Arte

Giovanni Segantini maestro del ritratto in mostra a St. Moritz

Dal primo giugno al 20 ottobre 2021, nel Museo che porta il suo nome, 16 dipinti e 6 disegni dell'autore di paesaggi e scene di vita contadine, anche ritrattista

Giovanni Segantini, Autoritratto, 1893, Matita Conté su carta grigia, 35.5 x 25 cm, deposito presso il Museo Segantini (© Otto Fischbacher Giovanni Segantini Stiftung)
17 giugno 2021
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A St. Moritz, dal primo giugno al 20 ottobre 2021, al Museo che porta il suo nome, una mostra curata da Annie-Paule Quinsac e Mirella Carbone indaga per la prima volta, attraverso 22 opere (16 dipinti e 6 disegni), la carriera di ritrattista di Giovanni Segantini. A fianco dell'autore di paesaggi e scene di vita contadina, infatti, visse un artista che considerava il ritratto come il più nobile dei generi pittorici: “Ha come obiettivo l'esplorazione del volto umano (…)”, disse. “Il ritratto è lo studio che colla maggior semplicità di mezzi racchiude la più efficace parola dell’Arte nell’espressione della forma viva”.

Il percorso espositivo si apre con alcune importanti opere del periodo giovanile milanese, come l’affascinante ritratto di Leopoldina Grubicy (1880), sorella di Vittore Grubicy de Dragon, mercante d’arte e amico dell’artista. Alle opere milanesi segue una scelta di lavori realizzati durante il soggiorno in Brianza (1881-1886), tra cui il toccante disegno del piccolo Gottardo (1885), il primogenito dell’artista, addormentato dopo aver subito un’operazione. Al 1886 risale la pennellata quasi espressionista che accompagna la contadina Maria Paredi; e del periodo grigionese di Segantini è il ritratto di Grubicy (1887), nel quale raffigura l’amico su un primo piano fortemente costruito, circondato da alcune tele appena coperte, nell’intento di definirne il lavoro di mercante d’arte. E poi gli autoritratti, una rosa che spazia dal 1879 al 1898, dal primo autoritratto, un’opera realista che rispecchia il fascino dei lineamenti del giovane artista ventenne, fino all’ultimo, che presenta un volto da profeta. 

Classe 1858, Segantini, nato ad Arco di Trento, lasciò Milano prima e poi la Brianza per stabilirsi a Savognin, un villaggio di contadini di montagna nell’Oberhalbstein grigionese. Regolarmente informato da Grubicy, Segantini arricchì il paesaggio montano di un nuovo linguaggio pittorico, tendente verso visioni allegoriche, segno di un più europeo allontanamento dalla pittura realista. Dai Grigioni, Segantini si trasferì in Engadina, dove le latissime quotazioni dei dipinti gli consentivano una vita agiata, con i mesi invernali trascorsi a Soglio, in Val Bregaglia. All’età di 41 anni, Segantini morì inaspettatamente di peritonite il 28 settembre 1899 sul monte Schafberg sopra Pontresina, mentre stava lavorando al quadro centrale del suo Trittico della natura.

Per informazioni: +41 81 833 44 54; info@segantini-museum.ch / info@kubus-sils.ch