Presentata la strategia del Cantone. Atti e documenti potranno essere richiesti con un clic. Investimenti per 30 milioni sull'arco di 4 anni
Un piano diviso in due fasi e una pioggia di milioni – 30,4 in totale, divisi in diversi crediti distinti – per dare una decisa accelerata alla trasformazione digitale del Canton Ticino. Il Consiglio di Stato ritiene infatti la digitalizzazione “un ambito di sviluppo prioritario” e questa mattina ha presentato due messaggi dove vengono indicate nel dettaglio le strategie da adottare e i relativi, così sono stati definiti, “costi di opportunità” per migliorare i servizi pubblici rendendoli più efficienti e accessibili attraverso le potenzialità della tecnologia. Il programma presentato oggi, da realizzare entro il 2028, si sviluppa attraverso una serie di progetti chiave. Progetti che hanno però bisogno di una nuova Legge sull’amministrazione digitale per essere attuati, uno strumento che esiste già in una ventina di cantoni ma che in Ticino manca. Sarà questo un primo passo necessario da compiere.
«Stiamo dimostrando che anche in periodi di incertezza e difficoltà economica il governo vuole investire e ha una visione sul futuro. Vogliamo essere un attore dinamico», afferma il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta. Una risposta velata a chi accusa il Consiglio di Stato di passività e mancanza di visione. «La digitalizzazione è la rivoluzione del nostro tempo, un cambiamento che viviamo nella vita privata e sul posto di lavoro. È un cantiere in costante progresso». Una premessa importante, sottolineata più volte: «Questa trasformazione deve tenere conto di tutta la popolazione. I servizi pubblici diventeranno anche digitali, ma non andrà persa la possibilità del contatto tradizionale con il personale». Un doppio binario che non permetterà, nel breve termine, di ridurre i costi. Anzi, «inizialmente ci dovrà essere uno sforzo maggiore per investire. Poi, nel medio termine, è ipotizzabile che alcuni compiti possano continuare a essere svolti efficientando le risorse».
Il primo passo sarà quello di sviluppare un’infrastruttura digitale comune per tutti i Dipartimenti e i servizi del Cantone. Una base di partenza necessaria. «Questo, ovviamente, tenendo costo della Legge sulla protezione dei dati», sottolinea la delegata alla trasformazione digitale Milena Folletti. Un primo progetto è lo sportello digitale dei servizi. Una piattaforma digitale che offre ai cittadini e alle imprese un accesso rapido ai servizi pubblici. «Si potranno ottenere atti o documenti ufficiali senza bisogno di recarsi fisicamente allo sportello», spiega Folletti. Per accedere allo sportello sarà necessaria un’identità elettronica, così come anche per effettuare pagamenti elettronici. «Gli utenti dovranno essere identificati, autenticati e poi autorizzati». Un po’ come succede già oggi con i servizi di e-banking. Un altro progetto che si vuole realizzare nei prossimi anni: la gestione elettronica delle pratiche. Uno strumento che dovrebbe permettere di ridurre notevolmente la quantità di carta che circola tra i vari uffici dell’amministrazione cantonale. «Si potranno organizzare, gestire, archiviare e recuperare i dossier – illustra Folletti –. Come anche tenere sotto controllo a che punto si trova una determinata pratica». Dai dati raccolti, e questa è un’altra misura che si vuole implementare, si vuole creare un ‘data management’, ovvero una raccolta di dati pubblici aperti a disposizione di chi è interessato. Le informazioni saranno in ogni caso rese disponibili nel rispetto della protezione dei dati. È poi previsto un programma di formazione alle competenze digitali che permetterà al personale di tenersi aggiornato e sviluppare nuove competenze.
«Le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale, sono sicuramente un’opportunità. Rappresentano però anche un rischio», avverte il direttore del Centro sistemi informativi Silvano Petrini. «Anche la criminalità utilizza questi nuovi strumenti, è quindi necessario aggiornarsi continuamente». Ecco quindi che tutta l’infrastruttura digitale esistente sulla quale si basa l’amministrazione cantonale deve essere aggiornata.
In particolare si vuole ridurre i rischi di interruzioni dei sistemi a causa di eventi ambientali o guasti e limitare la perdita di dati. C’è poi la domanda di memorizzazione dei dati. Ogni giorno vengono inseriti 16 terabyte «e la richiesta non potrà che aumentare». Per contrastare questi problemi sono state ipotizzate diverse misure: una nuova ubicazione aggiuntiva, ovvero una seconda sala server all’interno della rete informatica cantonale, un aggiornamento dei server e delle banche dati e nuove soluzioni per gestire la sicurezza e i ripristini in caso di disastro.
La strategia elaborata ha preso spunto sul lavoro che stanno portando avanti altri Cantoni. «Ci siamo concentrati sui progetti portati avanti in altre regioni svizzere, analizzando in particolare i Cantoni che hanno caratteristiche simili al Ticino. Abbiamo quindi preso gli spunti che ci sembravano più interessanti», afferma il cancelliere dello Stato Arnoldo Coduri. La digitalizzazione, è stato ricordato, fa parte delle priorità del Cantone dal Programma di legislatura 2019/23, periodo durante il quale è stata appunto nominata la delegata alla trasformazione digitale.