L'esperienza del Business Network International presente nel nostro cantone con 11 team, 324 membri e un fatturato di oltre 54 milioni di franchi annui
In un mondo del lavoro strapazzato come non mai, anche e soprattutto in Ticino, c’è chi ha fatto della cura delle relazioni interpersonali una possibilità di fuga da licenziamenti, fallimenti e ristrutturazioni. L’acronimo è Bni, il nome per esteso Business Network International. Fondata nel 1985 in America, l’organizzazione, leader a livello mondiale per il marketing strategico di riferimento, conta oltre 328mila membri in 76 Paesi organizzati in più di 11mila team d’imprenditori regionali.
In Svizzera vi giunge nel 2005 (a Lucerna), mentre nel nostro cantone solo nel 2011. Undici i capitoli (ovvero i team di imprenditori) distribuiti su tutto il Ticino: cinque nel Luganese, uno a Locarno, Mendrisio, Bellinzona, Rivera, Malvaglia e uno online, per un totale di 324 membri distribuiti da Airolo a Chiasso e che non sono mai l’azienda in sé ma la persona fisica (nel 90% dei casi il titolare, così da facilitare ulteriormente il contatto).
Direttore di area Ticino e Grigioni italiano è Arnaldo Bernardi. Con il membro Stefano Ghisletta ci parlano di potenzialità e obiettivi, in un momento particolarmente delicato e critico (lo abbiamo letto anche recentemente e per aziende finora al riparo da crisi strutturali) per professioni e mestieri.
Se, dunque, è sempre più difficile ricevere sostegno dalla politica, già di per sé impegnata a risolvere svariate questioni finanziarie (il Preventivo del Canton Ticino con i suoi 64 milioni franchi di disavanzo per il 2025 ne è un lampante esempio), i membri di Bni si impegnano ad aiutarsi reciprocamente a far crescere le proprie aziende e indirettamente l’economia locale e regionale. Questo attraverso la costruzione di una solida rete di imprenditori di fiducia e la condivisione di consigli commerciali attraverso incontri settimanali e competenze specifiche. Una filosofia che si basa sul semplice principio ‘chi dà, riceve’: “Chi aiuta gli altri ad acquisire nuovi affari attraverso raccomandazioni mirate riceverà a sua volta raccomandazioni commerciali. Questo principio si basa sull’antica saggezza secondo cui si raccoglie ciò che si semina” si legge nella pagina web a loro dedicata (www.bni.swiss.ch).
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Le cifre della presenza nel Cantone
Non solo, perciò, una necessità di stare a galla in tempi poco favorevoli per l’economia in generale, ma la possibilità di creare un indotto non solo per i membri stessi, ma per quanti vi gravitano attorno. Fondatore del capitolo bellinzonese Tre Castelli – anticipato di tre mesi dal Castagno, di Lugano, il più forte a livello ticinese e in Svizzera fra il primo e il secondo posto storicamente da sempre – Bernardi mette subito le mani avanti: «Non siamo un club di servizio, siamo un team di imprenditori che si trovano tutte le settimane. Per quanto riguarda il Tre Castelli siamo quelli delle 6.30 del mattino con una media di 44/46 appuntamenti all’anno per i quali Bni permette un massimo di tre assenze in sei mesi, altrimenti scatta il cartellino rosso».
Chiaro il traguardo: «Siamo qui per fare business. Il nostro marketing preferenziale è il passaparola organizzato, dove fra imprenditori ci scambiamo delle referenze ‘calde’ ovvero ‘entrare nella casa’ dei potenziali clienti attraverso le rispettive referenze. E questo lo si può fare instaurando fra imprenditori un rapporto di amicizia, poi di fiducia, poi quando ho molta fiducia lo scambio di clienti».
Principale prerogativa è quella che in ogni capitolo vi sia un solo professionista per ogni attività: «Non si troveranno mai per esempio due architetti o due ottici. Inoltre, il membro non è ‘sposato’ a Bni e, dunque, non vi è alcun obbligo di utilizzare i rispettivi servizi. Importante è anche il concetto dell’one-to-one, l’incontro conoscitivo diretto, così che più conosco il membro e più è facile per me raccomandare ed essere raccomandato».
Nessuno spazio, quindi, a ‘squali’: «Al nostro interno abbiamo un severo codice etico. Siamo chiamati a rispettare chiamate, preventivi e fatture. L’aspetto economico diventa perciò fondamentale, tanto che per chi non risponde a queste indicazioni c’è l’espulsione. Nel contempo è attivo un comitato che valuta l’accettazione di un membro e il rinnovo negli anni successivi. Sicuramente quello che chiamo il ‘fenomeno 2024’, ovvero la difficoltà di un mondo del lavoro sempre più dalle cifre rosse, ha messo in crisi tanti imprenditori. Un trend che riscontriamo soprattutto al giorno d’oggi, rispetto al passato, anche nel nostro ambito e per il quale, aumentando le criticità, siamo stati chiamati a implementare i cartellini gialli».
Il Ticino resta a ogni modo nella Confederazione un’antenna privilegiata, la migliore rispetto alla Svizzera francese e la Svizzera tedesca: «Noi latini siamo più dotati nel passaparola e ciò ci agevola molto. Del resto referenziamo tantissimo. Fra i crismi per accettare un nuovo membro, infatti, non vi è tanto la grandezza dell’azienda ma la possibilità di avere un buon network, una sostenibile e rilevante rete di contatti».
Lo sa bene anche Stefano Ghisletta, membro Bni: «Diamo valore allo scambio. È chiaro che il volume grosso lo fa l’edilizia o aziende di una certa grandezza, ma fondamentale resta l’impegno del professionista, il metterci del nostro. Una grande opportunità è quindi quella del contatto, della possibilità di intessere una rete e di creare dinamiche non solo a livello locale e cantonale ma contatti anche a livello nazionale attraverso cinque precise domande: chi sono, chi rappresento, cosa faccio, cosa faccio bene e chi cerco».