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‘Chiesa e obbligo di denuncia immediata: ecco la norma’

L'Mps presenta un'iniziativa parlamentare elaborata per inserire nella legge una disposizione specifica. Favorevoli i Liberi Pensatori: pensiamo alla Lord

In sintesi:
  • Sergi e Pronzini: anche lo Stato dispone di servizi per il lavoro di ‘accompagnamento’ 
  • L'associazione: basta privilegi
Ora c’è anche un’iniziativa parlamentare
(Ti-Press)
16 agosto 2024
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Quello che era un auspicio contenuto in una delle domande della loro interpellanza al Consiglio di Stato depositata la scorsa settimana in relazione all’arresto di don Rolando Leo – il religioso in carcerazione preventiva per le ipotesi di atti sessuali con fanciulli, coazione sessuale, atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere, pornografia –, si è trasformato in un’iniziativa parlamentare. I deputati del Movimento per il socialismo Giuseppe Sergi e Matteo Pronzini chiedono di modificare la Legge (cantonale) sulla Chiesa cattolica per introdurre l’obbligo di segnalazione immediata all’autorità giudiziaria civile. Concretamente propongono di intervenire sull’articolo 7 per inserirvi il seguente capoverso: “Ogni reato perseguibile d’ufficio o sospetto di reato che concerne un ecclesiastico deve essere immediatamente segnalato all’autorità giudiziaria civile. L’Ordinario è responsabile della segnalazione”. Ricordiamo che nel nostro cantone la Chiesa cattolica apostolica romana è una corporazione di diritto pubblico, nei limiti stabiliti dalla Costituzione e dalle leggi.

‘Non c'è alcuno statuto particolare’

Sergi e Pronzini pongono dunque l’accento sulla tempestività della denuncia da parte delle autorità religiose quando vengono in possesso di informazioni relative alla configurazione di reati che coinvolgono dei religiosi. Nel caso di don Leo e da quanto emerso finora, scrivono i due granconsiglieri dell’Mps, “appare chiaro che la scansione temporale della vicenda ha due fasi”. La prima “è quella che vede l’inizio della vicenda (la segnalazione, in febbraio secondo le dichiarazioni della Curia) da parte di una persona oggetto dell’attenzione e dei comportamenti inadeguati del sacerdote: questa fase si sarebbe protratta fino ad aprile, quando la vicenda è stata portata finalmente all’attenzione della magistratura”. La seconda fase “si estende da questo momento (aprile) fino all’arresto del sacerdote, primi giorni di agosto”. Ora,”sulle ragioni che hanno portato al silenzio e al mancato intervento sul sacerdote nella seconda fase – ad oggi sembra con l’accordo della Procura – si dovrà fare chiarezza nel quadro delle disposizioni investigative e giudiziarie. Ma, dal punto di vista politico, appare importante e decisiva la prima fase temporale”. In altre parole: “È concepibile che tra il momento del contatto con la Curia e la decisione di segnalare la vicenda alla Procura siano intercorsi praticamente due mesi?”. L’attuale legislazione “non prevede uno statuto particolare per i membri del rispetto ai reati da loro commessi; né tantomeno autorizza le autorità ecclesiastiche a ‘prendersi il tempo necessario’ prima di procedere alla segnalazione di fatti che, in qualche misura, possano comunque mettere in pericolo l’integrità di qualcuno o che in ogni caso potrebbero essere reati gravi”.

Non solo. “Non si capisce per quale ragione l’autorità giudiziaria, con i propri esperti e i vari servizi dello Stato (tra i quali l’aiuto alle vittime ecc.), non possa garantire quel lavoro di ‘accompagnamento’ dei denuncianti che sembra garantirebbero invece strutture della Chiesa come la Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in ambito ecclesiale”, rileva l’Mps. Che inoltre evidenzia: “Questa commissione è attualmente presieduta da una persona appartenente alla magistratura (la magistrata dei minorenni, ndr). Si presume quindi che, anche in questa attività, la sua azione debba conformarsi all’obbligo di denuncia previsto dalle disposizioni di legge. Si tratta di una posizione che potrebbe oggettivamente rappresentare delle conflittualità”.

‘Ci uniamo al già indignato coro di voci’

Sull’introduzione nella legge dell’obbligo di segnalazione immediata, che Sergi e Pronzini hanno già prospettato con l’interpellanza dei giorni scorsi, si è espresso favorevolmente fra gli altri l’ex ufficiale della Polizia cantonale ed ex deputato liberale radicale Giorgio Galusero. Si dichiara d’accordo anche la sezione ticinese dell’Associazione svizzera dei Liberi Pensatori. “Non possiamo che unirci al già indignato coro di voci che si domandano come sia possibile che, tra la segnalazione all’amministratore apostolico e il coinvolgimento del Ministero pubblico, siano intercorsi tanti mesi in cui le ipotesi di reato avrebbero potuto essere reiterate”. Il che, sostengono i Liberi Pensatori, “rende palese l’ennesimo privilegio di cui gode tuttora la Chiesa cattolica nel nostro Cantone: quello di non dover ottemperare ad alcun immediato obbligo di segnalazione all’autorità giudiziaria una volta venuta a conoscenza di reati che coinvolgono suoi rappresentanti”. E allora “analogamente a quanto peraltro già previsto dalla Legge sull’ordinamento degli impiegati dello Stato e dei docenti (la Lord, ndr), rivendichiamo l'introduzione nella Legge sulla Chiesa cattolica dell’obbligo di denuncia immediato all’autorità di perseguimento penale dei reati constatati da parte dell’autorità religiosa”.