libro appartenga più a chi è scappato dalla Bosnia, un po’ meno forse a chi è rimasto".
Informazioni: www.casadellaletteratura.ch.