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‘Le tariffe di utilizzo della rete elettrica vanno riviste’

Il Consiglio nazionale ha approvato una mozione di Bruno Storni nonostante il parere contrario del governo. ‘Profitti eccessivi per un servizio pubblico’

(Ti-Press)
30 settembre 2024
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Il Consiglio federale deve verificare il costo medio del capitale che determina le tariffe di utilizzazione della rete elettrica. È quanto pensa il Consiglio nazionale, che ad ampissima maggioranza (175 voti a favore, 10 contrari e 2 astenutI) ha recentemente approvato una mozione del deputato ticinese Bruno Storni depositata nel settembre del 2022. “Con il passaggio alla (semi)liberalizzazione del mercato svizzero dell'elettricità nel 2009 è stata introdotta la separazione della fatturazione per la fornitura di energia elettrica in due componenti, energia e utilizzo della rete”, scrive il deputato socialista. “L'utilizzo della rete viene calcolato sulla base del conto di rete con un tasso d'interesse, il Wacc, che viene fissato annualmente dal Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni”. Il tasso è però ritenuto troppo elevato da Storni, che nel suo testo cita una perizia sul tema del 2021. “Questa situazione ha portato a elevati profitti dalla rete per le società elettriche un 6,96% di ritorno sul capitale proprio, che è eccessivo per un servizio pubblico”, sostiene Storni. “Le tariffe di utilizzazione rete sono ormai troppo elevate”. Un esempio? La Società elettrica sopracenerina (Ses) ha fissato per il 2025 una tariffa di 13,4 centesimi al chilowattora. Nel 2022 erano 8,45. “A poco a poco stanno diventando più elevate del costo dell’energia anche perché gli investimenti sulla rete elettrica fanno crescere di suo valore a bilancio al quale è applicato il Wacc. Per evitare tariffe troppo elevate e conseguenti eccessivi utili alle aziende elettriche è tempo per una riduzione del Wacc”. La mozione, approvata al Nazionale, passa ora nelle mani del Consiglio degli Stati.

Sul tema si sta ora muovendo anche il Consiglio federale, che a metà giugno ha messo in consultazione l’adeguamento del Wacc. Gli attori coinvolti hanno tempo fino al 4 ottobre per far sapere cosa ne pensano della proposta. Il Consiglio federale suggerisce di inserire un nuovo metodo di calcolo, che dovrebbe comportare un risparmio di 127 milioni di franchi a partire dal 2026 per i consumatori di energia elettrica. “Il nuovo metodo di calcolo dovrebbe, da un lato, fornire incentivi sufficienti per gli investimenti nelle reti elettriche, ma dall’altro evitare un rendimento ingiustificatamente elevato per gli investitori – si legge nella nota del governo federale che di fatto riconosce la problematica sollevata da Storni –. Da tempo del resto viene avanzata da più parti la critica secondo cui l’attuale metodo di calcolo comporterebbe un rendimento eccessivo. Si propone pertanto un adeguamento del metodo di calcolo, che entrerebbe in vigore a partire dall’anno tariffario 2026”.

Nel dettaglio, i limiti inferiore e superiore del Wacc per il capitale proprio verranno aboliti e per determinare il costo del capitale proprio tramite il Wacc si passerà all’approccio del rendimento del mercato. Questi cambiamenti faranno sì, secondo il governo, che il Wacc si riduca maggiormente nelle fasi con tassi bassi e non subisca invece oscillazioni estreme nelle fasi di tassi alti e di tassi bassi. Secondo il metodo di calcolo attuale il Wacc per l’anno tariffario 2025 sarà del 3,98%, mentre con il nuovo metodo di calcolo ammonterebbe al 3,41%. Alle attuali condizioni quadro economiche, sostiene il Consiglio federale, l’adeguamento farebbe quindi risparmiare 127 milioni di franchi all’anno a famiglie e imprese con una riduzione della tariffa per la rete elettrica di 0,22 ct/kWh. La proposta ha però sollevato diverse critiche, motivo per cui Storni ha deciso di non ritirare la sua mozione e lanciare così, attraverso la sua approvazione, un messaggio di sostegno al governo.