‘Contro il dogmatismo per un’analisi critica della cancel culture’ è il titolo della conferenza in programma venerdì 17 giugno ad Ascona
Dalla pretesa di cancellare autori e libri dai canoni letterari alle accuse di appropriazione culturale, dall’abbattimento di statue alle accuse di islamofobia, sotto l’etichetta "cancel culture" vengono rubricati fenomeni molto diversi fra loro che invece vanno tenuti distinti. E all’interno di ciascuna fattispecie va anche separato il grano della richiesta di riconoscimento di gruppi sistematicamente discriminati dal loglio della inaccettabile censura. Di questo si parla in ‘Contro il dogmatismo per un’analisi critica della cancel culture’, titolo della conferenza in programma venerdì 17 giugno al Monte Verità di Ascona, organizzata dalla Fondazione Eranos di Ascona, tenuta da Cinzia Sciuto, saggista e giornalista, caporedattrice di MicroMega e insegnante di Politica al Mediacampus di Francoforte.
Tra le pubblicazioni di Sciuto si ricordano ‘La terra è rotonda. Kant, Kelsen e la prospettiva cosmopolitica’ (2015) e ‘Non c’è fede che tenga. Manifesto laico contro il multiculturalismo’ (2018; nuova edizione riveduta, 2020; tradotto anche in tedesco). Un suo recente saggio, sul tema ‘Dietro la cancel culture: il vicolo cieco dell’identità’, è apparso nel volume ‘Non si può più dire niente? 14 punti di vista su Politicamente Corretto e Cancel Culture’ (2022). Cinzia Sciuto si occupa principalmente di laicità, rapporto democrazia/religioni, multiculturalismo, diritti umani e femminismo. Dal 2020 è direttrice scientifica delle ‘Giornate della laicità’ di Reggio Emilia.