Pubblicato a Rio de Janeiro nel 1958, l’album 'Canção do amor demais' segnò l’inizio della «nuova onda» musicale brasiliana.
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, disponibile anche nelle cassette di 20 Minuti per tutto il fine settimana.
Nelle note di copertina che Vinicius de Moraes scrisse per l’album Canção do amor demais si leggeva: «Con questo LP non vogliamo provare niente, se non mostrare una tappa del nostro cammino di amici e compagni nel divertentissimo lavoro di fare samba e canzoni, che sono brasiliane, ma senza nazionalismo esaltato, e alimentare il nostro gusto di cantare, che è una cosa che aiuta a vivere».
L’importanza del disco è attribuita al fatto che, per la prima volta, insieme alla cantante Elizeth Cardoso si riunirono in un unico progetto coloro che sono considerati i padri della bossa nova: gli allora già celebri Antonio Carlos Jobim, musicista e compositore, e Vinicius de Moraes, poeta e paroliere. Insieme a loro anche un giovane cantante e chitarrista, João Gilberto. Fu la Festa che pubblicò il disco, una piccola casa discografica di Rio de Janeiro, proprietà del giornalista Irineu Garcia, specializzata nella pubblicazione, in piccola tiratura, di dischi di poesie recitate dagli autori o da attori professionisti.
Canção do amor demais è ricordato in particolare per la presenza di due brani, Outra vez e Chega de saudade. In quel periodo Jobim stava cercando di far incidere qualcosa a João Gilberto, semisconosciuto dal pubblico, ma già un punto di riferimento dei giovani musicisti, che di lì a poco sarebbero diventati la turma de bossa nova. Alla fine Gilberto suonò in soli due pezzi (senza essere accreditato nelle note) ma questo bastò, come poi fu detto e scritto, a cambiare la musica brasiliana. In quei pezzi, infatti, è presente per la prima volta la famosa batida di João Gilberto, cioè il suo modo innovativo di suonare la chitarra che influenzò in modo determinante la musica brasiliana negli anni successivi.
La scelta musicale fu ridurre ai minimi termini la «pesantezza» e presenza dell’orchestra; e già questo fu una decisa novità: in Estrada branca, Elizeth fu accompagnata solo dal pianoforte di Jobim, in Medo de amar solo dal contrabbasso, in Chega de saudade e in Outra vez l’orchestra è, di fatto, sostituita dalla chitarra di João: contrassegnata da linearità e (apparente) semplicità.
Nei testi di Vinicius è ancora presente a tratti l’atmosfera melodrammatica e tragica tipica della canzone brasiliana dell’epoca – è del 1913, quindi, rispetto ai più giovani Jobim e Gilberto, nati rispettivamente nel 1927 e nel 1931, ancora in parte radicato nel passato –, ma già si inizia a respirare un’aria nuova nei suoi versi: la saudade (quel sentimento struggente simile alla malinconia, alla nostalgia), inizia a perdere i suoi connotati tragici e si trasforma in speranza per il futuro. Ed ecco che la nuova onda da lì in avanti, come un benevolo tsunami, travolse un vastissimo pubblico in tutto il mondo. E ancora oggi basta sentire un paio di accordi di bossa nova e la voce suadente dei suoi cantori per provare la struggente brezza di quella magica follia.
***
1. Claude Lévi-Strauss
Nei suoi 'Tristi tropici' del 1955, l’etnografo francese si ispirava ai suoi viaggi e agli studi sulle popolazioni visitate, come gli Amerindi che ha incontrato in Brasile.
2. Storie brasiliane
In 'Tristezza per favore vai via' (Il Saggiatore, 2014) Alberto Riva raccoglie racconti, segreti e aneddoti: tutto concorre a costruire una memoria che si perde in un passato coloniale quasi mitico. Un viaggio nella cidade maravilhosa dove tutto riesce a convivere, tra divertimento sfrenato e saudade.
3. Fiabe e leggende
'A ritmo d’incanto' di Luigi Dal Cin (Franco Cosimo Panini, 2010). Le storie più antiche del grande paese sudamericano con il ritmo suadente di una lingua parlata dolce, musicale che diventa anche modo di «sentire» la vita.
4. Sulle favelas
Con 'Crimine e favelas' (Eiffel Edizioni, 2016), il giornalista Luigi Spera cerca di fare piazza pulita dei luoghi comuni che ancora fungonoda griglia di lettura automatica quando si parla di favelas.
5. Nel pallone
Compagni di stadio. 'Sócrates e la Democrazia Corinthiana' (Fandango, 2014) di Solange Cavalcante. Negli anni bui della dittatura militare brasiliana, una popolarissima squadra di calcio, il Corinthians di San Paolo, vinse il campionato con la parola “Democrazia” stampata sulle magliette. Era la squadra del mitico Sócrates Brasileiro Sampaio de Souza.
6. Architettura
'Oscar Niemeyer' (Assouline, 2009) di Michael Kimmelman è un prezioso volume dedicato all’architetto brasiliano, tra i massimi maestri dell’architettura del XX secolo.
7. Ayrton Senna
In Suite 200. 'L’ultima notte di Ayrton Senna' (Ed. 66th and 2nd, 2014) Giorgio Terruzzi, scrittore ed esperto di Formula 1, ci accompagna nella vita di uno dei piloti più amati di sempre. Un campione, ma soprattutto un grande uomo.