Il Consiglio federale propone di respingere la mozione di Lorenzo Quadri in quanto contraria alla convezione sul regime fiscale degli autoveicoli esteri
L'idea di una tassa d'entrata per le automobili dei frontalieri non piace al Consiglio federale. L'esecutivo propone infatti di respingere una mozione del consigliere nazionale leghista Lorenzo Quadri, che chiede l'introduzione di un tale balzello.
Secondo il deputato ticinese, il traffico generato dal frontalierato continua ad aumentare, in Ticino ma non solo. Questa situazione provoca un quotidiano congestionamento della rete viaria.
Secondo Quadri, nel cantone italofono l'87% dei lavoratori provenienti dalla vicina Penisola che arriva con il proprio veicolo viaggia da solo. Per disincentivare questa pratica, e al contempo accrescere le entrate fiscali, il consigliere nazionale propone dunque l'introduzione di una tassa d'entrata sui veicoli a motore dei frontalieri.
Essa sarebbe a tutela dell'ambiente, del mercato del lavoro locale e a copertura dei costi – sociali, economici, ambientali ed infrastrutturali – generati dai frontalieri, scrive nelle motivazioni del suo atto parlamentare Quadri, che già aveva avanzato una proposta simile nel 2016 (poi bocciata l'anno seguente). Il ticinese sottolinea che ridurre il numero dei veicoli – e quindi le loro emissioni – costituirebbe anche una risposta concreta alla recente sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu), che ha condannato la Svizzera per violazione dei diritti umani in ambito climatico.
Nella sua risposta pubblicata oggi, il governo si dice contrario a questa tassa. A suo dire, la convenzione del 30 marzo 1931 sul regime fiscale degli autoveicoli esteri impedisce la tassazione dei veicoli registrati in Italia quando entrano in Svizzera.
Replicando a Quadri, il quale sostiene che la Legge federale sulla circolazione stradale riserva alla Confederazione la competenza di porre in vigore una tassa d'entrata, il Consiglio federale evidenzia che quanto disposto nella norma risale a un'epoca in cui l'assicurazione di responsabilità civile sui veicoli a motore non era obbligatoria in tutta Europa. Pertanto eventuali imposte erano volte a coprire i costi assicurativi, problema che al giorno d'oggi non si pone più, essendo tale copertura perfettamente disciplinata a livello internazionale.
L'esecutivo giustifica il suo no con altre due argomentazioni. Da un lato, si verrebbe a creare una contraddizione con la Convenzione di Istanbul, la quale autorizza l'utilizzo temporaneo di veicoli in totale esenzione di dazi e tasse nonché divieti o restrizioni di carattere economico all'importazione. Dall'altro, adottando una mozione del consigliere agli Stati liberale Martin Schmid, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di adeguare la normativa doganale in modo da consentire ai frontalieri di entrare in Svizzera per scopi professionali con mezzi privati registrati e sdoganati all'estero.