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‘Il modo di comunicare della Posta ci ha deluso’

Consiglio di Stato e deputazione ticinese alle Camere federali auspicano che oltre alle prospettate chiusure vengano offerte delle alternative

Verso la chiusura di una dozzina di filiali nei prossimi anni
(Ti-Press)
28 agosto 2024
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La Posta vuole chiudere diverse filiali da qui ai prossimi anni – una dozzina in Ticino – e la politica si lamenta di non essere coinvolta nella decisione. «C’è una certa delusione soprattutto sulle modalità di comunicazione. Oggi il dibattito è sui media e non con noi, che apprendiamo le informazioni solo a posteriori. Spesso senza poter avere una visione d’insieme», afferma il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta a margine dell’incontro tra governo e deputazione ticinese alle Camere federali. «Sappiamo bene che la Posta ha un’ampia autonomia e che le abitudini della popolazione cambiano, ma di fronte a queste tematiche che toccano anche sentimenti e vicinanza ci aspettiamo un approccio più collaborativo da parte della Posta. Auspichiamo che vengano offerte delle alternative alle chiusure». A cambiare le “regole del gioco”, in futuro, potrebbe essere il parlamento federale. «La Posta si muove all’interno del mandato dato dalla Confederazione ed è chiamata a fare utili. Saranno poi le Camere a decidere se mettere eventuali nuovi paletti», spiega il presidente della deputazione Piero Marchesi.

Altro tema di strettissima attualità: gli aiuti per la ricostruzione della Vallemaggia. «Stiamo cercando una nuova normalità», dichiara Vitta ricordando che al Consiglio federale sono state inviate due lettere. La prima, che chiedeva un allargamento della possibilità di accedere al lavoro ridotto, non ha avuto gli effetti sperati ma una soluzione potrebbe essere trovata a livello locale. La seconda, invece, è ancora in attesa di risposta. «Dobbiamo far capire che per un evento straordinario serve una risposta straordinaria, anche in termini di crediti», sostiene il presidente del Consiglio di Stato.

Oltre al tema della perequazione intercantonale, «un sempreverde, sull’agenda della deputazione ticinese da anni con la richiesta di rivedere il sistema di calcolo», la deputazione porterà a Berna le preoccupazioni ticinesi in materia di costi della salute. «Avremo presto un incontro con la ministra del Dipartimento dell’interno Baume-Schneider. Vogliamo capire quali margini ci sono e come utilizzarli per evitare nuovi aumenti», conclude Marchesi.

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