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De Rosa: ‘Alcune cifre decise da Berna non me le spiego’

L'Ufficio federale ha corretto verso l'alto (+1,5%) la proposta di rincaro delle casse malati. Il direttore del Dss: ‘Il sistema si schianterà’

La terza stangata di fila per il Ticino
(Ti-Press)
26 settembre 2024
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«È l’ennesimo colpo durissimo. Un’altra stangata dopo i forti aumenti degli ultimi anni». Va dritto al punto il direttore del Dipartimento Sanità e socialità Raffaele De Rosa dopo la notizia che i premi di cassa malati in Ticino aumenteranno del 10,5% nel 2025. ‘Stangata’ che si somma alle due (+9,2% e +10,5% degli ultimi anni). «il sistema attuale è destinato a schiantarsi. Purtroppo a Berna c’è un’altra sensibilità». Già, la Confederazione. De Rosa non risparmia critiche alla politica federale. «Quando il Ticino ha un problema si tende a semplificare e dire che è il problema di un cantone. Quando però a segnalare difficoltà sono altri diventa subito una questione nazionale». A dimostrare che nel nostro cantone la sensibilità è differente ci sono i risultati delle votazioni federali di giugno. Dove le iniziative per “un freno ai costi della salute” e per “limitare i premi di cassa malati al 10 per cento del reddito” sono state respinte a livello nazionale ma approvate in Ticino.

«I dati forniti quest’anno dalla Confederazione ai cantoni sono stati maggiori, ma ancora insufficienti. Abbiamo dati talvolta limitati, talvolta contraddittori. È quindi difficile esprimersi con piena cognizione di causa». Nonostante questo De Rosa solleva diverse critiche, specialmente all’Ufficio federale di sanità pubblica (Ufsp). «Sono state usate previsioni che ci sfavoriscono mentre si è preso meno in considerazione una previsione del Kof meno pessimistica per il Ticino. Va poi detto – e su questo punto De Rosa insiste – che gli assicuratori avevano proposto un aumento minore per il Ticino. Assicuratori che conoscono bene gli assicurati e i loro bisogni. L’Ufsp l’ha però alzato di 1,5%. Non è poco e la giustificazione è che le previsioni erano troppo basse». Una giustificazione che il direttore del Dss mette in dubbio. «L’assicuratore è quello che ha più elementi. Non capisco quindi perché Berna abbia deciso una correzione così alta. Ma come dicevo, senza disporre di tutti i dati resta difficile pronunciarsi compiutamente».

Il sistema è in ogni caso perverso. Da un lato la stessa Confederazione suggerisce di cambiare cassa per risparmiare, anche giustamente visto che le differenze tra casse sono anche importanti, dall’altro ogni anno gli assicuratori aumentano i premi per recuperare chi è partito. C’è qualcosa che non va».

Durante la conferenza stampa da Palazzo federale la capa del Dipartimento dell’interno Elisabeth Baume-Schneider ha ribadito che un sostegno specifico per il Ticino sul tema dei costi di cassa malati è assolutamente escluso. La ministra della Sanità ha però riconosciuto che il nostro cantone fa tutto quello che è nelle sue possibilità, ma paga alcune scelte sbagliate del passato. L’esempio citato è quello dello stop nel 2012 alla moratoria sui medici. «Fa piacere ricevere i complimenti dalla consigliera federale, ma avrei preferito un aiuto concreto per limitare gli aumenti in Ticino», replica De Rosa. «Noi continuiamo a impegnarci a fare tutto il possibile è risaputo». Il riferimento è fra l’altro alla moratoria sui medici reintrodotta recentemente e che dal 2025 dovrebbe portare al cosiddetto “modello di regressione” con la mancata concessione di nuove autorizzazioni nelle specialità dove il fabbisogno è raggiunto e la moratoria agli infermieri e spitex privati. «Abbiamo una densità di fornitori di prestazione in questo momento molto elevata. Un solo anno senza moratoria ha portato a una crescita del 30 per cento degli specialisti autorizzati a fatturare a carico della Lamal. Per vedere degli effetti delle misure appena prese, però, ci vorrà tempo».

E si arriva ai sussidi di cassa malati. Proprio ieri il Consiglio di Stato presentando il Preventivo 25 ha proposto di modificare le costanti che determinano l’erogazione degli aiuti, risparmiando così 10,5 milioni nel 2025. I calcoli, però, consideravano un aumento medio del 6%. «Con queste nuove cifre il numero di persone che sarebbero escluse dagli aiuti scenderebbe a 2mila, sono quelle con il reddito vicino alla soglia – spiega De Rosa –. Il nostro sistema resta in ogni caso molto sociale. Senza questo contenuto intervento, il prossimo anno il nostro cantone spenderebbe 40 milioni in più per i sussidi. In tutti i casi, 42mila persone (quelle beneficiarie Laps e pc) si vedranno aumentare in maniera completa e totale gli aiuti per pagare il premio. Inoltre, il 75-80% dei beneficiari si vedrà aumentare il contributo rispetto al 2024». Uscite che aumenteranno con qualsiasi scenario. Con la misura proposta dal governo la spesa Ripam per il 2025 dovrebbe infatti salire a 416,2 milioni di franchi (+29,2 rispetto a quest’anno). Senza correttivi, invece, si arriverebbe a 427 milioni (+40).

Sul tavolo della politica, ormai da anni, c’è chi mette la proposta di una cassa malati cantonale. «Il Gran Consiglio ne ha discusso recentemente. Arrivando alla conclusione che è una via impraticabile. Il dossier – continua De Rosa – andrebbe studiato da subito a livello federale. Magari prendendo in considerazione un finanziamento che non sia tramite le imposte».

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