La diciassettesima edizione del festival letterario (che si svolgerà dal 9 al 14 maggio) è dedicata alla dissidenza, che è grande tema letterario
La diciassettesima edizione di ChiassoLetteraria, che avrà luogo dal 9 al 14 maggio prossimi, è intitolata "L’ultimo spenga la luce". Il curioso titolo è ispirato a un graffito berlinese – "Der Letzte macht das Licht aus" – che ha accompagnato la caduta del muro e che rimanda al tema della dissidenza intesa come opposizione consapevole ai totalitarismi e via nonviolenta in difesa dei diritti delle persone e del pianeta. A volte si raggiunge un punto in cui non è più possibile trasformare la realtà. Bisogna allora abbandonare quella vecchia e crearne una nuova. La dissidenza è anche ragione d’essere di certa (grande) letteratura, in contrasto con i modelli dominanti.
ChiassoLetteraria vuole così rendere omaggio ai tanti autori e autrici che con la loro scrittura e il loro impegno lottano senza compromessi per un mondo migliore e per maggiori equità e giustizia. Se la dissidenza dei cuori è iniziata, sarà lei a salvare il mondo. Il tema della dissidenza sarà investigato allora dal punto di vista socio-politico, ecologico, culturale, letterario ed esistenziale grazie alla partecipazione di una trentina di scrittrici/tori, saggiste/i, artiste/i, musiciste/i nazionali e internazionali.
Dopo alcuni giorni di appuntamenti di avvicinamento, la manifestazione verrà inaugurata il 12 maggio, alle 18.30, da un’ospite d’eccezione: la premio Nobel per la pace 2003, l’avvocata iraniana Shirin Ebadi, cui verrà consegnata per l’occasione la medaglia cittadina, massima onorificenza della Municipalità di Chiasso per i suoi meriti a difesa dei diritti delle donne e dei bambini iraniani.
Shirin Ebadi è nata ad Hamadan il 21 giugno 1947. È un’avvocatessa e pacifista iraniana premiata con il Nobel per la pace per i suoi sforzi significativi e pionieristici per la democrazia e i diritti umani, in particolare i diritti delle donne, dei bambini e dei rifugiati. È la prima persona del suo Paese e la prima donna musulmana a ottenere tale riconoscimento. Vive in esilio a Londra dal 2009.
Nata in una famiglia musulmana istruita in Iran, Ebadi è diventata la prima donna presidente del tribunale della città di Teheran nel 1975. Dopo aver prestato servizio per diversi anni alla carica, Ebadi fu costretta a dimettersi dopo la rivoluzione del 1979 e non le fu più permesso di praticare la legge fino al 1993. Da quando riprese la sua pratica legale, Ebadi ha difeso gratuitamente un numero impressionante di persone perseguitate e torturate dal regime iraniano. Per questo, ha subito la detenzione ed è stata a lungo minacciata da emissari del governo. È fondatrice e leader di diverse importanti associazioni umanitarie (come l’Associazione per il sostegno ai diritti dei bambini nel 1995 e il Centro di difesa dei diritti umani nel 2001).
Nel novembre 2009 la polizia di Teheran ha fatto irruzione nel suo appartamento picchiando il marito e sequestrando il Nobel conferitole. All’epoca dei fatti, Ebadi si trovava a Londra da giugno, in un esilio autoimposto per sfuggire a un mandato d’arresto, che si sarebbe potuto eseguire al suo ritorno in patria. Ha pubblicato diversi appassionati saggi autobiografici e di denuncia quali ‘Il mio Iran. Una vita di rivoluzione e speranza’, ‘La gabbia d’oro’, ‘Finché non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani’.
Oggi vive in esilio in una località segreta, ma continua a battersi per l’uguaglianza di genere in tutte le parti del mondo dove i diritti delle donne vengono quotidianamente calpestati. Il governo iraniano le ha sottratto tutto, anche la medaglia del Nobel, e ha sottoposto a tortura suo marito e una sua sorella: "Mi hanno preso tutto, ma mi è rimasta la voce".
Il programma completo di ChiassoLetteraria 2023 sarà pubblicato il prossimo 6 di aprile; ulteriori informazioni si possono trovare sul sito www.chiassoletteraria.ch.