“Per quale motivo il Ticino risulta ultimo in classifica nel recupero delle prestazioni complementari dagli eredi?”. È quanto chiede il deputato leghista Alessandro Mazzoleni al Consiglio di Stato attraverso un’interrogazione.
“Da un recente articolo apparso sul portale della Rsi – mette in luce il granconsigliere – si apprende, tra le altre cose, che ‘l’Ufficio federale delle assicurazioni sociali (Ufas) è stato sollecitato dal Controllo federale delle finanze (Cdf) affinché migliori, entro la fine del 2025, l’analisi dei rischi relativi alla riforma delle prestazioni complementari’”. E prosegue: “Leggendo l’articolo si apprende anche che ‘dal 2021 le prestazioni complementari vengono erogate con nuovi criteri e possono essere chieste indietro agli eredi. Se un anziano vedovo beneficiario muore, i figli possono essere chiamati alla cassa per la parte d’eredità superiore ai 40mila franchi’”.
Sempre citando l’articolo, aggiunge Mazzoleni, “se è poi vero che ‘le novità sono valutate positivamente dal Controllo federale delle finanze’, altrettanto vero è che quest’ultimo ‘critica l’assenza di un’analisi dei rischi e di controlli efficaci. C’è per esempio il rischio che la legge non venga applicata ovunque allo stesso modo e una tabella comparativa fra cantoni sul recupero delle prestazioni sembrerebbe confermare: c’è chi recupera moltissimo (il Vallese) e c’è chi recupera meno. Sorprendentemente molto meno, afferma la vigilanza finanziaria commentando gli ultimi della graduatoria: Ticino e Neuchâtel’”.
In tal senso, alle sollecitazioni del Cdf, rileva il leghista, “l’Ufas ha spiegato che ‘la tabella non è significativa, perché gli importi restituiti dipendono fortemente da fattori come la residenza dei beneficiari (casa anziani o abitazione di proprietà) come pure dai valori immobiliari. Le differenze cantonali riflettono le differenti strutture socio-demografiche, le situazioni del mercato del lavoro e i livelli di povertà’”. Non solo. “Al Cdf – dice Mazzoleni – l’Ufas ha anche spiegato che ‘gli manca il personale competente e ha evocato lacune a livello di sistemi informatici’. Per il Cdf, ‘questi due aspetti rappresentano [però] proprio i maggiori rischi legati alle prestazioni complementari’. Per l’Ufas, ‘l’applicazione delle misure richieste dal Cdf dipenderà dalle risorse disponibili, poiché comportano un aumento del carico di lavoro’”. Per Mazzoleni, insomma, “dopo aver evidenziato una lacuna, in concreto il Cdf ha stimolato un interessante dibattito su possibili riforme e miglioramenti”.
Da queste constatazioni le domande al governo. Il leghista chiede innanzitutto quali siano “i fattori specifici che rendono il Ticino tra i cantoni meno efficaci nel recupero delle prestazioni complementari dagli eredi”, ma anche se siano “possibili in Ticino azioni concrete per allinearci a recuperi come quelli in altri cantoni simili al Vallese”. Mazzoleni chiede infine lumi se, “per sanare la discrepanza di recupero rispetto ad altri cantoni, anche in Ticino così come già evidenziato dall’Ufas”, siano “necessarie maggiori risorse finanziarie e di personale”.