Dieci corti di cineasti/cineaste ticinesi, quattordici lungometraggi legati al Ticino. È l’onda che toccherà le rive dell’Aare dal 18 al 25 gennaio
Dalle opere più sperimentali all’animazione, dai film di diploma alle opere più mature. È la ‘nuova onda’ tutta ticinese alimentata dai dieci cortometraggi in programma alla 58esima edizione delle Giornate cinematografiche di Soletta, dal 18 al 25 gennaio prossimi. A essi si uniscono i quattordici lungometraggi legati al Ticino, presentati nella stessa occasione, otto dei quali girati nella nostra regione con il sostegno della Ticino Film Commission. È la ‘flotta’ ticinese che approda sulle rive dell’Aare.
Andando per ordine. Nella sezione ‘Panorama cortometraggi I – Architettura’, Christian Balictan presenta l’autoproduzione ‘Cemento grezzo’ (2022); all’interno del medesimo contesto, Enea Zucchetti presenta ‘Piazzale d’Italia’ (2021), presentato al 25esimo Festival del cortometraggio di Winterthur e anche su queste pagine. Nella sezione ‘Panorama cortometraggi III – Solitudini’, Agnese Làposi porta a Soletta ‘Happy Homes’ (2022), prodotto da Locarno Film Festival, Cisa Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive e Rsi Radiotelevisione svizzera. Di Aline D’Auria è ‘I leave’ (2021).
Per ‘Panorama cortometraggi IV – Territori’, Nikita Merlini presenta ‘Le pietre non volano’ (2022), prodotto dalla losannese Mercuriales. Nella sezione ‘Upcoming Talents II – Struggles’, Chiara Toffoletto presenta ‘Nina’ (2022), una produzione Cisa e Ventura film; ‘Mountain Flesh’ è l’opera di Valentina Shasivari, una produzione Cinédokké, Master Ecal/Head, Rsi. Anna Simonetti presenta ‘Serafina’, produzione Head. Nella sezione ‘Panorama cortometraggi – Avant-programme’, Marcel Barelli porta ‘Autosaurus Rex’ (2022), prodotto da Nadasdy Film e Rsi; ‘Burnt, boring portrait of an angry, young, black man’ (2022) è il corto di Ben Donateo.
Tra medi e lungometraggi inseriti nel programma delle Giornate di Soletta, questi i titoli ‘ticinesi’. Nella sezione ‘Panorama lungometraggi’ è inserito ‘La tentazione di esistere’, di Fabio Pellegrinelli (prodotto da Rough Cat Lugano in coproduzione con Rsi). Girando per quattro settimane prevalentemente nel Luganese e nel Medrisiotto, Pellegrinelli ha ambientato sulle strade ticinesi un road movie che sfocia sul Mare Adriatico. Nel Mendrisiotto è stato in gran parte girato anche ‘Papaya 69’, inserito anch’esso in ‘Panorama lungometraggi’, film tutto al femminile di Francesca Reverdito e Riccardo Bernasconi prodotto da Pic Film e Rsi. Reverdito e Bernasconi sono noti per corti e serie web di successo.
A Soletta, in prima svizzera, viene proposto ‘Calcinculo’ di Chiara Bellosi (Rai Cinema, Tellfilm Zurigo e Rsi), presentato in anteprima alla 72esima Berlinale. Il film di Bellosi (già a Castellinaria 33 con ‘Palazzo di giustizia’, primo suo lungometraggio) è la storia della 15enne Benedetta, in guerra con il proprio corpo e con sé stessa (con ambientazioni luganesi). ‘La mia danza’ (Pic Film Manno, Rsi) è l’autobiografico mediometraggio di Filippo Demarchi, che piuttosto che giocare a calcio avrebbe tanto voluto seguire un corso di danza. Dopo l’anteprima in Piazza Grande, arriva a Soletta anche ‘Semret’, dramma sui temi della migrazione e dell’integrazione diretto da Caterina Mona, una produzione Rsi e Cinédokké, alla quale si deve anche ‘Until Branches Bend’, film della svizzero-canadese Sophie Jarvis, e ‘Something You Said Last Night’ della canadese Luis de Filippis, dramma familiare aggiudicatosi il Changemaker Award per la profondità con la quale tratta la tematica transgender. Come per gli ultimi due film citati, Michela Pini ha seguito anche la produzione di ‘Unrueh’ dello zurighese Cyrill Schäublin, premio per la Miglior regia alla Berlinale 2022 nella sezione Encounters, film ambientato nella Svizzera di fine Ottocento in una fabbrica di orologi.
Girata in parte in Ticino, anche qui grazie al sostegno della Ticino Film Commission, è pure ‘Die Goldene Jahre’ di Barbara Kulcsar, film prodotto dalla zurighese Zodiac Pictures in coproduzione con Claussen+Putz Filmproduktion, Srf, Srg Ssr, Zdf e blue+ Blue Entertainment. Quello di Kulcsar è un altro road movie, che vede qui protagonista una coppia di pensionati. Insieme a Torello, frazione di Carona, in quella che si avvia a essere la produzione svizzera più vista del 2022 recitano anche attrici ticinesi. Location ticinese anche per ‘Mad Heidi’ di Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein, rivisitazione in chiave horror-splatter del classico della letteratura di Johanna Spyri. Il film prende il via da Castelgrande, Bellinzona.
Documentari, speciali e cammei
Echi di Locarno Film Festival a Soletta con ‘Douglas Sirk - Hope as in despair’ di Roman Hüben (Pic Film Manno, Berlin Producers Media), documentario presentato in anteprima mondiale a Locarno75 sul maestro del melodramma, che visse gli ultimi anni della sua vita a Castagnola. Tra i documentari, ‘Becoming Giulia’, film d’esordio della ticinese Maura Kaehr, Premio del Pubblico all’ultimo Zurich Film Festival, storia di Giulia Tonelli, prima ballerina dell’Opernhaus di Zurigo alle prese con il difficile rientro sulle scene dopo la pausa per la maternità. Del ticinese Gionata Zanetta si segnala ‘Natural born driver – L’incredibile storia di Ivan Capelli’ (Sky Original - Ginny Productions Chiasso), storia del campione dell’automobilismo che mescola vecchi 16mm di famiglia.
Nella sezione ‘Rencontre’, dedicata per la prima volta al tema del montaggio cinematografico, la montatrice svizzero-olandese Katarina Tuerler, ospite, porterà a Soletta alcuni degli oltre sessanta film montati in carriera. Tra di essi, ‘Rider Jack’ di This Lüscher, uscito nel 2014 e girato tra Locarnese e Centovalli. I cammei ticinesi di Soletta, infine: nel documentario in anteprima in corsa per il Prix de Soleure ‘The Curse’, di Maria Kaur Bedi, un passaggio è girato alla Saceba, nel Mendrisiotto. In gara per il Premio del pubblico, ‘I Giacometti’, documentario di Susanna Fanzun, è ambientato in gran parte in Valle Bregaglia. Chiudiamo in musica, quella di Camilla Sparksss, progetto musicale della cantante svizzero-canadese Barbara Lehnhoff, residente nel Malcantone: è sua la colonna sonora del documentario ‘Happy Pills’ di Arnaud Robert e Paolo Woods.