All’ordine del giorno dell’abituale incontro tra deputazione ticinese e Consiglio di Stato finanze, aiuti alla Vallemaggia, Posta e politica migratoria
Situazione finanziaria, ricostruzione della Vallemaggia, riorganizzazione della Posta e politica migratoria. Questi i temi di discussione durante l’abituale riunione tra Consiglio di Stato e deputazione ticinese alle Camere federali in vista della prossima sessione parlamentare. A presentarli alla stampa il presidente del governo ticinese Christian Vitta e il presidente della deputazione Piero Marchesi.
Primo punto, dunque, il capitolo finanziario. A dare inizio la prospettata manovra di risanamento delle finanze della Confederazione: «Fonte di preoccupazione – rileva Vitta –, dato che implica per i Cantoni importanti nuovi oneri». In merito la volontà di Consiglio di Stato e deputazione è di «mantenere un monitoraggio costante». Gli fa eco Marchesi: «È chiaro che l’obiettivo di risanamento dei conti della Confederazione, dove si prospetta una riduzione delle uscite di circa 5 miliardi, farà male anche ai Cantoni. Il compito della deputazione è di fare in modo che queste riduzioni non si ripercuotano troppo sui Cantoni, come pure di tenere in considerazione le riflessioni del governo ticinese».
Tra i temi finanziari, anche la perequazione intercantonale. Un argomento, evidenzia Vitta, «a cui teniamo particolarmente». E spiega: «Poche settimane fa il governo ha scritto una lettera alla consigliera federale Karin Keller-Sutter, ribadendo l’auspicio di una modifica della ponderazione del peso dei frontalieri nella formula. Su questo fronte abbiamo stabilito con la deputazione i prossimi passi nella direzione di un’azione congiunta tra i livelli federale e cantonale». Per Marchesi, «la perequazione è un bell’esempio di lobbismo positivo, di collaborazione tra deputazione e Consiglio di Stato». Deputazione che a Berna «farà dei passi verso i consiglieri federali, ma anche verso i colleghi degli altri cantoni che potrebbero avere un interesse a sostenere la modifica dell’ordinanza così come auspicata dal Canton Ticino».
Sul tavolo pure il dossier al vaglio del parlamento sul valore locativo. Anche in questo caso Vitta esprime una certa «preoccupazione dei Cantoni, in particolare quelli alpini, specialmente per la parte riferita alle residenze secondarie». In queste regioni l’abolizione tout court del valore locativo provocherebbe una perdita di gettito anche molto importante. Ma, interviene Marchesi, nonostante la posizione del Consiglio di Stato «sia molto chiara», a Berna c’è «una maggioranza politica piuttosto chiara a favore dell’abolizione del valore locativo. Confidiamo si possa trovare una soluzione di compromesso che possa sì abolire il valore locativo, essendo la volontà espressa in larga parte dal parlamento, ma anche di permettere ai Cantoni di tassare le residenze secondarie non perdendo questi introiti».
Tema caldo, la ricostruzione in Vallemaggia, dove si stimano danni complessivi, in ambito pubblico e privato, di 100 milioni di franchi. «La deputazione – dice Vitta – ha ricevuto la risposta della presidente della Confederazione Viola Amherd che non ha soddisfatto le attese che avevamo». Ecco perché, nelle scorse settimane il Consiglio di Stato ha scritto ai consiglieri federali Albert Rösti e Guy Parmelin, manifestando le proprie preoccupazioni sugli importanti costi di ricostruzione e di accompagnamento per il settore agricolo. Costi che, se affrontati come indicato nella lettera da Amherd, ci porterebbero unicamente ad avere dei sostegni che rientrano nel quadro ordinario, mentre di fronte a questa situazione straordinaria, ci attendiamo un intervento di natura straordinaria». Dello stesso avviso, Marchesi: «Già nella lettera inviata a inizio luglio sottoscritta dalle deputazioni ticinese, grigionese e vallesana all’attenzione del Consiglio federale – ricorda – si parlava di una richiesta di aiuto straordinario, perché di fatto di una situazione straordinaria si tratta. C’è un po’ di delusione rispetto alla risposta fornita, da un lato perché l’abbiamo aspettata tre mesi, dall’altro perché il risultato non ci soddisfa. Sul tema non intendiamo fermarci e cercheremo di far capire che per queste tre regioni è importante andare al di là dell’ordinarietà prevista dalle leggi attuali».
A non soddisfare deputazione e governo, anche la comunicazione della Posta. «È chiaro – non nasconde Marchesi –, la Posta può muoversi nell’ambito della sua strategia aziendale come crede. A non essere particolarmente piaciute sono le modalità di comunicazione, visto che abbiamo spesso e volentieri appreso le novità dai media». Certo, «capiamo che la società stia cambiando e che di conseguenza la funzione della Posta e dei suoi uffici possa subire dei cambiamenti». Importante tuttavia, rimarca Marchesi, «è che ai cittadini sia garantito il servizio, se non più attraverso i classici uffici postali, quantomeno attraverso le agenzie postali». Nei prossimi mesi, garantiscono Vitta e Marchesi, non mancheranno incontri con il Ceo della Posta Roberto Cirillo. E questo, puntualizza Vitta, «nell’ottica di mantenere alta la pressione ed evitare che queste modalità comunicative davvero insoddisfacenti proseguano».
Non da ultimo, la situazione migratoria e dell’asilo. «La modifica della legge sull’asilo è già stata trattata dalla prima camera del Consiglio nazionale», rievoca Marchesi. «Una modifica che va incontro anche alle rivendicazioni di molti cantoni, tra cui il Ticino, di dare maggiori possibilità anche alle polizie cantonali locali di essere più incisive nel sanzionare».