Culture

Biagio Antonacci, l'amore al tempo delle videocassette

Una storia onesta e pulita
5 ottobre 2017
|

Per la felicità dei feticisti del vintage tecnologico, “In mezzo al mondo” è ambientato in una videoteca dei primi anni novanta, nella quale stanno in bella mostra: 1) un esemplare di Macintosh Plus; 2) un radioregistratore a cassette; 3) una tv portatile Philips a tubo catodico; 4) un At-At Walker di Star Wars, in scala; 5) un telefono in plastica trasparente con neon e componentistica in vista; 6) un lettore vhs a forma di Supercar; 7) film in videocassetta e locandine a go-go (spicca, all'entrata, quella di "Ritorno al futuro").

Il teenager alla cassa, dai tratti asiatici – lo chiameremo Tatzuki – è un po’ nerd, ma gli basterebbe qualche chilo in meno per puntare dignitosamente a un Keanu Reeves. Una teenager mora – che chiameremo Bianca, per la vaga somiglianza con la cantante Bianca Atzei – entra con l’amica bionda per noleggiare "Vacanze romane" (qui "Italian holidays", per questioni di copyright). È la morettina media, quella che se anche le morettine non gli piacessero, Tatzuki se ne innamorerebbe ugualmente perché lei, “innamorati di me”, ce l’ha scritto negli occhi. Mentre le consegna la cassetta, Tatzuki sogna ad occhi aperti Bianca sulla Vespa della Piaggio, lui davanti come Gregory Peck, lei dietro come Audrey Hepburn. Bianca torna per noleggiare “Edward mani di forbice” (qui “Tom the Razors Guy”) e Tatzuki s'immagina nei panni e negli artigli di Johnny Depp nel bacio più complicato della storia del cinema. Un giorno, Tatzuki si toglie gli occhialetti e prova pure a dichiararsi. Ma, con giubbetto dei Chicago Bears, arriva Bello Di Turno – lo chiameremo così – il quale, dopo aver baciato Bianca, noleggia “Cry Hard” con Ben Rullis (ovvero “Die Hard” con Bruce Willis). Tatzuki-Willis atterra Bello di Turno con un sok-ti (gomitata), ma solo nella fantasia.

Bello il lavoro di Antonio Usbergo e Niccolò Celaia, ovvero YouNuts, già per il Jovanotti di "Sabato" e molti rapper. Il videoclip è girato in una vera videoteca di Milano, "Le Cinéma" di via Washington. L’Antonacci, in tuta da servizio delle pulizie con tanto di mazza e stracci, è il narratore, ritratto in tinte blu dichiaratamente Spielberg. Non c'è il lieto fine, ma d’altra parte, lo insegna il Biagio, “L’amore comporta” anche qualche delusione.