Superate le 100 proposte: fino al 31 dicembre espone Pedro Pedrazzini
Con la presentazione di quadri, disegni e sculture di Pedro Pedrazzini, la Casa Comunale di Bioggio procede oltre le cento iniziative nel corso di più di venti anni di attività, confermandosi come una casa degli artisti del cantone e accogliendo le personalità più varie e artistiche come Felice Filippini, Vaclav Elias, Andrea Fraschina, Mauro Poretti, le diverse generazioni e articolazioni genealogiche dei Perlasca, Sybille Läubli, Margaret Perucconi, Gianni Poretti, Armand Rondez, Katrin Zuzáková, Mariann Roth, Malù Cortesi, Sergio Piccaluga, Fra’ Roberto, Ugo Cleis e così via. Ogni artista è accompagnato da un presentatore che brilla nel firmamento della critica d’arte cantonale: Graziano Martignoni, Paolo Blendinger presente più e più volte anche nella qualità di artista (presentato da Martignoni), Dalmazio Ambrosioni, Pierre Casè che prossimamente sarà protagonista in quanto artista in una mostra curata da suo genero Boris Croce, responsabile della collezione Ghisla di Locarno, Michele Fazioli, Matteo Bellinelli, Stefano Pesce, Claudio Guarda, Maria Will e così via.
Responsabile di questa programmazione è Ferruccio Frigerio che si dedica con cura alla organizzazione, all’allestimento e alla promozione del lavoro con il quale il Comune di Bioggio coltiva e incentiva la produzione artistica del Cantone Ticino. Si tratta di una programmazione coraggiosa che tiene viva una realtà nella quale è possibile il confronto con una produzione che altrimenti faticherebbe a mettersi in pubblico e a trovare così occasione di verifica. Anche quando si tratta di attori che godono di una certa fama, seppur a livello provinciale come è il caso di Felice Filippini, vengono scelte aree di produzione meno conosciute e in quel caso si è trattato dell’opera grafica. Lo stesso vale per Pedro Pedrazzini: allorché egli è noto nella veste di scultore, in mostra sono state raccolte soprattutto opere pittoriche, incisioni e disegni.
La programmazione di Bioggio si conferma dunque una presenza viva e nutriente nel Cantone, con la finalità, come ha affermato il Sindaco Eolo Alberti in occasione della presentazione avvenuta il 13 ottobre, di offrire “un importante contributo alla cultura della nostra comunità”. D’altra parte Paolo Blendinger, a giugno scorso, presentando l’opera grafica di Felice Filippini aveva affermato che nulla meglio dell’opera artistica si presta per capire una comunità, perché “l’artista nel suo assoluto rappresenta in toto il suo tempo” e che “nessuno meglio di Felice Filippini rappresenta la cultura ticinese e non solo la cultura ma quello che è stato il Ticino del secondo dopoguerra”.
Le mostre di Bioggio quindi possono essere utilizzate dal pubblico come una finestra sulla cultura del Ticino e forse più in generale sulle dinamiche sociali del cantone. Avremo una buona verifica di questa funzione storica e sociale prossimamente, quando vedremo l’allestimento che verrà dedicato alla collezione accumulata dal comune di mostra in mostra, grazie alle donazioni degli artisti coinvolti. Così è, probabilmente, anche nel caso della mostra attuale, con l'artista introdotto da Paolo Blendinger, e che nel testo critico pubblicato viene presentato in una “distanza dalla contemporaneità” e “nel contesto degli straordinari ribaltamenti della concezione stessa del far arte della contemporaneità” attraverso “una concettualità in costante divenire in cui il confronto col vero travalica l’atto del copiare, per restare confronto, possibilità continua della ridiscussione delle proprie istanze ed emozioni”.
La questione del rapporto con il vero emerge con una certa frequenza nella storia delle proposte di Bioggio ed è vero che nelle tradizioni ticinesi si manifesta costantemente il rapporto tra le tendenze astratte e informali e il continuo riemergere mimetico della figura. Scorrendo nel tempo, la si ritrova per esempio nella mostra dedicata ad Aurelio Gonzato che nel 2016 fu presentato da Matteo Bellinelli.