Disfunzioni, risorse, tempi... interrogazione del Ps sulla tormentata riforma delle autorità di protezione (curatele, tutele ecc.)
La riforma delle autorità di protezione, con l’introduzione di Preture ad hoc, “richiede tempo e risorse, tuttavia ci sono delle necessità urgenti a cui bisogna dare delle risposte subito. Altrimenti si corre il rischio che la fase di transizione si trasformi in una fase di stallo, e questo a scapito delle Arp (le odierne Autorità regionali di protezione, ndr), degli operatori sul territorio e dei Comuni”. Ma soprattutto “con delle conseguenze dirette sulla pelle delle persone e delle famiglie con bisogni di protezione in Ticino”. E allora, si chiede e chiede Danilo Forini, “che fine ha fatto l’appello dei presidenti delle Arp?”. Parte proprio da qui – dalla lettera inviata in giugno all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, al Dipartimento istituzioni e a quello della Sanità e socialità, dai vertici delle Autorità regionali di protezione “per segnalare le importanti e crescenti difficoltà che riscontriamo purtroppo quotidianamente nell’ambito dell’esecuzione dei compiti di protezione a favore di minori e adulti oggetto di procedure di nostra competenza” – l’interrogazione al governo che il deputato ha appena inoltrato per il gruppo socialista in parlamento.
Al Consiglio di Stato Forini pone una serie di domande affinché si possa fare il punto sulla prospettata riorganizzazione del settore curatele e tutele in Ticino, caratterizzata dal passaggio dall’attuale modello amministrativo – imperniato sulle sedici Arp, facenti capo ai Comuni per funzionamento e costi – a quello giudiziario, con l’istituzione appunto delle Preture di protezione. La cosiddetta cantonalizzazione. Alla quale nella votazione del 2022 i cittadini hanno dato via libera. Dopo il responso delle urne, il dossier è così tornato a Palazzo delle Orsoline, sui tavoli della commissione granconsiliare ‘Giustizia e diritti’ e del governo per la definizione degli altri tasselli: le norme di procedura che disciplineranno l’attività delle citate Preture, l’ubicazione di quest’ultime… Ma quando saranno operative? Ovvero, quando scatterà la nuova organizzazione? Impossibile al momento indicare un termine temporale. L’atto parlamentare invoca intanto chiarezza alla luce di alcuni recenti ‘capitoli’ della tormentata riforma.
Fra questi, la missiva dei presidenti delle Autorità regionali di protezione, di cui la ‘Regione’ ha riferito nell’edizione del 27 giugno. Nella lettera – oltre a considerare “indispensabile una celere implementazione” delle Preture di protezione, nelle quali magistrati (i pretori di protezione e i rispettivi aggiunti) e specialisti (per esempio in psicologia, pedagogia e lavoro sociale) decideranno insieme le misure appropriate a tutela degli interessi e del bene di adulti e minori vulnerabili (curatele, tutele, ricoveri a scopo di assistenza, collocamenti… ) – i presidenti mettevano in guardia sul fatto che “il protrarsi dell’attuale inadeguato contesto organizzativo comporta enormi disparità di organizzazione delle Arp del territorio ticinese (siccome ogni Comune sede ha in parte rimediato a modo suo alle attuali carenze legislative cantonali), con conseguenti differenti funzionamenti delle stesse e inevitabili disparità di trattamento delle persone vulnerabili”. Quello dei vertici delle Arp «è un grido d’allarme che non può essere assolutamente ignorato», aveva commentato Forini da noi interpellato dopo la pubblicazione della lettera. I presidenti delle Autorità regionali di protezione, aggiungeva il parlamentare del Ps, «riferiscono anche di servizi e strutture sociali e sociosanitarie d’appoggio alle Arp che sono sempre più sollecitati, ma che sono a corto di personale a causa dei risparmi, dei tagli, decisi in primis dal Cantone, e che quindi non sono in grado di rispondere, come dovrebbero o vorrebbero, ai bisogni di persone fragili».
Nell’interrogazione Forini riporta diversi passaggi della missiva, tra cui quelli riguardanti i servizi medici psicologici e psicosociali, i centri educativi per minorenni e la Clinica psichiatrica cantonale. “Secondo i presidenti delle Arp, a prescindere dalla riforma in corso, questi e altri servizi vanno urgentemente potenziati”, scrive il granconsigliere. Che al governo chiede “come reagisce all’allarmante quadro descritto nell’appello” dei vertici delle Autorità regionali di protezione e se condivide “le numerose e dettagliate preoccupazioni”. E ancora: “Quali misure urgenti intende intraprendere per garantire le risposte adeguate ai bisogni sociali, in particolare di valutazione e di protezione dei minorenni e degli adulti con bisogni di protezione?”.
Il deputato socialista accenna pure al servizio giornalistico sulla riforma andato in onda il 7 ottobre al ‘Quotidiano’ (Rsi). “Il direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie (Dipartimento sanità e socialità, ndr) – annota Forini nell’atto parlamentare – parla durante la trasmissione di un ‘Rapporto sui prestatori di servizio’ che prevede un potenziamento delle risorse per questi servizi. Il giornalista cita un potenziamento di personale sociale di supporto per almeno 4/5 milioni di franchi. Cifre non incluse nel messaggio governativo sulla riforma”. Quel rapporto, domanda quindi Forini al Consiglio di Stato, “sfocerà in un messaggio che chiede l’aggiornamento e il potenziamento dei servizi in supporto di minorenni e adulti con bisogni di protezione?”. Per il granconsigliere, inoltre, “non è ancora chiaro il ruolo dei Comuni che a loro volta ritengono che, con la nuova impostazione, il compito sia prettamente cantonale. Ma allora, ad esempio, chi si assumerà il ruolo centrale della gestione dei curatori in futuro? Insomma, tutta la parte sociale della riforma resta interamente ancora da definire”. Pertanto, rileva Forini, risulta “difficile credere che la tempistica indicata dalla direttrice della Divisione della giustizia (Dipartimento istituzioni, ndr), che afferma di potere avviare il prima possibile l’attività delle Preture di protezione entro il 2027/2028, possa davvero essere rispettata”.